La proposta della Commissione per la PAC post 2020

 

Hogan - © European Union, 2018/Source: EC - Audiovisual Service365 miliardi di euro è il budget della PAC post 2020 proposto dalla Commissione europea. Gli Stati membri godranno di maggiore flessibilità nella gestione dei fondi, ma il 40% delle risorse complessive dovrà contribuire agli obiettivi climatici.

Bilancio UE - le aspettative del Parlamento per la PAC post 2020

Una proposta ambiziosa, equilibrata, realistica, che rispetta gli obiettivi di modernizzazione e semplificazione della Politica Agricola Comune. Così il commissario all'Agricoltura Phil Hogan ha descritto la proposta legislativa sulla PAC 2021-2027, che prevede risorse per un totale di 365 miliardi di euro, in prezzi correnti, circa il 28% del bilancio UE post 2020 proposto dalla Commissione.

Nove gli obiettivi tematici per la PAC post 2020:

  1. sostegno ai redditi agricoli, alla resilienza del settore e alla sicurezza alimentare;
  2. orientamento al mercato e competitività, mediante investimenti in ricerca, tecnologia e digitalizzazione,
  3. rafforzamento della posizione degli agricoltori nella catena del valore,
  4. contributo al contrasto dei cambiamenti climatici e alla transizione energetica,
  5. sviluppo sostenibile e gestione efficiente delle risorse naturali,
  6. contributo alla protezione della biodiversità, degli habitat e dei paesaggi,
  7. attrazione di giovani agricoltori e sostegno all'attività imprenditoriale nelle aree rurali,
  8. promozione dell'occupazione, della crescita, dell'inclusione sociale e dello sviluppo locale,
  9. contributo dell'agricoltura alle sfide sociali collegate ad alimentazione, salute e benessere animale.

PAC post 2020: le priorita' italiane nel negoziato UE

Il budget della PAC post 2020

In prezzi correnti lo stanziamento proposto dalla Commissione per la Politica Agricola Comune ammonta a 365 miliardi di euro, il 5% in meno rispetto alla dotazione attuale. In prezzi costanti 2018, secondo i calcoli del Parlamento europeo, il taglio sarà pari a circa il 15% e peserà soprattutto sul Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR).

Dei 365 miliardi proposti, 265,2 miliardi sarebbero destinati ai pagamenti diretti del primo pilastro, 20 miliardi alle misure di mercato e 78,8 miliardi allo sviluppo rurale. Al settore dell'agricoltura, ha sottolineato Hogan in conferenza stampa, sono dedicati tuttavia anche 10 miliardi di euro per il sostegno agli investimenti in ricerca e innovazione nell'ambito del nono programma quadro per la ricerca e l'innovazione Horizon Europe.

Nel caso dell'Italia, le risorse PAC ammontano a 36,3 miliardi di euro in prezzi correnti e a 32,3 miliardi in prezzi costanti 2018, di cui oltre 22,1 miliardi per i pagamenti diretti, circa 2,2 miliardi per le misure di mercato e 7,9 miliardi per lo sviluppo rurale. Un calo significativo rispetto agli oltre 41 miliardi della PAC 2014-2020, di cui 27 miliardi per i pagamenti diretti, 4 miliardi per l’OCM e 10,5 miliardi per lo sviluppo rurale.

L'Italia sarebbe dunque il quarto Paese beneficiario dei fondi PAC 2021-2027, dopo Francia (62,3 miliardi in prezzi correnti; 55,3 miliardi in prezzi costanti 2018), Spagna (43,7 miliardi; 38,9 miliardi) e Germania (40,9 miliardi; 36,4 miliardi), e seguita dalla Polonia (30,4 miliardi; 27 miliardi).

La proposta della Commissione per il bilancio UE 2021-2027

I Piani strategici nazionali

Tra le principali novità proposte dalla Commissione vi è il nuovo sistema di gestione dei fondi, basato su una maggiore sussidiarietà a vantaggio degli Stati membri. I paesi UE adotteranno infatti dei Piani strategici nazionali, roadmap attraverso le quali indicheranno come intendono raggiungere gli obiettivi comuni.

La PAC rimarrà una politica europea e la Commissione garantirà la parità di condizioni tra gli Stati membri e il monitoraggio dei risultati conseguiti, ha assicurato Hogan, rispondendo alle preoccupazioni di quanti vedono nei Piani strategici il rischio di una rinazionalizzazione che potrebbe compromettere la concorrenza nel mercato interno.

I Piani strategici saranno approvati dalla Commissione e i risultati raggiunti dovranno essere comunicati a Bruxelles ogni anno attraverso un rapporto di performance; in caso di mancati progressi, ha avvertito Hogan, l'Esecutivo UE potrà intervenire chiedendo l'adozione di Piano di azione per invertire il trend negativo e arrivare a sospendere i pagamenti.

La flessibilità nell'utilizzo dei fondi sarà assicurata anche dalla possibilità per gli Stati membri di trasferire fino al 15% delle dotazioni assegnate dai pagamenti diretti allo sviluppo rurale e viceversa, in base alle rispettive esigenze.

Politica Agricola Comune - la comunicazione della Commissione sulla PAC post 2020

I criteri di distribuzione dei fondi

Ulteriori elementi di novità riguardano la ripartizione dei fondi UE e in particolare dei pagamenti diretti, che continueranno a svolgere la funzione di sostenere i redditi agricoli, minacciati dalla volatilità dei prezzi e dagli eventi climatici estremi.

Per quanto riguarda la ripartizione tra gli Stati membri, la Commissione propone di proseguire nel processo di convergenza esterna, cioè il progressivo riallineamento del valore dei pagamenti per ettaro verso la media UE.

Quanto alla distribuzione degli aiuti tra le imprese, la proposta prevede un maggiore sostegno delle aziende agricole di piccole e medie dimensioni, che riceveranno un pagamento più elevato per ettaro, l'introduzione del criterio del costo del lavoro nell'assegnazione dei fondi e una riduzione degli importi complessivi, con tagli progressivi a partire dalla soglia di 60mila euro e un tetto massimo di 100mila euro per azienda agricola.

L'azione climatica nella PAC

Per consolidare il ruolo dell'agricoltura nel perseguimento degli obiettivi dell'Accordo di Parigi e dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile, la Commissione propone di dedicare il 40% del bilancio complessivo della PAC all'azione climatica e di destinare almeno il 30% di ciascuna dotazione nazionale per lo sviluppo rurale alle misure ambientali e climatiche.

I pagamenti diretti saranno subordinati a nuovi requisiti ambientali e climatici, più rigorosi, e ciascuno Stato membro dovrà prevedere regimi ecologici per aiutare gli agricoltori ad andare oltre i requisiti obbligatori a valere su una quota delle dotazioni nazionali per i pagamenti diretti.

In più, in aggiunta alla possibilità di trasferire il 15% delle dotazioni tra i pilastri, gli Stati membri potranno trasferire un ulteriore 15% dal primo al secondo pilastro per spese relative alle misure climatiche e ambientali, senza necessità di cofinanziamento nazionale.

Sostegno al ricambio generazionale

Per contrastare l'invecchiamento in agricoltura, la Commissione propone che gli Stati membri accantonino almeno il 2% della dotazione dei pagamenti diretti per sostenere l'avvio di nuove imprese da parte di giovani agricoltori, cui si aggiungeranno le risorse per il primo insediamento nell'ambito dello sviluppo rurale.

La Commissione prevede anche la definizione di una strategia dedicata al ricambio generazionale all'interno dei Piani nazionali e l'aumento del tetto massimo di aiuto per il primo insediamento fino a 100mila euro. In più, ha anticipato Hogan, la Commissione sta lavorando con la Banca europea per gli investimenti (BEI) a nuovi strumenti di accesso al credito per i giovani agricoltori.

Maggiore semplificazione

Una serie di misure mirano poi a semplificare la Politica Agricola Comune, a cominciare dalla definizione di otto aree di azione per lo sviluppo rurale - quali ambiente e clima, gestione del rischio, conoscenza e innovazione, ecc - in sostituzione delle 69 misure e sottomisure attuali.

Alla semplificazione dovrebbero contribuire anche la digitalizzazione dei controlli, ad esempio utilizzando i dati carpiti dai satelliti del programma di osservazione della terra Copernicus in sostituzione delle verifiche in loco, e l'uso di strumenti digitali e moduli precompilati per fare in modo che i potenziali beneficiari presentino le domande in maniera corretta.

Inoltre, gli Stati membri dovranno mettere a disposizione degli agricoltori servizi consultivi per aiutarli ad adeguarsi ai requisiti previsti dalla legislazione ambientale, per incentivare l'utilizzo degli strumenti di gestione del rischio e per favorirne l'accesso all'innovazione e alle nuove tecnologie.

La proposta legislativa sulla PAC 2021-2027

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