Legge Bilancio 2019: Confindustria e Rete Imprese Italia, manovra inadeguata

 

Legge bilancio 2019Per Confindustria e Rete Imprese Italia la legge di Bilancio 2019 non garantisce un supporto adeguato alla crescita e alcune scelte, dal depotenziamento degli incentivi per Industria 4.0 alle modifiche al bonus ricerca, penalizzeranno le imprese.

Legge Bilancio 2019: ecco cosa prevede la manovra

Nel disegno di legge di Bilancio manca una visione di politica economica e una chiara strategia di supporto finanziario alla crescita: le misure previste, orientate prevalentemente sui consumi e poco sul sostegno agli investimenti, non avranno effetti duraturi sulla dinamica del Pil. E' la posizione espressa dal presidente di Confindustria Vincenzo Boccia in audizione alla Camera sulla manovra 2019.

Sulla stessa linea Rete Imprese Italia, che riunisce Casartigiani, CNA, Confartigianato, Confcommercio e Confesercenti: per il presidente Daniele Vaccarino, mancano risorse adeguate per intervenire su competitività, occupazione e messa in sicurezza del territorio e del patrimonio naturale e culturale.

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Boccia, sbagliato tagliare incentivi agli investimenti

Il problema per Confindustria non sta nella scelta di non rispettare le regole europee in materia di finanza pubblica, ha precisato Boccia. Lo sforamento, ha spiegato, avrebbe senso se, stimolando gli investimenti, servisse a dimostrare che è la crescita che determina la stabilità e non viceversa. Impegnare quasi due terzi delle risorse a sostegno della spesa corrente e concentrare i tagli sulla spesa per investimenti, invece, è fine a se stesso e non fa che minare la credibilità del paese.

Andando al dettaglio delle misure, Boccia ha criticato la mancanza di un processo di analisi e revisione della spesa pubblica e la non riproposizione del blocco delle imposte locali, mentre sul reddito di cittadinanza ha auspicato che si coniughi con la centralità del lavoro e non si traduca in una misura assistenzialistica.

Sul fronte del sostegno alle imprese, Confindustria ha lamentato il depotenziamento del Piano Industria 4.0, la mancata proroga del super ammortamento e la modifica dell'iper ammortamento, tra l'altro con risorse esigue rispetto alla scorsa manovra. Peggiorative, secondo Boccia, anche le modifiche al credito di imposta ricerca e sviluppo, mentre preoccupa la scelta di non rifinanziare il bonus per gli investimenti nel Mezzogiorno e il credito di imposta per la formazione 4.0.

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Non va meglio sul fronte delle misure per il lavoro: per Boccia i benefici sull'occupazione derivanti dagli anticipi pensionistici sono tutt'altro che automatici, mentre gli incentivi per l'occupazione al Sud e per l'assunzione di giovani eccellenze avrebbero portata limitata. Confindustria chiede invece una drastica riduzione del cuneo fiscale e il rafforzamento delle leve utili a coniugare domanda e offerta di lavoro, oltre a intervenire in maniera energica sui salari netti e detassare del tutto i premi aziendali di risultato.

Infine, pur guardando con favore alle risorse per il venture capital, Boccia denuncia la mancanza di un quadro omogeneo e organico a sostegno della finanza di impresa. Tra le proposte del numero uno di Confidustria, canalizzare la raccolta del risparmio privato attraverso i PIR anche verso le imprese non quotate e allargare il perimetro del Fondo di garanzia per le PMI anche alle MidCap.

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Rete Imprese Italia, risorse inadeguate per la crescita

Non mancano novità positive, ma le misure annunciate non sono sufficienti a raggiungere gli obiettivi di crescita prospettati, a fronte di un'economia italiana che sta rallentando, ha avvertito il presidente di Rete Imprese Italia Vaccarino.

Positivi il rifinanziamento Nuova Sabatini, che con poco più di un miliardo di risorse pubbliche ha permesso di attivare 14 miliardi di investimenti, la tassazione sostitutiva al 20% per professionisti e imprenditori individuali con ricavi fino a 100mila euro e la modifica di Resto al Sud, anche se resta problematica l'esclusione di una parte importante del sistema economico del Mezzogiorno, cioè le attività commerciali.

In generale, però, la maggior parte delle risorse sono destinate a reddito di cittadinanza, riforma Fornero, risarcimento ai risparmiatori coinvolti in crisi bancarie e condono fiscale, mentre per Vaccarino sono troppo contenute le risorse per gli investimenti materiali ed immateriali necessari ad accrescere produttività, innovazione, competenze ed occupazione.

Passando alle singole misure, per Rete Imprese Italia, la mini Ires, cioè la tassazione agevolata sugli investimenti in beni strumentali e per la nuova occupazione, è una norma molto selettiva, che discrimina le imprese personali, mentre l'estensione del regime forfettario per le partite Iva, seppure positiva, non risolve il problema dell'iniquità della diversa pressione fiscale cui sono sottoposti i redditi conseguiti in base alla natura del percettore. Tra l'altro la scelta del regime forfettario comporterà, in assenza di altri redditi, la perdita della possibilità di utilizzare detrazioni e deduzioni.

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Rammarico per la mancata proroga del super ammortamento e per la nuova formulazione del bonus ricerca e sviluppo, che penalizzerà le piccole imprese, mentre la proroga delle detrazioni per le ristrutturazioni edilizie e l'ecobonus dovrebbe accompagnarsi alla cessione del credito anche nei confronti degli istituti di credito.

Gli aumenti delle aliquote Iva, ha poi osservato Vaccarino, devono essere scongiurati totalmente anche nel 2020 e 2021 e la cedolare secca per la locazione degli immobili a uso commerciale dovrebbe essere diretta anche alla riduzione dei canoni ed essere estesa anche ai laboratori di arte, professioni e mestieri.

Disappunto per la scelta di abrogare l'entrata in vigore dell'IRI, un regime fiscale opzionale che avrebbe permesso alle società di persone di pagare le tasse separando il reddito dell'impresa da quello personale; questa misura, secondo Vaccarino, avrebbe mitigato le differenze di imposizioni esistenti tra le società di capitali e di persone e avrebbe incentivato la patrimonializzazione delle imprese.

Sul fronte lavoro, infine, Rete Imprese Italia condivide la posizione di Confindustria: le misure proposte hanno impatto limitato e la riduzione del cuneo fiscale per le assunzioni di giovani dovrebbe interessare l'intero territorio nazionale.

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