Patti tra Università e imprese per l'alta formazione nel Mezzogiorno

Alta formazione - Photo credit: Foto di StockSnap da PixabayGli atenei di Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia possono contare su risorse per 90 milioni di euro per stipulare Patti con le imprese e altri soggetti pubblici e privati, con l'obiettivo di ampliare l'offerta formativa rivolta agli studenti universitari e di intercettare i fabbisogni di competenze espressi dal territorio.

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I Patti territoriali dell'alta formazione sono accordi che mirano ad allargare l'offerta formativa universitaria con particolare attenzione per le discipline STEM (acronimo di Scienze, Tecnologia, Ingegneria e Matematica), anche integrate con altre discipline umanistiche e sociali, e a promuovere l’interdisciplinarietà dei corsi di studio e la formazione di profili professionali innovativi altamente specializzati. Ecco come funzionano.

Cosa sono i Patti territoriali dell’alta formazione per le imprese?

Previsti dal decreto PNRR 152 del 2021, come modificato dal DL 50-2022, questi Patti possono contare su una dotazione di 290 milioni per il periodo dal 2022 al 2025, di cui 20 milioni di euro nel 2022 e 90 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2023 al 2025, e intendono contribuire a soddisfare i fabbisogni espressi dal mondo del lavoro e dalle filiere produttive nazionali e ad affrontare il problema della mancata corrispondenza tra domanda e offerta di lavoro.

I Patti territoriali dell'alta formazione possono essere proposti dalle sole università che hanno sede in Regioni che presentano valori inferiori rispetto alla media nazionale in relazione a tre parametri:

  • a) numero di laureati rispetto alla popolazione residente nella regione interessata dal Patto;
  • b) tasso di occupazione dei laureati a tre anni dalla laurea;
  • c) numero di laureati in Regione diversa da quella di residenza sul totale dei laureati residenti nella regione interessata dal Patto.

Si tratta delle Regioni Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia che, a valere sui 90 milioni disponibili per l'anno in corso, possono presentare proposte di Patti territoriali secondo quanto stabilito dal decreto MUR del 20 dicembre 2023, appena pubblicato sul sito del Ministero dell'Università e della Ricerca.

Nello specifico, le università potranno siglare i Patti territoriali con imprese, enti o istituzioni di ricerca pubblici e privati, nonché con altre università, pubbliche amministrazioni e società pubbliche, per individuare e finanziare progetti volti a:

  • promuovere l’offerta formativa di corsi universitari finalizzati alla formazione di nuove professionalità innovative,
  • realizzare iniziative dirette a sostenere la transizione dei laureati nel mondo del lavoro e la loro formazione continua,
  • promuovere il trasferimento tecnologico, soprattutto nei riguardi delle piccole e medie imprese.

Le proposte possono essere presentate a partire da oggi, 15 gennaio, attraverso la piattaforma web Cineca, fino alla scadenza del 15 marzo 2024.

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