Startup - manifesto per norme coerenti con Industria 4.0

 

AIFI, APSTI, Endeavor, IBAN, Italia Startup, PNICube, Roma Startup sollecitano un’azione di sistema a sostegno delle startup.

Startup - Photo credit: Foter.com / CC0

Legge Stabilità 2017 – cosa cambia per startup e PMI innovative

Tutti i finanziamenti per avviare una startup: venture capital, banche, incubatori

Le 7 associazioni promuovono un manifesto con proposte per rafforzare la politica industriale a sostegno delle startup innovative. Obiettivo: permettere un ulteriore balzo in avanti nell’adozione di strumenti utili a favorire l’innovazione e la capacità di attrarre talenti e capitali per recuperare il gap nello sviluppo d’imprese, nella creazione di posti di lavoro qualificati e di valore diffuso.

Dopo il decreto Crescita 2.0 (dl n. 179 del 18 ottobre 2012), che ha avuto il pregio di rendere il mercato e gli operatori sensibili verso i temi dell’innovazione, del trasferimento tecnologico e degli investimenti in startup innovative, le associazioni chiedono di andare oltre e affrontare la “manutenzione evolutiva” di questi interventi.

Il manifesto contiene indicazioni per consolidare le iniziative legislative già in essere, in coerenza con alcuni provvedimenti contenuti nel Piano Industria 4.0, in parte avviati con la legge di bilancio, e per portare l’Italia a misurarsi in modo concorrenziale con le economie nazionali ad essa più similari. Nello specifico, sono quattro le aree che individuate: talenti, capitali, semplificazioni ed exit.

La prima si rivolge al perfezionamento del sistema dei visti e agli interventi che facilitano la contaminazione tra mondo della ricerca ed esperienza nella creazione di impresa come, ad esempio, la tutela del posto di lavoro per i ricercatori che decidono di avviare una startup.

Ci sono poi i “capitali”, area che riguarda il potenziamento degli incentivi fiscali esistenti, in termini di incisività e di durata, così da moltiplicare in modo sensibile le fonti di capitale di rischio a favore delle neo-imprese, nonché la richiesta di maggiore flessibilità del contesto regolamentare, soprattutto per gli schemi di investimento che si rivolgono ai progetti in fase preseed e seed, oggi sottoposti a rigidità normative che li rendono non sostenibili.

L’area “semplificazione” identifica la necessità di portare a zero gli oneri in fase di “tentativo di impresa”, per esempio strutturando un regime alternativo che, al di sotto di una soglia di fatturato annuo o patrimonializzazione, esenti da adempimenti invece necessari quando si passa ad una fase di vita meno precaria dell’impresa. Per quanto attiene la realtà degli incubatori di impresa, molto varia e diversificata, si propone sia di segmentarne le tipologie che di individuare delle best practice, che dovrebbero essere riconosciute a livello nazionale, per rilanciare questi soggetti come strumenti di sviluppo economico.

Infine, l’area “exit” si focalizza su un incentivo fiscale utile a innescare circoli virtuosi di crescita, rendendo le startup appetibili per ulteriori round di finanziamento o per acquisizione da parte di grandi aziende. Questo approccio consente anche di mantenere in Italia le tecnologie e le menti imprenditoriali che oggi tendono a trasferirsi.

Le associazioni, conclude il manifesto, sono aperte al confronto sia con le istituzioni sia con il mercato, convinte della necessità di rafforzare la competitività del Paese in questo comparto.

> Proposte per rafforzare la politica industriale a sostegno dell'innovazione e della filiera delle startup innovative 

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