PNRR: via ai lavori per banda ultralarga e 5G

 

PNRR telecomunicazioniSiglati oggi, 29 luglio, i contratti per l’avvio dei lavori relativi ai piani Italia a 1 Giga e Italia 5G, finanziati con le gare d'appalto del Recovery plan.

Recovery Plan: guida ai fondi per PA digitale, fibra ottica e 5G  

La cornice di riferimento per comprendere i lavori in corso vede da un lato gli investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) per le reti veloci, dall'altro la strategia nazionale per la banda ultralarga.

I fondi PNRR per le telecomunicazioni: a che punto siamo?

Il Recovery plan stanzia 6,7 miliardi per realizzare 5 misure previste dalla strategia nazionale per la banda ultralarga:

Per ogni misura sono state lanciate tra il 2021 e il 2022 procedure d'appalto, alcune delle quali andate deserte e successivamente rilanciate, come nel caso dei piani Isole Minori e Italia 5G.

Per l'implementazione di quest'ultimo piano sono previste due gare: una per i rilegamenti in fibra ottica (chiusa all'inizio di maggio), l'altra per le infrastrutture di rete, riaperta a fine maggio con l'obiettivo di raccogliere quelle offerte che - per una serie di ragioni - non sono arrivate dagli operatori delle telecomunicazioni in prima battuta. Tra le novità previste dal nuovo appalto, chiuso il 10 giugno, il budget ridotto da 974 milioni a 567 milioni di euro.

Con la conclusione di tutte le procedure di gara, il quadro delle aggiudicazioni vede:

  • la gara per il Piano Italia a 1 Giga aggiudicata a Open Fiber e TIM
  • la gara per il Piano Isole Minori aggiudicata a ELETTRA TLC Spa, con progettista incaricato EDS Infrastrutture SpA
  • la gara per il Piano Scuole connesse aggiudicata a Intred, Fastweb e TIM
  • la gara per il Piano Sanità connessa aggiudicata a Fastweb, TIM e Vodafone
  • la gara per i rilegamenti in fibra ottica del Piano Italia 5G aggiudicata a TIM
  • la gara per le infrastrutture di rete del Piano Italia 5G aggiudicata a Inwit, TIM e Vodafone

PNRR telecomunicazioni

Per alcuni appalti, come nel caso del Piano Italia a 1 Giga e il Piano Italia 5G, non tutte le risorse messe a bando sono state assegnate, aprendo di conseguenza un interrogativo: come saranno utilizzati questi fondi per rispettare gli impegni presi con Bruxelles nel quadro del Recovery Plan?

A fine maggio il Sole24Ore aveva ipotizzato un dirottamento delle risorse residue sugli aiuti contro il caro materiali, che interessa anche il settore delle telecomunicazioni; ipotesi non da escludere, ma che ora deve tenere conto anche della crisi di Governo in corso e delle priorità del futuro esecutivo.

Piano Italia a 1 Giga e Piano Italia 5G: a fine luglio partono i lavori

Alla presenza del ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale, Vittorio Colao, il 29 luglio sono stati firmati i contratti per l’avvio dei lavori relativi ai bandi Italia a 1 Giga e Italia 5G tra l’amministratore delegato di Infratel Italia, Marco Bellezza e i rappresentanti delle aziende aggiudicatarie Inwit, Open fiber e Tim.
Entrano così nel vivo le attività per portare entro il 2026 connessioni Internet veloci in circa 7 milioni di civici, potenziare la tecnologia 5G in oltre 11.000 siti radiomobili esistenti e per la creazione di nuove stazioni radiomobili in quasi 1.400 aree del paese, considerate a fallimento di mercato.

Intervista a Rosario Cerra, presidente del Centro Economia Digitale

Le 5 gare PNRR per la connettività sono state aggiudicate, ma la realizzazione degli interventi sta sollevando diverse questioni, tra cui il gap di manodopera messo in evidenza da ANIE durante il convegno del 14 luglio. Cosa ne pensa e quali sono le proposte del CED per affrontare la situazione?

Quello della mancanza di manodopera e, più in generale, delle competenze nel settore TLC è un tema di grande rilievo che il CED ha più volte evidenziato. Quanto segnalato dall’ANIE e le relative proposte indicano, in particolare, l’importanza di interventi urgenti volti a prevenire fenomeni di skill shortage nell’ambito dei soggetti delegati alla realizzazione delle infrastrutture.

Questo tipo di problemi possono portare a ritardi nella realizzazione delle infrastrutture, o quantomeno all’aumento dei costi con conseguente dispersione di risorse pubbliche.

Rispetto a ciò sarà importante ampliare il bacino di competenze sulle nuove tecniche di scavo (ad es. micro-trincea) al fine di ridurre al minimo l’impatto negativo dei lavori per la realizzazione di infrastrutture.

Nello specifico c’è bisogno di destinare fondi ad hoc per promuovere l’evoluzione o la creazione di nuove competenze attraverso l’impiego delle risorse del PNRR; nuove forme di sostegno alle imprese correlate all’entità di investimenti realizzati per la formazione e lo sviluppo delle persone; nuove forme di incentivazione per le imprese, ad esempio, passando da soluzioni che prevedono il riconoscimento di agevolazioni fiscali e crediti di imposta a quelle che prevedono l’assegnazione di voucher/premialità in relazione alle nuove assunzioni, ai percorsi di formazione attivati, etc…

Come per tutti i progetti finanziati dal PNRR c'è anche la questione post-2026: cosa succederà agli interventi una volta cessati i finanziamenti del Recovery plan? Cosa si potrebbe fare per garantirne la continuità e la sostenibilità?

È un tema molto importante e sarà bene programmare le azioni opportune già da adesso. Dotare il paese di un’infrastruttura di rete a banda ultralarga è una precondizione necessaria ma non sufficiente per l’effettiva connessione degli utenti, cittadini, imprese, pubblica amministrazione. Oltre a una spinta sul lato della domanda per lo switch dalla vecchia alla nuova rete, servirà un piano di sostegno anche per la realizzazione dei lavori di allaccio effettivo delle utenze per favorire un rapido riempimento della rete.

È bene ricordare che solo questo ultimo passaggio potrà garantire l’effettivo utilizzo della rete ultraveloce e il godimento dei conseguenti benefici in termini di nuovi servizi attivabili attraverso di essa.

A suo avviso, ci sono altre questioni/sfide da tenere a mente per la messa a terra degli investimenti PNRR per la connettività e le infrastrutture digitali del paese? Se sì, quali?

Gli interventi del PNRR sono stati pensati in un mondo senza inflazione. Purtroppo, il nuovo scenario ha visto il ritorno preponderante di questo fenomeno.

Occorre segnalare, tra l’altro, che anche se in prospettiva la dinamica dell’inflazione dovesse ritornare sotto controllo, gli incrementi di costo che hanno già colpito le aziende e che comunque continueranno nei prossimi mesi sono ormai da considerare strutturali.

In mancanza di un adeguamento del sistema dei prezzi alcuni investimenti potrebbero essere ridotti o annullati.

Per evitare questo è quindi importante che nei nuovi contratti si tenga conto dell’importante impatto dell’inflazione sui costi sostenuti dalle imprese per la realizzazione della rete.

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