Cosa prevede il quadro di certificazione UE per la rimozione del carbonio

 

Certificazione rimozione carbonio - Foto di Gerd Altmann da PixabayLa plenaria del Parlamento europeo conferma l’accordo politico con il Consiglio su un nuovo quadro volontario di certificazione dell’UE per la rimozione del carbonio. Il provvedimento riguarda diverse tipologie di rimozione del carbonio ed intende incentivarne l’utilizzo e migliorare la capacità dell’UE di quantificare, monitorare e verificare tali attività per contrastare il greenwashing.

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Il regolamento rappresenta il primo passo verso l’introduzione di un quadro completo per la rimozione del carbonio e la riduzione delle emissioni del suolo nella legislazione dell’UE. Dopo un primo accordo politico raggiunto a febbraio, sul testo è stato approvato il 10 aprile dalla plenaria del Parlamento europeo. Per l’adozione formale serve ora l’ok finale del Consiglio, dopodiché il testo sarà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell'UE ed entrerà in vigore 20 giorni dopo.

Cosa prevede il quadro di certificazione UE per la rimozione del carbonio

Il regolamento include una definizione aperta di rimozione del carbonio, in linea con il Gruppo intergovernativo delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (IPCC). Le attività di rimozione del carbonio e riduzione delle emissioni indicate dal regolamento sono tra quattro tipi di unità:

  • rimozione permanente del carbonio (immagazzinamento del carbonio atmosferico o biogenico per diversi secoli);
  • stoccaggio temporaneo del carbonio in prodotti durevoli (come i prodotti da costruzione a base di legno) della durata di almeno 35 anni, che possono essere monitorati in loco durante l'intero periodo di monitoraggio;
  • stoccaggio temporaneo del carbonio derivante dall'agricoltura del carbonio (ad esempio ripristino di foreste e suolo, gestione delle zone umide, praterie di fanerogame marine);
  • riduzione delle emissioni del suolo (dall'agricoltura del carbonio) che include riduzioni di carbonio e protossido di azoto derivanti dalla gestione del suolo e attività che devono complessivamente ridurre le emissioni di carbonio dei suoli o aumentare la rimozione di carbonio dalla materia biologica.

Rispetto alla proposta della Commissione, il testo licenziato da Parlamento e Consiglio estende il campo di applicazione del regolamento alla riduzione delle emissioni nel suolo. Lo stoccaggio temporaneo del carbonio derivante dalle attività di carbon farming e di riduzione delle emissioni del suolo deve durare almeno 5 anni per essere certificato e non deve portare all’acquisizione di terreni per scopi speculativi che influiscono negativamente sulle comunità rurali.

All'Esecutivo UE spetterà il compito di sviluppare diverse metodologie di certificazione per queste categorie. Per essere certificate le attività di rimozione del carbonio devono soddisfare quattro criteri generali: quantificazione, addizionalità, stoccaggio a lungo termine e sostenibilità. 

Sulla base di questi criteri, la Commissione, assistita da un gruppo di esperti, svilupperà metodologie di certificazione su misura per diversi tipi di attività di rimozione del carbonio, al fine di garantire l'attuazione corretta, armonizzata ed economicamente vantaggiosa dei criteri di rimozione del carbonio.

Il testo approvato dai colegislatori mantiene la natura volontaria della certificazione prevedendo chiarimenti sul funzionamento del processo di certificazione.

Il regolamento stabilisce anche chiari obblighi di monitoraggio e norme in materia di responsabilità per gli operatori. Inoltre, il testo concordato da Parlamento e Consiglio invita la Commissione a istituire un registro elettronico europeo per rendere le informazioni sulla certificazione e sulle unità disponibili e accessibili al pubblico, inclusi i certificati di conformità e sintesi degli audit di certificazione. Registro che la Commissione è chiamata ad istituire quattro anni dopo l'entrata in vigore del regolamento. Fino ad allora, i sistemi di certificazione previsti dal quadro devono fornire registri pubblici basati su sistemi automatizzati e interoperabili. Il registro dell’UE sarà finanziato mediante tariffe annuali fisse per gli utenti proporzionate all’uso del registro. 

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

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