Rating legalita’: effetti positivi per le imprese e riduzione tempi d’istruttoria

 

Rating legalita'Cresce il numero di imprese titolari di rating di legalità e i benefici ottenuti, come la riduzione dei tempi e dei costi di istruttoria. Questi i principali effetti che emergono dai dati aggregati sul tema pubblicati dalla Banca d’Italia.

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Il rating di legalità favorisce le imprese non solo nella partecipazione agli appalti, ma anche nei rapporti con banche e assicurazioni.

Introdotto con l’art. 5 co. 5-ter del decreto legge n. 1/2012, il rating di legalità delle imprese, il rating è uno strumento per promuovere l’introduzione di principi etici nei comportamenti aziendali.

Questo indicatore sintetico, che prevede il riconoscimento di un punteggio compreso nel range da una a tre stellette, può essere richiesto dalle imprese che hanno almeno 2 milioni di euro di fatturato nell’esercizio antecedente alla richiesta e che siano iscritte da almeno due anni nel registro delle imprese.

La sua funzione è duplice, da un lato ci sono vantaggi riconducibili al piano reputazionale dell’impresa che lo richiede, dall’altro benefici previsti in sede di concessione di finanziamenti da parte delle pubbliche amministrazioni e delle banche.

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Vantaggi per le imprese titolari

I dati sugli effetti del rating di legalità sono fondamentalmente positivi. Nel 2018 le imprese titolari di rating e finanziate presso il sistema bancario sono state 6.975, in netto aumento rispetto al biennio precedente (4.400 nel 2017 e 3.265 nel 2016).

Anche la percentuale di imprese beneficiate dal rating di legalità è cresciuta significativamente, raggiungendo il 48% delle imprese affidate, contro il 40% nel 2017 e il 34% nel 2016.

I vantaggi riconosciuti alle imprese si sono concretizzati nella riduzione dei tempi di istruttoria e nell’applicazione di migliori condizioni economiche in occasione della concessione o della rinegoziazione del finanziamento.

Per la nuova clientela i benefici più consistenti hanno riguardato la riduzione, oltre che dei tempi, anche dei costi di istruttoria.

Nota negativa, invece, per quando riguarda le 3.600 imprese, pari a quasi il 52% delle imprese affidate, che non hanno ottenuto benefici dal rating.

Nella maggior parte dei casi, il possesso del titolo non è stato dichiarato dalle imprese in fase di istruttoria del finanziamento; seconda causa di esclusione per casistica è dovuta al fatto che il rating di legalità non ha apportato informazioni utili ai fini dell’istruttoria. Infine, per 243 imprese, il rating di legalità non ha prodotto effetti.

In generale, il motivo principale per un mancato finanziamento è derivato dalla insufficienza del merito creditizio.

> Banca d’Italia: i dati aggregati

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