European Business Summit - EBS 2014: sempre pochi gli italiani, nonostante la Marcegaglia

 

European Business Summit - fonte: Business EuropeImprese e istituzioni Ue si incontrano all'evento annuale organizzato da Business Europe. Poche le aziende italiane presenti a cogliere opportunità di networking e confronto, nonostante dallo scorso anno Emma Marcegaglia, ex presidente di Confindustria, sia a capo della federazione europea che riunisce 41 associazioni industriali in Europa.

Che l'Italia abbia dei leader riconosciuti e stimati in Europa e nel mondo è cosa nota, basti pensare a Mario Draghi e Mario Monti. Ieri pomeriggio, infatti, sul palco della conferenza di apertura del Summit, oltre alla Marcegaglia, c'era Nani Beccalli-Falco, presidente di General Electric Europe, a confrontarsi - tra gli altri - con Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, Didier Reynders, primo ministro belga, e Jeremy Rifkin, economista.

Due importanti speaker italiani sul palco, pochi i rappresentanti del nostro paese in platea e al cocktail che seguiva. All'edizione del 2012, dopo la conferma dell'intervento di Mario Monti, raddoppiò il numero di giornalisti accreditati, ma le aziende italiane furono sempre assenti. Oggi è di nuovo sufficiente guardare la pagina web del sito dell'evento dedicata ai partner per avere conferma dell'assenza di aziende italiane: l'unica della lista è la nostra FASI.biz, nella sezione Media.

Il disinteresse degli italiani per i temi europei è poco giustificato quando si lamentano:

  • dello scarso favore di cui gode l'Italia nella definizione di regolamenti e direttive che impattano i settori economici in cui siamo più forti,
  • dei minori finanziamenti diretti (tralasciamo ogni appunto sulla capacità di spesa dei fondi indiretti o strutturali) ricevuti rispetto ai meglio organizzati tedeschi, francesi, inglesi...

Sul “fare sistema a Bruxelles, coordinando gli interessi delle nostre organizzazioni mentre si scrivono i testi legislativi, abbiamo molto da imparare. Peraltro tale coordinamento spetterebbe al Governo, ma in Italia non c'è continuità di azione e unicità di manovra per le molte forze che lo compongono.

Aumentare il tasso di successo delle richieste di finanziamento passa poi anche attraverso la conoscenza approfondita del contesto di riferimento. Questi eventi permettono di comprendere da vicino i punti di vista di chi stabilisce le strategie di sviluppo, soprattutto di conoscere potenziali partner che sfruttano già proficuamente i fondi UE o, quantomeno, di vedere chi sono i tuoi concorrenti nell'accesso ai finanziamenti, per cercare di fare meglio di loro.

Passando alla cronaca di ieri, evidenziamo i due punti di maggior interesse per i nostri lettori:

  • la presidente di Business Europe Marcegaglia ha insistito sulla formulazione di un patto per la crescita che abbia la stessa forza del Fiscal compact,
  • il presidente di General Electric Beccalli-Falco ha dichiarato che le multinazionali sono disponibili sostenere la riduzione del gap tra gli Usa e l'Europa in termini di venture capital: 20 miliardi di dollari per gli americani contro i 4 miliardi per gli europei.

Speriamo che le multinazionali in cambio chiedano una forte riduzione della burocrazia che affligge il vecchio continente.

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