Fondi strutturali: ok alla riforma della Politica di Coesione

 

Parlamento europeo - fonte: Cédric PuisneyIl Consiglio dei Ministri dell'Ue e il Parlamento europeo hanno raggiunto l'accordo sulla Politica di Coesione 2014-2020. Dopo il voto odierno del Pe, i regolamenti saranno approvati dal Consiglio e implementati dal 1 gennaio 2014.

 

Obiettivi

La Politica di Coesione è una delle componenti più importanti del Quadro Finanziario Pluriennale dell'Ue (QFP) e mira a stimolare la crescita sociale ed economica negli Stati membri, con particolare attenzione alle regioni meno sviluppate.

Le risorse messe a disposizione della Politica di Coesione dal bilancio dell'Ue sono pari a 325 miliardi di euro, cui si aggiungeranno i cofinanziamenti nazionali per un impatto complessivo quantificabile in oltre 500 miliardi di euro.

Per la programmazione 2014-2020 sono stati previsti un quadro strategico comune e regole condivise per coordinare i fondi strutturali e di investimento europei, in particolare il Fondo europeo di sviluppo regionale, il Fondo sociale europeo, il Fondo di Coesione (non previsto per l'Italia, perchè destinato solo agli Stati membri con un prodotto nazionale lordo pro capite inferiore al 90% della media Ue), il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale e il Fondo per la pesca.

Regioni

I contributi assegnati dall'Ue e il tasso di cofinanziamento da parte degli Stati membri variano in base ai livelli di sviluppo dei territori, classificati in:

  • regioni meno sviluppate o obiettivo Convergenza (PIL < 75% della media Ue),

  • regioni in transizione (PIL dal 75% al 90% della media Ue),

  • regioni più sviluppate o Competitività (PIL > 90% della media Ue).

FESR

Le risorse del Fondo europeo di sviluppo regionale saranno concentrate su 4 priorità:

  • innovazione e ricerca,
  • agenda digitale,
  • sostegno alle piccole e medie imprese,
  • economia a bassa emissione di carbonio.

A questi obiettivi saranno infatti destinati circa 100 miliardi di euro, di cui almeno 23 miliardi diretti a raggiungere l'ultimo target, attraverso investimenti per l'efficienza energetica e lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Il FESR finanzierà inoltre, con circa 66 miliardi di euro, investimenti nelle reti transeuropee di trasporto (TEN-T).

FSE

In base al compromesso raggiunto tra Pe e Consiglio, almeno 3 miliardi di euro del Fondo sociale europeo saranno destinati a contrastare la disoccupazione giovanile, nell'ambito della Youth Guarantee - lo strumento che mira ad assicurare agli under 25 un'offerta formativa o lavorativa entro 4 mesi dal termine degli studi o dall'inizio della disoccupazione - e di azioni complementari. Inoltre, almeno il 20% delle risorse del FSE finanzieranno progetti in materia di inclusione sociale e professionale.

A livello nazionale, saranno i singoli Stati membri a stabilire quante risorse destinare al Fondo sociale europeo nell'ambito della Politica di Coesione e quindi agli interventi per l'occupazione, l'inclusione sociale, la formazione e l'apprendimento permanente. La quota minima è fissata in 70 miliardi di euro.

Accordo di Partenariato e Riserva di efficacia ed efficienza

L'utilizzo dei fondi della Politica di Coesione dovrà essere orientato al raggiungimento di obiettivi chiari, trasparenti e misurabili, che gli Stati membri e le Regioni dovranno identificare sin dall'inizio. L’Accordo di partenariato è lo strumento previsto dalla Commissione europea per stabilire la strategia, quindi risultati attesi, priorità e metodi di intervento, nell'impiego dei fondi strutturali per il periodo 2014-2020.

Ai programmi che presenteranno i migliori risultati potranno essere assegnati, verso la fine della programmazione, finanziamenti addizionali attraverso la cosiddetta "Riserva di efficacia ed efficienza".

Condizionalità macroeconomica

L'attuazione della Politica di Coesione dovrà essere coerente con la governance economica dell'Unione e con programmi di riforma nazionale, contribuendo a realizzare le riforme sollecitate nelle raccomandazioni per paese nel contesto del semestre europeo. La Commissione potrà esercitare la cosiddetta clausola di "condizionalità macroeconomica" qualora i programmi nazionali non sostengano le riforme strutturali attese e sospendere i finanziamenti in caso di gravi violazioni delle raccomandazioni economiche.

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