Presidente Commercialisti, un professionista autorevole ascoltato dal governo per lo sviluppo del Paese

 

Notaio LauriniLa farsa delle elezioni del nuovo presidente nazionale dei Commercialisti è più o meno nota nella categoria. I due contendenti hanno innescato una vicenda giudiziale e il ministero ha nominato in successione due commissari, proprio ieri l'ultimo, addirittura un notaio, Giancarlo Laurini. Non entriamo però nel merito della contesa né sulla opportunità dei provvedimenti ministeriali. Quello che interessa, invece, è evidenziare l'obiettivo che la categoria si deve prefiggere, legato non solo ai bisogni dei professionisti che vi appartengono, ma anche a quelli del Paese.

L'immagine che i commercialisti si sono costruita negli anni è ormai compromessa. Siamo spesso additati come “intrallazzoni”, per non dire di peggio, complici di evasori e del malaffare. I nostri rappresentanti proprio non riescono a ricordare al governo che i commercialisti seri – e ce ne sono tanti – sostengono ogni giorno cittadini, imprese ed enti nei gravosi adempimenti fiscali e burocratici di questo paese, contribuiscono a farli “andare avanti”, combattono quotidianamente contro le difficoltà di una pubblica amministrazione inefficiente, svolgono l'importante funzione di controllo legale dei conti, affiancano le aziende e consigliano gli imprenditori nella crisi.

Soprattutto i nostri rappresentanti non dicono al governo che i commercialisti seri sono coloro che hanno chiaro - più di ogni altra categoria professionale - la grave situazione in cui versa questo Paese in termini di freni allo sviluppo, per la conoscenza che hanno del mondo delle Pmi, parte assai rilevante dell'economia del paese, delle associazioni, degli enti locali e delle banche, dove oltre che consulenti sono spesso revisori e membri dei collegi sindacali.

I commercialisti seri hanno competenze interdisciplinari che non si trovano in altre categorie professionali, dall'economia aziendale al diritto commerciale e finanziario e sono una risorsa importante per il Paese.

Ora, nella crisi economica del Paese più difficile dal dopoguerra, continuare con le battaglie giudiziarie ed i commissari del ministero è un atto miope ed irresponsabile. Chi pratica abitualmente la politica della categoria professionale ha oggi – non domani - l'obbligo morale di individuare un commercialista serio ed autorevole che rappresenti tutti gli iscritti e che abbia caratura tale da farsi ascoltare dai prossimi governi di questo Paese. Uno soltanto, votato responsabilmente all'unanimità, senza ulteriori faide, senza aspettare gli esiti dei ricorsi.

I presidenti avuti finora parlavano a voce alta, ma non sono stati molto sentiti. Il prossimo avrà diverse cose da dire, e dovranno pesare come un macigno sull'opinione pubblica e sui governi. Prestigio, influenza, statura professionale, stima, accreditamento presso i contesti professionali europei e totale disinteresse per gli incarichi legati al ruolo. Queste le caratteristiche ideali del nuovo Presidente dei commercialisti. Una personalità, insomma, totalmente estranea alla politica professionale ma da tutti condivisa, per il bene della categoria e del Paese.

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