Fondo Strategico Italiano: anche turismo, agroalimentare e cultura tra i settori di investimento

 

Euro - Photo credit: Will Spaetzel / Foter / Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)Si amplia anche a turismo, agroalimentare e beni culturali il raggio d'azione del Fondo strategico Italiano, lo strumento con cui Cassa Depositi e Prestiti sostiene la crescita, l'efficienza e la competitività del sistema economico italiano tramite l'acquisizione di quote di società di rilevante interesse nazionale.

In base al nuovo decreto in materia firmato dal ministro dell'Economia e delle Finanze Pier Carlo Padoan, il Fondo Strategico Italiano potrà da oggi investire in società operanti in tre nuovi settori:

  • turistico-alberghiero,
  • agroalimentare e della distribuzione,
  • della gestione dei beni culturali e artistici.

I nuovi settori si aggiungono a quelli già definiti in sede di costituzione del Fondo:

  • difesa e sicurezza;
  • infrastrutture;
  • trasporti;
  • comunicazioni;
  • energia;
  • assicurazioni e intermediazione finanziaria;
  • ricerca e innovazione ad alto contenuto tecnologico;
  • pubblici servizi.

Con il provvedimento di ampliamento del bacino di investimento del Fondo, il ministero intende promuovere dei settori di particolare rilievo per l’economia italiana ma che sono caratterizzati da estrema frammentazione e ridotte dimensioni aziendali.

Il Fondo potrà, inoltre, investire tanto in imprese italiane quanto in società che, seppur non costituite in Italia, controllano imprese presenti sul territorio nazionale e con specifici requisiti di fatturato – almeno 50 milioni di euro – e di dipendenti - non meno di 250 -. In tal modo si intende agevolare l'attrazione di capitali stranieri e promuovere i processi di internazionalizzazione.

E' infine confermata la possibilità per il Fondo di acquisire partecipazioni in società, che, pur non operando nei settori di riferimento, presentino un fatturato annuo netto non inferiore a 300 milioni di euro e un numero medio di dipendenti nell’ultimo esercizio non inferiore a 250, con un margine di ribasso del 20%, fermo restando il requisito della rivelanza dell'azienda in termini di indotto e di presenza di stabilimenti produttivi.

In ogni caso, le società oggetto dell’intervento del Fondo dovranno risultare in una stabile situazione di equilibrio finanziario, patrimoniale ed economico, oltre che essere caratterizzate da adeguate prospettive di redditività.

Partecipato all'80% dal Gruppo Cdp e al 20% dalla Banca d'Italia, il Fondo ha un capitale sociale aperto ad investitori istituzionali italiani ed esteri. Nello specifico, titoli rappresentativi del capitale di FSI possono essere sottoscritti da:

  • enti pubblici o società o enti da questi controllati;
  • fondazioni bancarie;
  • banche e intermediari finanziari non bancari comunitari, soggetti a vigilanza;
  • imprese di investimento, SGR, società di gestione armonizzate e organismi d’investimento collettivo del risparmio (OICR) comunitari;
  • fondi sovrani (come definiti secondo il Fondo Monetario Internazionale);
  • organismi internazionali ai quali aderiscono uno o più Stati Ue;
  • associazioni o fondazioni derivanti dalla trasformazione di enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza, nonché soggetti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza di categoria;
  • società di assicurazione o riassicurazione;
  • fondi pensione comunitari.

Photo credit: Will Spaetzel / Foter / Creative Commons Attribution-NonCommercial-ShareAlike 2.0 Generic (CC BY-NC-SA 2.0)

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