Fonti rinnovabili: il futuro dell'energia solare

 

impianto solare - foto di NASA/Troy CryderAd oggi, la domanda di energia solare è aumentata quasi fino a poter competere con quella delle altre forme di produzione di energia; ciò di cui hanno discusso per anni i professionisti del settore sta per avverarsi, ossia il raggiungimento di un punto di equilibrio nello sfruttamento delle diverse fonti energetiche, la cosiddetta grid parity.

Diversi studi ed analisi, come quelle condotte da GTM Research, spingono a pensare che la produzione di energia determinata dal numero totale di impianti solari, salita dai 17.400 megawatt del 2010 ai 20.900 di quest’anno, potrebbe arrivare a picchi di oltre 35mila megawatt già nel 2015, nonostante dietro queste cifre si mascheri un paradosso.

Infatti, sebbene l’interesse per l’energia solare e i finanziamenti non siano mai stati così elevati, per le aziende non risulta sempre immediato ricavarne un profitto: la capacità produttiva è aumentata in maniera esponenziale mentre la domanda è diminuita. Basti vedere il calo di circa il 10% delle azioni di aziende leader nel settore come la cinese Suntech Power o l’americana First Solar.

In Italia, dal settembre 2010 si è registrato un boom del settore senza eguali. L’enorme quantità di progetti attivati ha però reso chiaro come la nazione, divenuta in brevissimo tempo il Paese con la maggiore produzione di impianti solari dopo la Germania, debba ridimensionare il meccanismo di sostegno alle aziende, finora troppo generoso.

John Segrich, gestore del Gabelli SRI Green Fund, afferma che i prezzi stanno già crollando e continueranno a farlo. Anche GTM prevede che la capacità di produzione mondiale di moduli solari crescerà nei prossimi tempi grazie all’espansione di grandi produttori, tra cui quelli cinesi, determinando una diminuzione dei prezzi, che, secondo gli esperti del Credit Suisse, negli ultimi cinque mesi hanno visto un calo del 17%.  Ciò comporterà anche aspetti positivi, ossia il raggiungimento della grid parity.

Nel mentre, i produttori sono alla ricerca di nuovi mercati su cui investire, come gli Stati Uniti, l’India o il Giappone. Rob Gillette, AD di First Solar, ha dichiarato che con il crollo dei costi dell’energia solare "si passerà dal mercato attuale, regolamentato in larga parte dal governo, ad un mercato molto più ampio, non basato su mandati o sovvenzioni. In questo caso, si passerebbe da un mercato la cui offerta è di 65mila megawatt ad uno di 1,7 milioni".

In questo contesto, “i produttori di moduli low-cost su ampia scala, come First Solar, capaci di attirare i finanziamenti delle banche, potranno raggiungere il successo, mentre le aziende che non incontreranno questi requisiti dovranno combattere per restare competitive sul mercato”, ha aggiunto Gillette.

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