Summit Italia-Africa: il governo presenta il Piano Mattei

 

Senato della repubblica - Immagini messe a disposizione con licenza CC-BY-NC-SA 3.0 ITCome annunciato nelle scorse settimane, il governo italiano ha scelto la cornice del Summit Italia-Africa per fornire più informazioni sul Piano Mattei, la strategia italiana per rafforzare la cooperazione con il continente africano. A disposizione 5,5 miliardi di euro, da utilizzare con rifererimento a 5 pilastri tematici (istruzione, agricoltura, salute, energia e acqua), a cominciare da una serie di progetti pilota in 9 paesi africani. 

Non solo Piano Mattei: l'Italia punta a diventare l'hub energetico del Mediterraneo

Sono questi in buona sostanza i numeri del Piano Mattei presentato ieri al Senato in occasione del Vertice Italia-Africa, scelto come il primo appuntamento internazionale che l’Italia ospita da quando ha assunto la Presidenza del G7.

Un evento che ha elevato a Vertice la tradizionale Conferenza Italia-Africa, che in passato si è sempre tenuta a livello ministeriale, e che ha visto la partecipazione di 13 Capi di Stato, 9 Capi di Governo, 5 Vice Presidenti, 9 Ministri, 2 Vice Ministri, per un totale di 46 Paesi africani, più 25 Organizzazioni internazionali incluse le istituzioni dell’Unione Europea rappresentate da von der Leyen (Commissione), Michel (Consiglio) e Metsola (Parlamento). 

A questi si somma poi una rappresentanza di vertice di quel Sistema Italia che, da CDP alle grandi imprese di Stato, sarà chiamato a svolgere un ruolo da protagonista nell'attuazione fattiva del Piano.

Le informazioni fornite ieri dalla premier e dai ministri italiani sulle priorità tematiche e strategiche del Piano e su molti progetti pilota previsti, si aggiungono così a quelle relative alla governance del Piano Mattei (disciplinata dal DL 161/2023, convertito in legge nelle scorse settimane), e contribuiscono in tal modo a dare più informazioni su quello che, nelle intenzioni del governo, è destinato ad essere uno dei principali strumenti di politica estera del nostro Paese.

Ecco dunque cosa prevede il Piano Mattei dell’Italia e come sarà realizzato. 

La filosofia del Piano Mattei e il suo finanziamento

Alla base del Piano Mattei vi sono una serie di principi chiave rimarcati più volte dalla premier e dai ministri durante il Summit Italia-Africa: rapporto alla pari; programmi strategici di ampio respiro che non disperdano le risorse in micro-progettualità; approccio win-win che permetta di assicurare la tutela degli interessi sia africani che italiani ed europei; coinvolgimento del settore privato; e condivisione delle progettualità da realizzare.

Principi che nella teoria mettono tutti d’accordo ma che purtroppo hanno suscitato già qualche perplessità sul fronte della pratica. A dirlo a chiare lettere il presidente della Commissione dell’Unione africana, Moussa Faki, che ha sottolineato come “avrebbe auspicato di essere consultato” sul Piano Mattei, pur confermando “l’apprezzamento” dei paesi africani verso il “cambio di paradigma” nei rapporti con l’Africa spinto dall’Italia e dall’UE. 

Un cambio di paradigma che però va valutato sui fatti concreti e non solo sulla base di principi programmatici. “Desidero insistere qui sulla necessità di passare dalle parole ai fatti: capirete bene che non ci possiamo più accontentare di semplici promesse che spesso non sono mantenute”, ha infatti chiosato Faki.

Per quanto concerne invece il budget, il Piano Mattei, ha spiegato Meloni, "può contare su una dotazione iniziale di oltre 5,5 miliardi di euro tra crediti, operazioni a dono e garanzie, dei quali circa 3 miliardi verranno destinati dal Fondo italiano per il clima, e circa due miliardi e mezzo dalle risorse della cooperazione allo sviluppo”.  “Certo non basta”, ha aggiunto la premier, illustrando alcuni dei percorsi che verranno intrapresi per affrontare il tema. 

Da un lato, infatti, il governo punta a “coinvolgere le Istituzioni finanziarie internazionali, le Banche Multilaterali di Sviluppo, l’Unione Europea e altri Stati donatori, che già hanno dichiarato la loro disponibilità a sostenere progetti comuni”.  Dall’altro Meloni ha annunciato “l’intenzione di creare entro l’anno un nuovo strumento finanziario, assieme a Cassa Depositi e Prestiti, per agevolare gli investimenti del settore privato nei progetti del Piano Mattei”.

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I cinque pilastri del Piano Mattei e i suoi progetti pilota

Passando invece alle priorità tematiche, il Piano Mattei prevede cinque pilastri (istruzione e formazione, agricoltura, salute, energia e acqua), così come riporta un sintetico documento di illustrazione divulgato in occasione del Summit.

A dare sostanza ai temi sono stati gli interventi della presidente del Consiglio e dei vari ministri intervenuti nelle rispettive sessioni tematiche. “Abbiamo individuato, per iniziare, alcune Nazioni africane, suddivise nel quadrante subsahariano e in quello nordafricano, con l’obiettivo di estendere progressivamente questa iniziativa seguendo una logica incrementale”, ha infatti spiegato Meloni nel suo discorso di apertura dei lavori del Summit, nel corso del quale sono stati elencati, infatti, anche alcuni dei progetti pilota su cui si sta lavorando.

Per quanto riguarda l'istruzione e la formazione professionale, l’Italia ha ad esempio in programma di realizzare in Marocco un grande centro di eccellenza per la formazione professionale sul tema delle energie rinnovabili. In Tunisia, invece, la premier ha parlato di un programma per rafforzare i legami tra il sistema scolastico italiano e quelli delle Nazioni africane. “Penso alla riqualificazione infrastrutturale delle scuole - ha spiegato infatti Meloni - come faremo già nel 2024 in Tunisia, alla formazione e all’aggiornamento dei docenti e agli scambi di studenti e insegnanti tra le nostre Nazioni”.

Fronte salute, il primo progetto pilota sarà realizzato in Costa d'Avorio, “dove il nostro obiettivo è migliorare l’accessibilità e la qualità dei servizi primari, con un’attenzione particolare ai più piccoli, alle loro mamme e alle persone più fragili”, ha illustrato la premier.

“Altro settore d’intervento sarà l’agricoltura perché se è vero che l’Africa detiene il 60% delle terre coltivabili, e che quelle terre sono spesso purtroppo inutilizzate, noi dobbiamo fare in modo che la tecnologia contribuisca a renderle coltivabili perché possano dare frutti”, prosegue Meloni. Diversi i progetti illustrati dalla premier. In Egitto, ad esempio, si punta a sostenere, in un’area a 200 km da Alessandria, la produzione di grano, soia, mais e girasole con investimenti in macchinari, sementi, tecnologie e nuovi metodi di coltivazione, oltre ovviamente ad accompagnare la formazione professionale. In Mozambico, invece, l'obiettivo è costruire un centro agroalimentare che valorizzi le eccellenze e le esportazioni dei prodotti locali.

Inoltre, grazie all'impiego di tecnologie di osservazione terrestre e raccolta dei dati, in Algeria sarà avviato un progetto di monitoraggio satellitare sull’agricoltura. E restando proprio in tema di tecnologie spaziali, maggiori dettagli vengono forniti dal ministro per le imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, che ha spiegato come ad esempio in Kenya, si punti ad un piano di rilancio delll’italiano “Broglio Space Centre" - attivo da 60 anni - “a favore anche degli altri Paesi africani”. “Vogliamo così promuovere corsi avanzati di formazione su temi spaziali, trasferire l’analisi dei dati satellitari, sviluppare la telemedicina - ha aggiunto Urso - anche con progetti di scambio dati satellitari tra ospedali africani e alcuni hub di eccellenza in Italia.

Per quanto concerne invece il pilastro “acqua”, il Piano Mattei prevede ad esempio in Tunisia un progetto, già avviato, “dove stiamo lavorando per potenziare le stazioni di depurazione delle acque non convenzionali per irrigare un’area di otto mila ettari e creare un centro di formazione dedicato al settore agroalimentare”, ha proseguito Meloni. Altri due progetti pilota sul tema si realizzeranno, invece, nella Repubblica del Congo (dove si punterà alla costruzione di pozzi e reti di distribuzione dell’acqua soprattutto a fini agricoli, alimentati esclusivamente da energia rinnovabile) e in Etiopia (dove invece si avvierà il recupero ambientale di alcune aree e si porteranno avanti interventi di risanamento delle acque, anche attraverso la formazione e il sostegno tecnico alle Università locali).

Infine arriviamo all’ultimo pilastro del Piano Mattei, “certamente non ultimo per importanza”, ha sottolineato Meloni, quello dedicato al nesso clima-energia e alle infrastrutture collegate. “Noi siamo sempre stati convinti che l’Italia abbia tutte le carte in regola per diventare l’hub naturale di approvvigionamento energetico per l’intera Europa. È un obiettivo che possiamo raggiungere se usiamo l’energia come chiave di sviluppo per tutti. L’interesse che persegue l’Italia è aiutare le Nazioni africane interessate a produrre energia sufficiente alle proprie esigenze e ad esportare in Europa la parte in eccesso, mettendo insieme due necessità”, ha spiegato la premier.

Per far ciò, servono ovviamente infrastrutture di connessione tra i due continenti su cui l’Italia, insieme all’UE, lavora da tempo come dimostra ad esempio l’interconnessione elettrica ELMED tra Italia e Tunisia, o il nuovo Corridoio H2 Sud per il trasporto dell’idrogeno dal Nord Africa all’Europa centrale passando per l’Italia.

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La governance del Piano Mattei

Come già accennato, le informazioni sui progetti fornite durante il Summit Italia-Africa del 29 gennaio, si sommano a quelle relative alla governance del Piano, contenute invece nel DL 161/2023. In tutto, sette articoli in cui si individuano la struttura di gestione, gli ambiti di intervento e le tempistiche.

Partendo dal primo aspetto, la gestione del Piano è di fatto in mano a Palazzo Chigi. L’articolo 2 del decreto legge prevede infatti la nascita di una cabina di regia per il Piano Mattei, presieduta dal Presidente del Consiglio dei Ministri e composta dal Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, con funzioni di vicepresidente, e dagli altri Ministri, cui si aggiungono il Presidente della Conferenza delle regioni e delle province autonome, il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo (AICS), il presidente dell’ICE e rappresentanti di Cassa depositi e prestiti, SACE e SIMEST. Fanno parte della cabina anche rappresentanti di imprese a partecipazione pubblica, di imprese industriali, della Conferenza dei rettori delle università italiane e del sistema dell’università e della ricerca, oltre che esponenti della società civile e del terzo settore, rappresentanti di enti pubblici o privati ed esperti nelle materie trattate.

Alla cabina di regia si affianca poi una struttura operativa, la cosiddetta struttura di missione, che avrà soprattutto il compito di supportare il Presidente del Consiglio nell’esercizio delle “funzioni di indirizzo e coordinamento dell’azione strategica del Governo relativamente all’attuazione del Piano Mattei e ai suoi aggiornamenti”.

Per quanto concerne invece gli ambiti di intervento e le priorità di azione, il DL 161/2023 elenca 17 settori: 

  1. cooperazione allo sviluppo;
  2. promozione delle esportazioni e degli investimenti;
  3. istruzione;
  4. formazione superiore e formazione professionale;
  5. ricerca e innovazione;
  6. salute;
  7. agricoltura e sicurezza alimentare;
  8. approvvigionamento e sfruttamento sostenibile delle risorse naturali, incluse quelle idriche ed energetiche;
  9. tutela dell’ambiente e adattamento ai cambiamenti climatici;
  10. ammodernamento e potenziamento delle infrastrutture, anche digitali; 
  11. partenariato nell’aerospazio (settore aggiunto in sede referente);
  12. valorizzazione e sviluppo del partenariato energetico, anche nell’ambito delle fonti rinnovabili, dell’economia circolare e del riciclo (quest’ultimo inciso aggiunto in sede referente);
  13. sostegno all’imprenditoria, in particolare a quella giovanile e femminile;
  14. promozione dell’occupazione;
  15. turismo;
  16. cultura;
  17. prevenzione e contrasto dell’immigrazione irregolare e gestione dei flussi migratori legali.

Infine, in relazione ai tempi, il Piano Mattei durerà 4 anni e potrà essere aggiornato anche prima della scadenza.

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I documenti del Piano Mattei

Decreto 161/2023: Disposizioni urgenti per il «Piano Mattei» per lo sviluppo in Stati del Continente africano

Il documento con i cinque pilastri del Piano Mattei

Il programma del Summit Italia-Africa del 28 e 29 gennaio 2024

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