Direttiva pagamenti: Tajani, al via la procedura di infrazione

Credit © European Union, 2014La procedura di infrazione è partita. Come annunciato, la Commissione europea si prepara a mettere in mora l’Italia per la cattiva applicazione della direttiva sui pagamenti della Pa.

L’annuncio è stato dato dal vicepresidente della Commissione con delega all’Industria, Antonio Tajani. Ad essere decisivi sono stati i rapporti dei due advisor di Bruxelles per l’Italia: Confartigianato e Ance. I numeri dei costruttori, presentati lunedì mattina, hanno fotografato una situazione allarmante: i tempi medi per liquidare le fatture nel 2013 sono stati pari a sette mesi, contro i 60 giorni massimi richiesti dall’Ue. E nel 2014 c’è il timore che queste cifre possano addirittura peggiorare.

Direttiva violata

Le parole del commissario non lasciano spazio a ulteriori rinvii: “A seguito delle denunce di violazione della direttiva da parte di diverse associazioni ho deciso di avviare le pratiche per attivare le procedure contro l'Italia per la violazione degli articoli 4 e 7 della direttiva sui ritardi dei pagamenti della pubblica amministrazione”, ha spiegato. I resoconti dei due advisor della Commissione (Ance e Confartigianato), consegnati in questi giorni, sono stati decisivi.

Il calendario della procedura

Il calendario adesso prevede che l’Italia abbia cinque settimane di tempo per inviare una risposta a Bruxelles. “Se la risposta non sarà soddisfacente si procederà con la messa in mora”, ha detto ancora Tajani. E pare improbabile che Roma possa rispondere alle contestazioni, dal momento che i numeri presentati dalle due associazioni in questi giorni sono molto lontani dal limite massimo individuato da Bruxelles per liquidare le fatture: sessanta giorni in circostanze eccezionali e trenta giorni nelle ipotesi ordinarie.

L'allarme dei costruttori

Venerdì scorso Confartigianato aveva parlato di un tempo medio pari a 170 giorni. Le cifre fotografate dall’associazione dei costruttori, incredibilmente, sono addirittura peggiori. “Nonostante le misure adottate nel corso del 2013 – si legge nel rapporto dell’Ance -, i ritardi di pagamento della Pubblica amministrazione continuano a determinare una situazione di estrema sofferenza nel settore delle costruzioni, uno dei settori più colpiti dal fenomeno in Italia. Nel secondo semestre 2013, infatti, l’82% delle imprese registra ancora ritardi nei pagamenti”.

I tempi medi di pagamento nel settore dei lavori pubblici rimangono molto elevati, nonostante una prima leggera diminuzione nel secondo semestre 2013 rispetto ai valori registrati negli ultimi 2 anni. “In media – spiega ancora l’Ance - le imprese che realizzano lavori pubblici sono pagate sette mesi dopo l’emissione dello stato di avanzamento lavori, 146 giorni oltre i termini fissati dalla legge e le punte di ritardo superano ancora i due anni”. Addirittura, con l’esaurirsi degli effetti del piano di pagamento dei debiti Pa per le imprese di costruzioni, si stanno manifestando “i primi segnali di un nuovo aumento dei tempi di pagamento ed in assenza di nuove misure, i tempi rischiano fortemente di aumentare nuovamente nel 2014”. Insomma, bisogna intervenire per mettere una toppa a questa situazione.

Cinque settimane per rispondere

"Non ho un intento punitivo - ha detto ancora il commissario Tajani per spiegare i motivi della sua azione -. Ho aspettato un anno e un mese ma la situazione anziché migliorare è addirittura peggiorata. In nessun altro paese i rapporti degli advisor sono stati così negativi. Se l'Italia è in grado di dimostrare entro cinque settimane la non violazione della direttiva, non ho problemi a chiudere la procedura”.

 

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