OLAF: calano frodi a danno dei fondi UE. Italia ancora quarta per numero casi

 

Ville Itälä - Photo credit: European Union 2020, Photographer: Basia PawlikMentre l'UE si prepara a mobilitare risorse senza precedenti per affrontare la crisi del Coronavirus, i dati dell'ultima relazione sulla protezione degli interessi finanziari dell'Unione (PIF) e del report 2019 dell'OLAF rivelano i risultati positivi ottenuti negli ultimi anni in materia di lotta alle frodi ai danni del bilancio europeo. In Italia ancora molti casi rilevati, ma anche una buona risposta da parte delle autorità nazionali.

Frodi - Italia quarta in Europa per gestione irregolare dei fondi UE

Nei giorni scorsi la 31a relazione annuale adottata dalla Commissione europea aveva registrato il calo delle frodi ai danni del bilancio europeo sperimentato nel 2019. Ora arriva anche l'ultimo report dell'OLAF, l'Ufficio europeo antifrode, a confermare che il lavoro di indagine e di contrasto a violazioni sempre più complesse - dalla corruzione alla lotta contro il contrabbando e la contraffazione di prodotti - ha contribuito in maniera sostanziale alla tutela del bilancio dell'UE e dei cittadini europei in molti settori.

“Dobbiamo garantire che ogni singolo euro del bilancio dell'UE sia speso per lo scopo previsto. Siamo ben attrezzati per proteggere il denaro dei contribuenti dell'UE da inefficienze, irregolarità e frodi, ma dobbiamo fare ancora di più per adattare i nostri strumenti e le nostre strutture, sia a livello europeo che nazionale, alla nuova situazione”, ha detto Ville Itälä, Direttore generale dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF). “Il successo dell'OLAF è una risorsa fondamentale per l'Europa in un momento in cui gli occhi di chi commette frodi sono puntati sul bilancio 2021-2027 e sui suoi 1,8 miliardi di euro destinati alla ripresa del continente dalle conseguenze della pandemia da Covid-19", ha aggiunto.

I dati della relazione OLAF 2019

Nel 2019, anno che segna il ventesimo anniversario dalla creazione dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode, l'OLAF ha avviato 223 nuove indagini, ne ha concluse 181, emettendo 254 raccomandazioni alle autorità nazionali e dell'UE competenti, relative a recupero di 485 milioni di euro a favore del bilancio dell'Unione.

A livello UE, le principali tendenze emerse o proseguite nel 2019 riguardano casi collusione e manipolazione di appalti, sistemi transfrontalieri che rendono più difficile l'individuazione delle frodi, spesso relative a progetti nei Paesi terzi, alla contraffazione e al contrabbando. Il settore più interessato resta il tabacco: lo scorso anno l'OLAF ha aiutato le autorità nazionali a sequestrare oltre 251,4 milioni di sigarette di contrabbando e ha concluso una serie di indagini relative a partite di tabacco per narghilé sospette che erano entrate in uno Stato membro dell'Unione.

Non mancano poi le frodi ai danni dell'ambiente, a cominciare dal cosiddetto Dieselgate, che ha visto il denaro dell'UE destinato alla ricerca per ridurre le emissioni dei veicoli impiegato allo scopo di sviluppare un motore provvisto del famigerato "impianto di manipolazione" che elude le norme europee in materia di emissioni.

Progressi, invece, nella collaborazione con le autorità nazionali degli Stati membri e con i partner internazionali, ma anche con la Corte dei conti europea con cui l'OLAF ha firmato un accordo di cooperazione amministrativa.

Italia sopra media UE per risposta a raccomandazioni OLAF

Rispetto al report precedente, l'Italia si conferma quarta nell'Unione per numero di irregolarità nella gestione dei fondi UE, con 4.415 casi rilevati dalle autorità nazionali, dopo Spagna (11.029), Polonia (5.017) e Romania (4.968).

Se si guarda al numero di indagini concluse dall'OLAF con raccomandazioni di recupero dei fondi, l'Italia è invece terza, con 22 casi, dietro Ungheria (43) e Romania (40). Le autorità giudiziarie italiane hanno però dato seguito al 62% dei casi segnalati dall'Ufficio europeo antifrode, a fronte di una media europea del 39%.

> Consulta il report OLAF 2019

Il punto sulla protezione degli interessi finanziari dell'Unione

In base alla relazione PIF, presentata la scorsa settimana dalla Commissione, complessivamente nel 2019 sono state segnalate 939 irregolarità fraudolente, per un valore finanziario di circa la metà rispetto al 2018, confermando una tendenza generale al ribasso negli ultimi cinque anni. Le irregolarità non fraudolente rilevate sono rimaste stabili, ma il loro valore è diminuito dell'8% rispetto alla relazione precedente.

Secondo il report, gli Stati membri hanno proseguito i loro sforzi per rafforzare i loro sistemi e le procedure nazionali di gestione e controllo dei fondi UE, concentrandosi sulla prevenzione delle irregolarità e degli illeciti, ma anche su misure per migliorare la trasparenza e per combattere la corruzione e i conflitti di interessi.

Parallelamente le istituzioni dell'UE hanno continuato a contrastare le frodi ai danni del bilancio dell'Unione, anche attraverso le indagini dell'Ufficio europeo per la lotta antifrode, e a migliorare gli strumenti e le politiche per proteggere il denaro dei contribuenti dell'UE. In questo quadro rientrano, ad esempio, il recepimento da parte degli Stati membri dell'UE della direttiva sulla lotta contro le frodi agli interesse finanziari dell'Unione mediante il diritto penale (direttiva PIF), l'adozione della direttiva sulla protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell'Unione (direttiva Whistleblowing), la nuova strategia antifrode della Commissione UE e la nomina di Laura Codruța Kövesi a procuratore capo europeo.

La Commissione si è impegnata a intensificare il suo lavoro di prevenzione delle frodi per garantire che il denaro dell'UE continui a ricevere il massimo livello possibile di protezione contro i truffatori che potrebbero tentare di trarre vantaggio dalla situazione di emergenza connessa al Covid-19 e dall'ingente massa di risorse che saranno mobilitate nei prossimi anni nell'ambito del Quadro finanziario 2021-27 e del Recovery fund.

> Per approfondire: Cosa prevede l'accordo sul Recovery fund e bilancio UE post 2020

> Consulta il report sulla protezione degli interessi finanziari dell'Unione

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