Le startup con brevetti raccolgono più finanziamenti

 

Foto di Fernando FLeitas da PixabayIl deposito di marchi e brevetti (meglio se europei) da parte delle startup, soprattutto se fatto nella prima fase di vita, aumenta notevolmente le chance di ottenere un finanziamento di capitale di rischio. Si tratta di un dato importante da tenere a mente, soprattutto oggi che stiamo assistendo ad un calo degli investimenti nelle startup europee a causa della nuova politica monetaria varata dalla BCE.

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I dati sulla correlazione esistente tra i finanziamenti in venture capital e il deposito di marchi e brevetti da parte delle startup arriva da un nuovo studio condotto dall’Ufficio europeo dei brevetti (European patent office, EPO) insieme all’EUIPO (European Union for Intellectual Property Office).

Partendo dall’assunto del ruolo giocato dalle startup per la crescita dell’economia europea e dal gap di finanziamento ancora esistente rispetto all'ecosistema USA delle startup, i due organismi hanno analizzato come la tutela della proprietà intellettuale da parte delle startup contribuisca a far crescere la quantità di finanziamenti ottenuti. Ciò che emerge è che i diritti di proprietà intellettuale sono un mezzo interessante non solo per far tutelare il valore potenziale dei propri beni intellettuali, ma anche per segnalare questo valore agli investitori.

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I diritti di proprietà intellettuale aiutano le startup nel mercato del venture capital

Le startup europee che richiedono brevetti e/o marchi durante le fasi iniziali di seed o di crescita iniziale hanno fino a 10,2 volte più probabilità di ottenere finanziamenti dagli investitori.

Inoltre, la titolarità dei brevetti e dei marchi europei è associata a un vantaggio ancora maggiore, con un tasso di ottenimento di finanziamenti nella fase iniziale superiore a 5 volte quello di coloro che detengono solo diritti di proprietà intellettuale nazionali.

Ovviamente a seconda del settore, la fotografia cambia notevolmente. Infatti, anche se le startup con diritti di proprietà intellettuale registrati esistono in tutti i settori, per quanto concerne i brevetti essi ovviamente si incontrano soprattutto tra i settori legati alla tecnologia, mentre a ricorrere alla tutela del marchio sono soprattutto i settori che non sono ad alta intensità di proprietà intellettuale

Nel primo caso (i brevetti) esistono poi delle ulteriori differenze. In linea generale, a guidare le classifiche sono le biotecnologie, di gran lunga il settore a maggiore intensità di proprietà intellettuale, con quasi la metà delle startup che utilizzano brevetti o marchi registrati. Altri settori ad alta intensità di proprietà intellettuale includono poi scienza e ingegneria (con utilizzatori di brevetti al 25% e utilizzatori di marchi al 38%), la sanità (utilizzatori di brevetti al 20% e utilizzatori di marchi al 40%) e il manifatturiero.

Le startup sono importanti per l’economia europea

L’analisi dei collegamenti esistenti tra il deposito dei diritti di proprietà intellettuale da parte delle startup e il loro successo nella raccolta di capitali di rischio (VC), nonché il potere di segnalazione di brevetti e marchi come predittori di strategie di uscita di successo per gli investitori, sono tutti dati importanti sia le startup, sia per i policy makers.

La crescita dell’ecosistema delle startup europee negli ultimi anni ha rappresentato, infatti, un grande impulso per l’economia europea. Le startup sono sempre più viste come motori di crescita economica, con un forte potenziale per affrontare le principali sfide europee della digitalizzazione, della sostenibilità e della competitività del settore attraverso l’innovazione. 

Tali aspetti sono particolarmente rilevanti oggi che il COVID-19 e l’inasprimento della politica monetaria hanno portato a un calo degli investimenti nelle startup europee. Poiché la riduzione della spesa in capitale di rischio e le previsioni di crescita più deboli stanno ponendo fine a un’era di facile accesso al capitale di rischio, i diritti di proprietà intellettuale meritano infatti grande attenzione dal momento che sono evidentemente dei fattori chiave che gli investitori utilizzano nel decidere o meno un investimento.

Consulta lo studio di EPO e EUIPO

Foto di Fernando FLeitas da Pixabay

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