Sviluppo sostenibile - la comunicazione UE lascia a desiderare

 

Sviluppo sostenibile - Photo credit: Foto di Dominique Knobben da Pixabay Nonostante l’impegno dell’UE a favore della sostenibilità e degli obiettivi di sviluppo sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, mancano ancora in buona parte gli elementi essenziali di una buona comunicazione sul tema.

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E’ il monito contenuto in un’analisi  della Corte dei Conti europea, in cui si rimprovera la Commissione di non attuare alcun monitoraggio né pubblicare relazioni sul contributo fornito dalle politiche e dal bilancio dell’UE all’attuazione dello sviluppo sostenibile e al conseguimento degli SDGs.

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La Commissione non ha ancora integrato la sostenibilità nella rendicontazione sulla performance, anche perché non dispone di una strategia a lungo termine sullo sviluppo sostenibile fino al 2030.

Attraverso l’informativa sulla sostenibilità, anche nota come “informativa sulla responsabilità sociale delle imprese” o “informativa di carattere non finanziario”, un’organizzazione pubblica informazioni sul proprio impatto economico, ambientale e sociale.

Una relazione sulla sostenibilità presenta inoltre i valori e il modello di governance e dimostra il collegamento tra strategia ed impegno a favore di un’economia globale sostenibile.

Eurostat presenta già le tendenze statistiche sugli SDGs nell’UE, per lo più sulla base di informazioni fornite dagli Stati membri. La Commissione, però, non comunica ancora il contributo fornito dalle politiche e dal bilancio dell’UE all’attuazione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile.

Fa eccezione il settore dell’azione esterna, dove la Commissione sta adattando il sistema di rendicontazione della performance in relazione alla sostenibilità.

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In tale contesto, la Corte rileva che l’UE non dispone ancora di una strategia in materia di sviluppo sostenibile fino al 2030, che definisca gli obiettivi di sviluppo sostenibile pertinenti per l’Unione, né di obiettivi e target in merito ai quali riferire.

Di recente, la Commissione si è avviata nella direzione giusta ed ha pubblicato un documento di riflessione che delinea gli scenari per un’Europa sostenibile. Tale documento non include però alcuna analisi delle lacune, che individui le altre misure che l’UE deve adottare in termini di bilancio, politiche e normativa, né presenta il contributo fornito dai programmi di spesa dell’UE all’attuazione degli SDGs.

Finora due organismi UE, la Banca europea per gli investimenti e l’Ufficio dell’UE per la proprietà intellettuale, hanno pubblicato relazioni sulla sostenibilità. Le altre istituzioni e agenzie dell’UE, invece, forniscono informazioni principalmente sull’impatto del loro funzionamento sulla sostenibilità, ad esempio sull’uso di carta o di acqua, ma non su come hanno integrato i vari aspetti della sostenibilità nella propria pianificazione e strategia.

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I rischi per la sostenibilità sono spesso rischi finanziari, per cui è importante tener conto della sostenibilità nel processo decisionale. Una garanzia esterna sulle relazioni di sostenibilità può accrescerne la credibilità e aumentare la fiducia delle parti interessate nelle informazioni fornite, nonché ridurre il rischio di “greenwashing”.

La Corte individua quindi quattro sfide:

  • elaborare una strategia UE sulla sostenibilità e sugli SDGs post-2020;
  • integrare la sostenibilità e gli SDG nel bilancio dell’UE e nei piani di miglioramento della performance;
  • elaborare l’informativa sulla sostenibilità nelle istituzioni e nelle agenzie dell’UE;
  • aumentare la credibilità grazie all’audit.
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