Il futuro della logistica nel settore turistico

 

Photocredit: Donald TongIntermodalità, integrazione delle infrastrutture digitali con quelle fisiche e capacità di previsione e pianificazione. Sono questi alcuni dei principali fattori ai quali agganciare la ripresa del settore turistico.

In arrivo contributi per rilanciare il turismo montano

A fare il punto sulle prospettive della logistica legate al settore turistico sono stati gli stessi operatori del comparto, durante l’evento Moveo, il percorso di incontri promosso dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili (MIMS) con gli operatori della logistica, che accompagna la redazione del nuovo Documento di indirizzo strategico per la mobilità e la logistica.

Che cosa è Moveo?

Lanciato a Milano a inizio luglio, Moveo è un ciclo di incontri con gli stakeholder della logistica e delle principali filiere produttive italiane, volto ad analizzare l’evoluzione della domanda di trasporto di merci e persone, al fine di definire le priorità per le infrastrutture e per i servizi logistici e individuare le sfide che abbiamo davanti per arrivare ad avere una logistica sostenibile.

La kermesse prevede tre tappe a Milano (5 luglio), Napoli (13 luglio) e Firenze (28 luglio) durante le quali il MIMS ha avuto l’occasione di incontrare un centinaio di protagonisti delle diverse filiere produttive, al fine di discutere l’indirizzo strategico che devono avere le politiche dei trasporti e della logistica.

Per assicurare un taglio concreto e operativo, Moveo ha previsto una articolazione in sei tavoli di lavoro, relativi ai seguenti tematismi: agroindustria; automotive; chimica e farmaceutica; design, moda e arredo; metallo, meccanica ed elettronica; turismo.

Per approfondire: Moveo: Opportunità e sfide per la logistica del settore agroindustriale

Come cambia la logistica del turismo e quali strategie servono?

Nonostante gli scenari incerti a livello internazionale che destano preoccupazione, l'attesa generale degli stakeholder è quella di una ripresa importante del turismo internazionale. Un dato fondamentale per l'economia italiana, considerando che il solo turismo nazionale “non può bastare a rimettere in moto l'organismo turistico, tra i più colpiti negli ultimi anni dagli eventi” internazionali, si legge nel report. 

“In questo senso - prosegue il documento - è chiaro il ruolo centrale del sistema aeroportuale e del trasporto aereo, che si aspetta di avere un ruolo di primo piano nell'intercettazione di queste dinamiche, nonostante la concorrenza forte di altri paesi, ma chiede anche strategie turistiche più omogenee a livello nazionale per poterlo fare al meglio”.

Altra cosa fondamentale, sostengono gli operatori, è l'importanza di disporre “di un'adeguata capacità di previsione, per non incorrere nella sottovalutazione della capacità della domanda turistica”.

Il ruolo del turismo croceristico e del cicloturismo

“Anche il turismo navale attende la ripresa delle dinamiche internazionali con previsioni più che positive per il crocierismo”, si legge nel rapporto. 

“Il crocerista - prosegue infatti il dossier -può essere preso a modello di un nuovo tipo di turismo da sviluppare: in un'ora e poco più può raggiungere dai porti in cui attracca mete turistiche importanti, attuali e potenziali, scoprirle e tornarci, creando anche nuove occasioni di sviluppo turistico. In questo senso si concorda sull'importanza di spingere verso le nuove frontiere di questo tipo di turismo, secondo la formula “piccole navi per piccoli porti”, più diffusi capillarmente sul territorio e in grado di attivare le infrastrutture locali di riferimento. In questa prospettiva la nuova croceristica può essere vista come un elemento acceleratore di un turismo nuovo, anche dal punto di vista della mobilità, soprattutto in un'ottica intermodale. Essenziale risulterà però, sia per questo che per altri tipi nuovi di turismo, il superamento della scarsa offerta qualitativa di certi territori e lo sviluppo di un destination marketing più efficace. Ma soprattutto la diversificazione degli attrattori turistici, come fanno notare gli esponenti di realtà specializzate nella consulenza e management del turismo, per sviluppare il turismo oltre i soliti assi già (troppo) frequentati (le grandi città d'arte in particolare). I grandi volumi del turismo, e quindi della mobilità ad esso connessa, non cambieranno se mostreremo sempre al turista internazionale i soliti attrattori”.

“Molto ci si attende anche dal cicloturismo, preso come esempio di turismo qualitativo - prosegue il dossier -. Se a livello di numeri non mette in movimento le quantità di altri settori, dimostra comunque una costante crescita, in particolare della sua componente internazionale, fatta di persone particolarmente interessate alle esperienze che il territorio può offrire anche su vasta scala territoriale. Inoltre, contribuisce a delineare importanti sfide per il turismo del prossimo futuro, in particolare a livello di intermodalità e connessione tra mezzi di trasporto, oltre che nel contribuire al cambiamento delle caratteristiche del nostro turismo, per come riesce ad ampliare la stagionalità turistica e rappresentare occasione di sviluppo turistico sostenibile per le aree interne”.

Accessibilità, digitale e lotta alla burocrazia

Tra gli altri aspetti su cui gli stakeholder sottolineano l’importanza di intervenire, vi è la situazione dell'accessibilità turistica, “considerata dai presenti al tavolo come uno degli aspetti più importanti su cui intervenire”, evitando però il fenomeno dell’overtourism. “In questo senso - si legge nel dossier - si è parlato dell’importanza di differenziare gli assi dei trasporti per offrire all'utente una più ampia possibilità di scelta su come muoversi sul territorio”.

Cruciale è anche l'importanza dell'infrastruttura digitale accanto a quella fisica. E’ fondamentale, infatti, prevedere “una rete digitale efficace che aiuti il turista prima di tutto a conoscere l'offerta di trasporto presente sul territorio (spesso semplicemente la si ignora), e lo assista nella scelta di mezzi e combinazioni”.

Lotta infine alla burocrazia. “Per poter realizzare l'importante mole di infrastrutture fisiche che gli stakeholder individuano - sottolineano infatti gli stakeholder - è essenziale poter superare il problema della lunghezza eccessiva di certi iter autorizzativi, che spesso subiscono blocchi dovuti a un processo troppo lungo, stratificato ed esposto a interruzioni di vario tipo che bloccano processi di trasformazione, anche a causa del continuo cambio di norme e regolamenti”.

Consulta il dossier

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