Cina 2019 - sfide e opportunità per le imprese italiane

 

Rapporto Fondazione Italia-Cina: photocredit Niels Steeman da Pixabay Dal rapporto “Cina 2019. Scenari e prospettive per le imprese”, presentato al Ministero degli Esteri, emerge un Paese entrato in una nuova fase della sua vita economico-produttiva, su cui pesano però le tensioni commerciali con gli USA. Per le imprese italiane si aprono nuove opportunità, ma la competizione riguarda ormai anche la tecnologia.

Summit UE-Cina: tutti i punti dell’accordo

Arrivato alla sua decima edizione, il rapporto annuale della Fondazione Italia Cina permette di avere una fotografia del Paese asiatico sotto i molteplici profili economico-produttivi, politici e geopolitici. Partendo da un’analisi delle quattro principali direttrici su cui si è mossa Pechino, il rapporto prende poi in esame le tendenze del 2019 e i pilastri su cui dovrebbero fondarsi i rapporti dell’Italia con il gigante asiatico d’ora in avanti.

Le quattri tendenze strutturali emerse nel 2018

E’ ormai accertato che il rallentamento dell’economia cinese è di naturale strutturale. Pur con tassi di crescita che continuano ad attestarsi sul 6% l’anno, Pechino ha rallentato la sua corsa e perde ogni anni qualche decimale. L’economia cinese è infatti entrata in una nuova fase del suo sistema produttivo, definita “new normal”, caratterizzata da un tasso di crescita più lento e dalla transizione verso settori a maggiore contenuto tecnologico, in cui le sfide ambientali non possono più essere ignorate.

La seconda tendenza, anch'essa ormai strutturale, è la sempre maggiore importanza dei consumi interni che, ormai, sono un fattore chiave per la crescita del Paese.

Segue, quindi, un fattore di natura politica e che fa riferimento alla prova di forza del leader cinese Xi Jinping che, tra il 2017 e il 2018, ha modificato la Costituzione per restare in carica per altri 10 anni almeno.

Su tutto, infine, pesa la vera e propria guerra commerciale con gli Stati Uniti. Fedele a quanto promesso in campagna elettorale, infatti, Trump ha alzato i dazi su una serie di prodotti cinesi, contribuendo alla diminuzione dell’export della Cina. A ciò si affianca l’opera di “contenimento tecnologico”, il vero premio delle partita, a cui Washington sembra voler sottoporre Pechino e che potrebbe avere ripercussioni sia nelle relazioni con i paesi europei, sia nell'avanzamento del progetto della Via della Seta, visto ormai con crescente scetticismo da sempre più attori e paesi e tacciato di essere uno strumento ad esclusivo vantaggio della Cina.

Via della Seta: Cina, accordo con il Porto di Rotterdam

Le previsioni per il 2019

Per il 2019 il governo cinese si è dato come obiettivo di crescita del Pil una forbice tra il 6% e il 6,5%. Si tratta, tuttavia, di previsioni soggette a numerosi fattori destabilizzanti, a cominciare dalle tensioni con gli USA.

Sotto il profilo delle dinamiche produttive, continuerà probabilmente lo spostamento da una Cina “fabbrica del mondo”, basata sulle quantità, ad una Cina che fa della qualità e degli investimenti in ricerca e sviluppo (R&D) il fulcro del proprio sistema produttivo.

Si tratta, evidentemente, di fenomeni non esenti dalle dinamiche internazionali legate, in definitiva, alla competizione tra Cina e USA per il primato tecnologico nel XXI secolo.

I rapporti Italia-Cina: un nuovo approccio per sistema paese e imprese

Sono cinque i fattori che incideranno, inevitabilmente, sulle relazioni commerciali e produttive tra i due paesi:

  • il mercato interno cinese in continua espansione e l'aumento dei flussi turistici rappresentano delle opportunità per le imprese italiane;
  • la produzione cinese sarà sempre più caratterizzata da investimenti in R&D;
  • la dimensione del mercato e dei competitor locali renderà sempre più difficile l’operatività di imprese di taglia ridotta, come sono spesso quelle italiane;
  • il contesto internazionale e l'economia in fase di rallentamento potrebbero portare Pechino a ridurre le misure restrittive agli investimenti in numerosi settori;
  • io scontro internazionale per il primato tecnologico potrebbe avere dei risvolti non prevedibili.

Alla luce di ciò il report identifica anche la “ricetta” che il Sistema Italia dovrebbe prediligere  nei rapporti con Pechino:

  • sotto il profilo degli investimenti in entrata, è sempre più necessaria una loro valutazione a monte e la predilezione per quelli a sostegno del tessuto produttivo italiano e a tutela dei livelli occupazionali;
  • per gli investimenti in uscita, è importante assicurare un adeguato sistema creditizio e assicurativo alle imprese italiane che vanno a investire in Cina;
  • nel campo dell'interscambio commerciale, è ormai necessario ridurre il deficit commerciale italiano verso la Cina, così come l’avanzamento delle esportazioni cinesi di qualità sia verso l’Italia che verso paesi terzi, in cui l’export italiano è forte, ma che ora si rivolgono sempre più alla Cina anche per questo tipo di prodotti.

Più in generale, sarà importante strutturare le relazioni bilaterali tra Italia e Cina nel prossimo decennio in funzione della cooperazione scientifica.

Il report si focalizza, infine, su una mappatura delle principali opportunità commerciali e produttive presenti in numerosi settori, dall'agroalimentare, alle scienze della vita e sanità, passando per l’automotive, il retail, le industrie creative e culturali come il cinema e il forniture -arredo-design.

Italia-Cina: non solo Belt and Road nella nuova fase di cooperazione

> Consulta la sintesi del rapporto

Photocredit: Niels Steeman da Pixabay 

Per continuare a leggere gli articoli inserisci la tua...
o

Questo sito web utilizza i cookie! Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web.