Studio UE: la sostenibilita' è sempre piu' un fattore di competitivita'

 

Studio UE su aumento mercato prodotti sostenibili: photocredit anncaIn Europa cresce costantemente la domanda di prodotti sostenibili da parte dei consumatori, un’abitudine di consumo che si sta riflettendo inevitabilmente anche sugli orientamenti dei retailers e che rappresenta un nuovo fattore di competitività per le imprese produttrici, se adeguatamente compreso e governato.

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E’ questo il dato che emerge dallo studio “The European Union Market for Sustainable Products”, commissionato dalla DG Commercio della Commissione Europea all’International Trade Centre (ITC) e che contiene i dati sulla crescente domanda di prodotti sostenibili in Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi e Spagna, con il conseguente aggiornamento delle strategie di approvvigionamento adottate dagli operatori del commercio.

I retailers intervistati sono 1.800 e comprendono sia micro imprese che grandi gruppi. Lo studio copre otto gruppi di prodotti (food & beverage, abbigliamento, computer, forniture, telefonia mobile, materiali stampati e giocattoli) e contiene anche 12 raccomandazioni per gli operatori e per i policy makers per comprendere al meglio i nuovi orientamenti del mercato.

I numeri dei prodotti sostenibili

Il 96% dei retailers intervistati dai ricercatori dello studio afferma di aver introdotto tra i criteri di scelta per selezionare i fornitori di prodotti anche gli standard ambientali e sociali (ad esempio le condizioni di lavoro).

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Una scelta del resto motivata anche dall'aumento delle vendite di prodotti sostenibili che l’85% dei retailers intervistati ha registrato negli ultimi 5 anni e che ha comportato anche l’avvio, per il 76% di loro, di un impegno pubblico di informazione e comunicazione ai clienti sulla sostenibilità della propria value chain.

Quasi unanimi sono i dati sulle aspettative: il 92% dei retailers, infatti, si aspetta che la domanda di prodotti sostenibili sia destinata ad aumentare ulteriormente nei prossimi 5 anni, con percentuali che variano dal 78% della Spagna al 94% dei Paesi Bassi.

Grazie alla mappatura dei dati sulle tipologie di prodotto venduto (sostenibile o meno) che sempre più commercianti iniziano ad introdurre (ad oggi sono 127), emerge che nel 2017 il 59% degli introiti deriva ormai dalla vendita di prodotti sostenibili, con picchi raggiunti in Germania e Paesi Bassi.

Come mappare la sostenibilità

Sono diversi i criteri e i metodi utilizzati dai retailers per selezionare i prodotti sotto il profilo della sostenibilità. Il 22% degli intervistati afferma di usare almeno tre standard o codici di selezione.

Nei settori del food e del beverage si tratta soprattutto degli standard legati al commercio equo e a quello biologico.

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I retailers di abbigliamento, invece, utilizzano i codici di Oeko-Tex, Fairtrade e quello del Global Organic Textile Standard (GOTS).

Nel comparto del forniture, gli standard sempre più impiegati per selezionare le imprese produttrici sono la certificazione ISO 90001, gli standard “Forest Stewardship Council” (FSC), l’Oeko-Tex e la Certificazione del Programma per la salvaguardia delle foreste  (PEFC).

I rivenditori di materiali stampati come periodici o libri, affermano di utilizzare il FSC. Nel settore della telefonia mobile, invece, si impiegano il Blauer Engel, il Go Green e il Certificato Nature Office

Infine nel campo dei giocattoli gli standard di selezione più impiegati sono il Business Social Compliance Initiative (BSCI), le certificazioni ISO 14000 e ISO 9001 oltre al meccanismo del “Supplier Ethical Data Exchange” (SEDEX).

I principali dati per paese

Una parte particolarmente utile dello studio è poi quella che mappa i principali trend di consumo di prodotti sostenibili nei cinque paesi oggetto dell’indagine.

Oltre a riportare, infatti, i dati principali sul mercato dei prodotti sostenibili, diviso per gli otto comparti identificati, lo studio contiene anche interviste sui codici etici e gli standard impiegati nella selezione dei fornitori da parte di alcuni grandi e medi gruppi come Maison du Monde per il fornitore, Armedangels in Germania per il fashion e Supracafé’s in Spagna per il caffè.

Le raccomandazioni a istituzioni, retailers e aziende produttrici

Lo studio contiene 12 raccomandazioni che tengono conto dei dati attuali del mercato di prodotti sostenibili e di quello futuro.

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Sul fronte delle istituzioni, i policy makers dovrebbero:

  • Incentivare l'importazione in Europa di prodotti sostenibili attraverso politiche commerciali che abbassino i costi o garantiscano benefici alle imprese che si muovono sul fronte della sostenibilità;
  • Coinvolgere i governi dei principali paesi esportatori di merci verso l’UE sul tema della sostenibilità;
  • Creare un clima capace di sostenere il business nel campo della sostenibilità, lavorando assieme alle istituzioni che promuovono le esportazioni e gli investimenti;
  • Educare i consumatori sulle tematiche della sostenibilità attraverso campagne da realizzarsi a tutti i livelli (locali e nazionali), come il Premio “EU Cities for Fair and Ethical Trade Award”.

Il mondo del commercio,  invece, dovrebbe aumentare l’attenzione per:

  • Integrare la sostenibilità nei processi di business, diventando proattivo invece che reattivo rispetto alle attitudini dei consumatori nella scelta di prodotti sostenibili;
  • Andare oltre a strategie di rifornimento di prodotti che siano sostenibili con i codici di condotta e implementare, invece, i principi della circular economy nella definizione della propria value chain;
  • Condividere informazioni ed esperienze con altri operatori del commercio e con i produttori, anche in termini di best practices già adottate in alcuni paesi;
  • Collaborare sempre più con Organizzazioni non governative per cercare il loro sostegno e affrontare assieme il tema della sostenibilità nei paesi fornitori;
  • Educare i consumatori sulle tematiche della sostenibilità, in modo da influenzare anche le loro scelte di consumo.

Infine i produttori dovrebbero:

  • Agire attivamente per attuare pratiche sostenibili nei processi produttivi;
  • Collaborare maggiormente con gli acquirenti e condividere con loro i dati sulla produzione. La trasparenza, infatti, è un fattore chiave per mantenere relazioni di lungo termine con i buyers;
  • Ampliare la propria comprensione delle dinamiche di scelta dei consumatori orientate sempre più verso prodotti sostenibili, evitando di sottovalutare un trend che è invece ormai evidente.

Consulta lo studio

Photocredit: annca

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