Corte Conti UE – migliorare sostegno PAC a giovani agricoltori

 

Contributi giovani agricoltoriUna Relazione della Corte dei Conti UE chiede di rendere più efficaci i contributi della PAC per i giovani agricoltori

PAC – Italia contro ripartizione fondi UE su base ettari

Fondi europei - bandi PSR

Se si guarda al totale delle programmazioni 2007-2013 e 2014-2020, i fondi europei della Politica agricola comune (PAC) destinati al ricambio generazionale ammontano a 9,6 miliardi di euro, che salgono a 18,3 miliardi di euro se si aggiunge il cofinanziamento nazionale nell'ambito dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR). Secondo una Relazione della Corte dei Conti europea, però, il sistema degli aiuti PAC non funziona in maniera adeguata. Troppo poco mirati, i contributi UE sono caratterizzati da scarsa attenzione ai risultati, alla qualità dei progetti e alle effettive esigenze dei giovani agricoltori, osserva lo studio, che incoraggia la Commissione a intervenire sia nell'ambito dei pagamenti diretti che dei PSR.

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Il sostegno al ricambio generazionale è uno dei principali obiettivi della Politica agricola comune e nonostante nel settennato 2007-2013 quasi 200mila giovani agricoltori abbiano ricevuto contributi per il primo insediamento nell'ambito dei pagamenti diretti o dei PSR, nel 2013 il 31,1% delle imprese agricole UE risultava gestita da persone di età pari o superiore a 65 anni e il 24,7% da gestori tra i 55 e i 64 anni, mentre il numero dei giovani agricoltori, di età non superiore a 44 anni, risultava diminuito di un milione di unità - da 3,3 milioni a 2,3 milioni - rispetto al 2005.

La Corte dei Conti UE ha quindi effettuato un audit presso la Commissione europea e nei quattro Stati membri che hanno destinato maggiori risorse ai giovani agricoltori, cioé Francia (Pays de la Loire e Midi-Pyrénées), Italia (Emilia-Romagna e Puglia), Polonia (Warminsko-Mazurskie e Dolnoslaskie) e Spagna (Andalusia), per verificare l'efficacia del sostegno UE. La logica di intervento dei contributi PAC, ha concluso la Corte, risulta nel complesso inadeguata, anche se esistono differenze tra i pagamenti supplementari ai giovani agricoltori nel quadro del I Pilastro e la misura di insediamento e quella di investimento del II Pilastro.

I pagamenti diretti supplementari

Per quanto riguarda i pagamenti supplementari per i giovani agricoltori erogati dal I Pilastro, la Corte osserva che il sostegno UE deriva dal presupposto che i giovani agricoltori all’inizio della loro attività si trovino di fronte a sfide finanziarie, ma non si basa su un'analisi delle loro esigenze, né è supportato da una valutazione del valore aggiunto di questo contributo aggiuntivo.

L'aiuto risulta poi troppo standardizzato, perché viene erogato indipendentemente dai requisiti in materia di competenze, dall’ubicazione dei beneficiari e dalla redditività delle aziende e gli Stati membri non hanno la possibilità di concentrare gli aiuti sui giovani agricoltori che hanno bisogno di maggiore sostegno per diventare autonomi.

Gli Stati membri, tra l'altro, non hanno coordinato i pagamenti del I Pilastro con i contributi previsti dai PSR o con misure nazionali che ne condividano le finalità e non dispongono di un quadro completo dei diversi aiuti, nazionali ed europei, forniti ai beneficiari, i quali in alcuni casi potrebbero anche ricevere un sostegno eccessivo rispetto alle loro effettive esigenze.

I contributi PSR

Nonostante anche i contributi PSR per il primo insediamento non discendano da un'analisi dei fabbisogni specifici dei giovani agricoltori e vengano erogati in maniera standard, sotto forma di un pagamento annuale per ettaro, la Corte riconosce che questi aiuti contribuiscono più direttamente alle esigenze dei giovani agricoltori in materia di accesso alla terra, al capitale e alla conoscenza, in quanto gli agricoltori potrebbero usare la somma forfettaria per:

  • acquistare terreni o finanziare il credito per l’acquisto di terreni;
  • ottenere un prestito agevolato;
  • acquisire un livello minimo di istruzione agricola.

Inoltre, alcune sinergie sono state riscontrate tra la misura di insediamento e la misura di investimento previste dal II Pilastro. E' il caso dell'Italia, che ha ottenuto risultati positivi incoraggiando la combinazione tra i contributi per l'avvio dell'attività agricola con quelli per l'attuazione di azioni specifiche, ad esempio per l’introduzione dell’agricoltura biologica, la promozione delle fonti energetiche rinnovabili o il risparmio idrico.

Tra l'altro, in Francia, Italia e Spagna l’importo dell’aiuto è stato generalmente modulato in base ad alcune caratteristiche delle aziende, come l'ubicazione, incoraggiando i giovani agricoltori a insediarsi anche in zone montane.

Secondo la Corte, tuttavia, le Autorità di gestione non hanno previsto procedure di selezione adeguate a garantire priorità ai progetti migliori e spesso hanno esaurito le risorse accogliendo tutte le domande e quindi precludendo l'accesso ai contributi ad altri nuovi agricoltori negli anni successivi. E' quanto accaduto in Puglia con il bando del 2009 per il primo insediamento, che ha esaurito l’intera dotazione della misura per il periodo 2007-2013 finanziando  2.416 domande sulle 2.424 presentate.

Le raccomandazioni della Corte dei Conti UE

Sulla base di quest'analisi la Corte raccomanda alla Commissione e agli Stati membri di:

  • migliorare la logica di intervento, rafforzando la valutazione delle esigenze e definendo obiettivi smart, che rispecchino il target generale di promuovere il ricambio generazionale;
  • rendere più mirate le misure, migliorando i sistemi per la selezione dei progetti e utilizzando piani aziendali;
  • migliorare il quadro di monitoraggio e valutazione, attingendo alle migliori pratiche elaborate dagli Stati membri.

Relazione speciale n. 10/2017: Rendere più mirato il sostegno dell’UE ai giovani agricoltori per promuovere efficacemente il ricambio generazionale

Photo credit: Chiot's Run via Foter.com / CC BY-NC

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