Covid19, l'Europa tra fallimenti e supremazie

 

Credit: EEAS - European UnionL'incapacità manifesta dei governi europei di fronteggiare la crisi deve portare a un rapido rafforzamento dell'Unione Europea per una gestione unitaria, coordinata e rapida delle emergenze sanitarie, economiche e sociali. Persa la supremazia digitale e produttiva, l'Europa non deve cedere la sua supremazia culturale e civile.

L'Occidente annaspa tra contagi Covid e lotta per superare la crisi economica. La Cina ha sotto controllo il virus e promette vaccini al resto del mondo, forte della sua supremazia produttiva.

Gli Stati Uniti sono tempestati dalla pandemia, impegnati in una più che mediocre battaglia elettorale, ma hanno con Google, Amazon, Facebook, Apple e Microsoft una supremazia digitale che difficilmente potrà essere scalzata da nuovi attori.

I governi dei paesi europei con la pandemia stanno mostrando tutta la loro inadeguatezza. Le misure di contenimento del virus sono state inefficaci vista la crescita esponenziale dei contagi negli ultimi giorni in quasi tutti gli Stati membri.

Interi settori economici - turismo, trasporti, ristorazione - sono prossimi alla chiusura se non è già avvenuta. Gli interventi varati per contrastare la drammatica riduzione del PIL non riusciranno a dispiegare i loro effetti se questa situazione continuerà a lungo o se saranno decisi nuovi lockdown generalizzati. I debiti pubblici non potranno essere ripagati se la crescita economica non sarà consistente negli anni a venire.

La tregua estiva non è stata sfruttata né per un radicale rafforzamento dei sistemi sanitari, né per un adeguato tracciamento dei contagi, né per la produzione e distribuzione massiva di test-tamponi e vaccini antinfluenzali.

E' evidente ormai la contrapposizione tra la mediocrità dei Governi occidentali e l'efficienza di quelli orientali, in fondo sempre una guerra fredda - neanche tanto velata - tra democrazie e regimi totalitari.

Le strategie inefficaci dei primi contro quelle immediatamente attuate dei secondi. Le necessità del farraginoso coordinamento in Europa contro il dirigismo cinese che subito decide e implementa.

Ultimo emblema del difficile coordinamento in Europa è lo stallo tra Parlamento e Consiglio europeo (di fatto i Governi degli Stati membri) sull'approvazione del bilancio 2021-2027, a cui è collegato Next Generation EU, che tutti ancora chiamano Recovery Fund, forse perché ai giovani e al loro futuro non è dato pensare.

In sintesi, il primo chiede pochi miliardi di euro in più e un incremento di risorse proprie (entrate di bilancio) attraverso una web tax europea e imposte sulle transazioni finanziarie. Il secondo, sotto la presidenza tedesca, cerca una mediazione. Il tema però non merita abbastanza attenzione da TV e Giornali, impegnati a seguire sterili polemiche tra esponenti del governo, di partito, virologi, immunologi e opinionisti vari.

Incredibile come in un momento in cui la disuguaglianza sociale cresce fortemente a causa della crisi non si riesca a trovare il modo di tassare chi invece aumenta i profitti, sia con il digitale che grazie alla finanza, eccessiva e già causa di una crisi economica (2008).

Le istituzioni UE sono state veloci ad intervenire nell'emergenza. La BCE acquista titoli di debito pubblico emessi grazie alla sospensione del patto di stabilità subito decisa a Bruxelles. La Commissione europea autorizza i regimi di aiuto che gli Stati usano per varare gli interventi a sostegno dell'economia. Mette quindi € 37 mld sulla Iniziativa di risposta al Coronavirus e pubblica bandi per finanziare la ricerca sulla malattia e sul vaccino. La BEI riserva € 40 mld a garanzia di finanziamenti per le imprese colpite dalla crisi.

Le prerogative della istituzioni europee però sono limitate dalla attuale configurazione giuridica della UE, dalla miope avidità di potere dei politici nazionali, che non lo trasferiscono a Bruxelles almeno per le materie che consentirebbero un vero cambio di passo. Governance e burocrazia sono le parole chiave alla base di un cambiamento che va deciso ora.

Quando un paese UE è sull'orlo del fallimento intervengono esperti della Commissione UE, della BCE e del FMI per trovare per trovare le soluzioni di risanamento.

Se nei singoli paesi europei non ci sono le capacità per fronteggiare le emergenze è ora di avere almeno l'umiltà di riconoscerlo e di affidare le responsabilità a chi può governare la crisi e l'Europa in modo coordinato e unitario.

Visione di insieme e interesse europeo devono prevaricare le meschine e piccole lotte politiche nei vari paesi, per non perdere la supremazia culturale e civile dell'Europa.

"Insieme stiamo in piedi, divisi cadiamo" (Together we stand, divided we fall, The Wall, Pink Floyd). Altro contesto nel celebre pezzo, ma utile per comprendere. Umiltà e rispetto per i valori e i cittadini europei: "non diteci che non c'è nessuna speranza".

Per continuare a leggere gli articoli inserisci la tua...
o

Questo sito web utilizza i cookie! Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web.