Opere pubbliche: rapporto DPS, troppi ritardi per realizzazione

 

Author: Simon Bergmann / photo on flickr Il Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica pubblica il rapporto 2014 sui tempi di realizzazione di oltre 35mila opere pubbliche in Italia. Dai dati emerge che i tempi morti tra le fasi dei lavori contribuiscono per ben il 42% al loro rallentamento.

L’analisi delle tempistiche

Il rapporto analizza la durata delle opere pubbliche, con riferimento a tempi di progettazione, affidamento d’appalto e completamento dei lavori, sulla base degli interventi realizzati con i Fondi strutturali 2007-2013 e a valere sulla Politica di coesione nazionale dal 1999 in poi.

La media italiana è di 2,6 anni per la progettazione, 6 mesi per l’affidamento attraverso un bando di gara e 1,4 anni per realizzare il progetto, per un totale di 4,5 anni per completare l’opera. Tuttavia esistono forti discrepanze rispetto a questa media, ad esempio a livello regionale. L’Emilia Romagna è la Regione più veloce, con una media di 3,8 anni per portare a termine i lavori. La più lenta è invece la Sicilia, con 6,9 anni.

Il costo delle opere è uno dei fattori fondamentali che influenza i tempi di realizzazione. Nel caso di progetti con costo inferiore a 100mila euro, la durata media dei lavori è di 2,9 anni. Quando invece la spesa supera i 100 milioni, i tempi di realizzazione lievitano a oltre 14 anni.

I tempi di attuazione sono anche molto diversi a seconda della tipologia di lavori: le migliori performance si hanno nel settore edilizio, con 3,7 anni, mentre si hanno maggiori ritardi nei comparti ferroviario e aeroportuale, con 6,8 anni di media.

Il rapporto evidenzia come una fetta rilevante della spesa per la realizzazione dell'opera, pari al 30%, venga corrisposta dopo la fine dei lavori. In parte si tratta della copertura dei costi per forniture e collaudi, ma la cifra riguarda principalmente saldi di pagamento che si protraggono oltre la consegna dell’opera finita.

Le criticità: tempi di attraversamento e ritardi

Con “tempi di attraversamento” si intende il periodo necessario a passare da una fase dei lavori a quella successiva.

Nello specifico, si distinguono:

  • progettazione preliminare;
  • progettazione definitiva;
  • progettazione esecutiva;
  • aggiudicazione bando di gara;
  • esecuzione lavori.

Tra ciascuna di queste fasi c’è un tempo di attraversamento: si tratta di passaggi burocratici che occupano 2 anni sui 4,5 mediamente necessari ai lavori. Risulta quindi evidente la necessità di intervenire su questi tempi morti per accelerare la realizzazione delle opere.

I tempi più lunghi si riscontrano nelle varie fasi di progettazione, in cui spesso emergono carenze degli enti committenti nella sorveglianza e in termini di competenze tecniche necessarie ad assicurare il rispetto degli standard per le opere pubbliche. Le revisioni e le varianti che si rendono così necessarie allungano i tempi e aumentano i costi dei progetti.

I ritardi sono generalmente causati da:

  • carenze nella progettazione;
  • incertezze sulla disponibilità dei finanziamenti (anche a causa dei vincoli del Patto di Stabilità);
  • ritardi nel rilascio delle autorizzazioni;
  • inadeguatezze dell’ente attuatore nel controllo delle procedure;
  • contenziosi nella fase di aggiudicazione o esecuzione dei lavori.

“I tempi morti sono nelle fasi di passaggio, per questo la semplificazione è la chiave di tutto. Fare un codice degli appalti semplificato è l’impegno che il governo ha preso per arrivare a risultati migliori”, ha spiegato il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Graziano Delrio. “Dobbiamo allinearci alle normative europee - ha aggiunto il sottosegretario - ed eliminare tutte le regolamentazioni aggiuntive che complicano e rendono più lenta la realizzazione delle opere. Poi tutte le pubbliche amministrazioni devono applicarsi ed essere in grado di avere dei buoni progetti”.

Links
Rapporto 2014 sulle opere pubbliche

Photo credit: Simon Bergmann / Foter / CC BY-NC

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