Come realizzare l’autonomia energetica e rendere la transizione green giusta? Risponde Gilberto Dialuce, presidente ENEA

 

Gilberto Dialuce - foto di ENEAIn un periodo storico particolarmente complesso l’Europa deve realizzare la sua autonomia energetica puntando su energie rinnovabili, combustibili alternativi, efficienza energetica ed economia circolare. Senza dimenticare che la transizione ecologica dev’essere anche giusta e inclusiva. Intervista al presidente di ENEA Gilberto Dialuce. 

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Gli obiettivi ambiziosi che l’UE si è posta su energie rinnovabili e decarbonizzazione devono essere accompagnati da un approccio solidale, attento agli aspetti sociali, e da uno sforzo tecnologico importante. Come coniugare il mantenimento della rotta verso la decarbonizzazione con lo scenario attuale?

In questa fase storica abbiamo davanti numerose sfide, spesso molto complesse. Da un lato occorre raggiungere gli obiettivi europei di decarbonizzazione, con il progressivo abbandono delle fonti fossili nel più ampio contesto della transizione energetica ed ecologica. Dall’altro lato lo scenario geopolitico e la crisi energetica dell’ultimo anno hanno acceso i riflettori sulle difficoltà di questo percorso. 

Per mantenere la rotta, seguendo una strategia che sia coerente con questi traguardi e consenta di tenere insieme le diverse esigenze, occorre uno sforzo straordinario anche nella direzione della ricerca e dell’avanzamento tecnologico

Da entrambe queste variabili può venire un contributo di rilievo e un valore aggiunto per incrementare la sostenibilità, diffondere l’innovazione e, soprattutto, promuovere una transizione ecologica più giusta e inclusiva, che non lasci indietro nessuno. Quest’ultimo aspetto è fondamentale e richiede molteplici misure e un approccio trasversale. 

I piani per la decarbonizzazione potrebbero porre l’Europa in una situazione “paradossale” in cui per sostituire la dipendenza da alcuni fornitori di energie fossili, come la Russia, si rischia di dipendere da altri Paesi che forniscono materie prime critiche e che pure pongono questioni geopolitiche importanti. Su cosa dovrebbe puntare l’Europa per rendersi più autonoma sotto il profilo degli approvvigionamenti energetici? 

Non c’è dubbio che garantire la sicurezza energetica europea e nazionale è un’equazione con molte variabili complesse. Ed è vero che alcuni paesi fornitori di gas e petrolio alternativi alla Russia possono presentare situazioni interne problematiche, in particolare sotto il profilo geopolitico.  

Tuttavia, in quest’ ultimo anno, con le azioni del precedente Governo e dell’attuale sono state attivate in breve tempo infrastrutture di importazione di GNL aggiuntive e rinsaldati rapporti importanti con vari paesi fornitori, nel contesto di più ampie collaborazioni rispetto ai temi dell’energia e ciò può senz’altro avere ricadute positive e rafforzare le relazioni in essere e il percorso comune verso una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti e la decarbonizzazione. 

Per affrancarsi il più possibile da incertezze e future instabilità, l’Europa deve puntare sulla propria autonomia attraverso lo sviluppo accelerato delle fonti rinnovabili e dei combustibili alternativi e politiche di efficientamento energetico e di risparmio, e di economia circolare, secondo principi di neutralità tecnologica, con una attenzione verso il mantenimento della competitività del sistema produttivo europeo, creando filiere industriali interne che coprano la domanda di infrastrutture e impianti per la decarbonizzazione del sistema energetico e produttivo europeo.

Che ruolo può avere il trasferimento tecnologico in questo contesto? 

L’innovazione e il trasferimento tecnologico giocano un ruolo fondamentale nel percorso di progressivo abbandono delle fonti fossili per sostituirle con le energie rinnovabili: vento, fotovoltaico, agrivoltaico, biomasse, idrogeno clean solo per fare alcuni esempi. 

Ogni giorno nei nostri laboratori, così come in quelli di altre istituzioni di ricerca, nascono tecnologie avanzate e innovative a supporto del percorso di decarbonizzazione. Tuttavia, in moltissimi casi occorre superare il gap fra i risultati ottenuti e il loro trasferimento all’esterno, per poi arrivare alle fasi di preindustrializzazione e diffusione delle tecnologie. 

In ENEA, una Direzione Innovazione e Sviluppo gestisce strumenti specifici di collaborazione fra ricerca e impresa, per facilitare questo trasferimento, quali l’Atlante dell’innovazione, la Banca dati brevetti, il Knowledge Exchange Program per realizzare progetti congiunti e il Proof of concept che cerca di facilitare il finanziamento di progetti innovativi. 

Efficienza energetica, rinnovabili e gas rinnovabili rappresentano fattori chiave per accelerare la transizione energetica e garantire la sicurezza energetica sia nel breve che nel lungo termine. Quali caratteristiche dovrebbero avere le strategie europee affinché sia assicurata la sicurezza energetica?

La parola chiave è diversificazione. Diversificazione delle fonti utilizzate per produrre energia, diversificazione dei fornitori, diversificazione delle tecnologie, che rappresentano la caratteristica principale per una strategia di sicurezza energetica costruita su solide basi. 

A livello europeo e nazionale hanno un ruolo di primo piano anche le infrastrutture critiche, non solo energetiche, che forniscono servizi essenziali, le quali devono essere adeguatamente protette da eventi naturali e antropici, con scenari di rischio che ne evidenzino la interdipendenza e resilienza complessiva. 

Infine, è fondamentale attivare una strategia unitaria sulle materie prime critiche, che sono essenziali per lo sviluppo degli impianti a energie rinnovabili, per le quali sussiste il concreto rischio di una nuova dipendenza geopolitica estera.

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