Politica di Coesione e PNRR: Parlamento UE e Regioni chiedono di contare di più

 

Politica Coesione - Photo credit: 146th Plenary Session of the European Committe of the RegionsEurodeputati e membri del Comitato Europeo delle Regioni hanno chiesto alla commissaria per la Coesione Elisa Ferreira di garantire il rispetto dei principi di partenariato e governance multilivello nella gestione dei fondi europei 2021-27 e la sinergia con i Recovery Plan dei 27.

In vigore il pacchetto legislativo della Politica di Coesione 2021-27

Oltre a un maggiore coinvolgimento degli stakeholder e delle autorità regionali nelle scelte che riguardano la spesa dei fondi europei della Politica di Coesione, Parlamento UE e Comitato delle Regioni hanno chiesto maggiore attenzione agli aspetti territoriali del Recovery and Resilience Facility (RRF), il Dispositivo di ripresa e resilienza che finanzia i PNRR degli Stati membri. La priorità nell'assegnazione dei fondi dei Recovery Plan - hanno sottolineato durante una riunione congiunta nel corso della EU Regions Week 2021 i membri della commissione Sviluppo regionale (REGI) del Parlamento e quelli della commissione per la Politica di coesione territoriale e il bilancio dell'UE (COTER) del CdR - dovrebbe andare alle regioni meno sviluppate e in transizione e ai territori più colpiti dalle ripercussioni socio-economiche della crisi generata dalla pandemia di Covid-19.

Le richieste di Parlamento e Comitato Regioni per Politica di Coesione e PNRR

Con una dotazione di 392 miliardi di euro, la Politica di Coesione per il periodo 2021-2027 si conferma la principale politica di investimento dell'UE per la riduzione delle disparità tra le regioni dell'UE e il rafforzamento della coesione economica, sociale e territoriale nell'Unione. L'obiettivo di concentrare almeno il 30% dei fondi europei sulla lotta al cambiamento climatico, ne fa però anche uno dei principali strumenti di investimento del Green Deal, che le regioni dovranno sfruttare per per stimolare una ripresa sostenibile e affrontare la transizione ecologica.

Nonostante l'urgenza di attivare queste risorse, a causa della pandemia l'entrata in vigore della normativa relativa alla nuova Politica di Coesione ha subito forti ritardi: il regolamento che disciplina i fondi UE 2021-27 è infatti operativo solo dal 1° luglio, condizionando anche il processo di presentazione degli Accordi di partenariato da parte degli Stati membri. Il risultato è che finora la Commissione europea ha adottato solo l'Accordo di partenariato della Grecia.

I prossimi mesi richiederanno quindi una forte accelerazione per non accumulare ulteriore ritardo, ma la questione dei tempi non è l'unica preoccupazione di cui tenere conto. I principi di partenariato e di governance multilivello devono essere rispettati nella programmazione e gestione delle risorse e, allo stesso tempo, occorre garantire che le risorse siano disponibili tempestivamente e che vengano usate in maniera efficiente. Le misure di flessibilità introdotte lo scorso anno per mobilitare i fondi strutturali dell'UE nella lotta alla Covid-19, secondo PE e Comitato delle Regioni, dovrebbero quindi essere confermate; inoltre, le misure finanziate dalla Politica di Coesione dovrebbero essere progettate in sinergia con i Piani nazionali di ripresa e resilienza, per evitare sovrapposizioni e garantire l'efficacia dei fondi UE.

A raccogliere le istanze dei membri delle commissioni REGI e COTER la commissaria per la Coesione e le riforme Elisa Ferreira, che ha dichiarato: "La Politica di Coesione è più importante che mai: investire in una ripresa per tutte le regioni, in una transizione verde per tutte le regioni, in una transizione digitale che non lasci nessuno indietro ed eviti un nuovo divario digitale è la nostra missione per i prossimi dieci anni. Sfruttiamo in modo responsabile e mirato l'opportunità unica di avere livelli eccezionali di finanziamento per la coesione e una percezione pubblica favorevole per creare qualcosa di cui le generazioni future saranno orgogliose”.

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