PAC post 2020: Corte Conti UE, troppo spazio a pagamenti basati su ettari

 

Politica Agricola Comune - Photo credit: Ernst VikneI pagamenti diretti basati sulla superficie non permettono di affrontare adeguatamente le problematiche ambientali e di assicurare un sostegno efficace al reddito degli agricoltori. E' una delle critiche mosse dalla Corte dei Conti europea alla proposta della Commissione per la Politica Agricola Comune (PAC) post 2020.

La proposta della Commissione per la PAC post 2020

L'impianto della PAC 2021-2027 non convince la Corte dei conti europea, che nel suo ultimo parere mette in fila una serie di critiche alle proposte presentate dalla Commissione UE. Il progetto di riforma non risponde alle ambizioni europee riguardo ad una Politica Agricola Comune più verde e maggiormente attenta ai risultati e continua a dedicare troppo risorse finanziarie ai pagamenti diretti basati sugli ettari.

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I rilievi della Corte dei Conti UE

La prima osservazione della Corte riguarda l'aspetto finanziario: nonostante l'Esecutivo UE parli generalmente di un taglio del 5% alla dotazione della PAC, l'allocazione finanziaria proposta per il settennato 2021-2027 comporterebbe in realtà un taglio del 15% rispetto all'attuale programmazione.

La Commissione europea aveva poi assicurato che gli obiettivi concernenti il clima e l’ambiente sarebbero stati altamente prioritari nella riforma della Politica Agricola Comune. Secondo la Corte, invece, nella proposta mancano valori-obiettivo che permettano di valutare o misurare gli effetti in termini di sostenibilità delle azioni previste e il contributo della PAC ai target UE in materia di ambiente e clima appare irrealistico.

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Inoltre, continua il parere, i fondi UE non sarebbero allocati sulla base di una valutazione dei fabbisogni e dei risultati attesi e i livelli di cofinanziamento proposti non rifletterebbero i differenti livelli di valore aggiunto previsti negli Stati membri. La maggior parte delle risorse delle PAC continuerebbero infatti ad essere destinate ai pagamenti diretti sulla base degli ettari posseduti o utilizzati, che secondo la Corte sono inadeguati sia ad affrontare le sfide ambientali e climatiche che a sostenere il reddito degli agricoltori.

Per quanto riguarda le modalità di attuazione della Politica Agricola Comune, secondo i giudici di Lussemburgo la proposta della Commissione manca l'obiettivo di basare le valutazioni sulle performance, anziché sulla conformità alle norme. La nuova PAC richiederebbe infatti maggiori incentivi per i risultati e obiettivi chiaramente collegati alle realizzazioni e all’impatto degli interventi.

Secondo la Corte, inoltre, la ridefinizione delle norme di ammissibilità delle spese ai fini pagamenti della PAC condurrebbe ad un regime meno affidabile, con controlli ed audit meno numerosi ed efficaci. "Il passaggio a una valutazione basata sulla performance non dispenserebbe dall’obbligo di controllare la legittimità e la regolarità", ha affermato João Figueiredo, il membro della Corte dei conti europea responsabile del parere. "Temiamo che una disposizione giuridica in virtù della quale solo una parte molto ridotta della spesa debba essere eseguita conformemente alle norme UE potrebbe rendere queste ultime prive di significato e pregiudicare l’applicazione della normativa UE".

Infine, la relazione denuncia la mancanza di un solido sistema di controllo esterno. La proposta di dispensare gli organismi pagatori dall'obbligo di trasmettere a Bruxelles le statistiche di controllo e gli organismi di certificazione dal fornire garanzie sui pagamenti ai singoli agricoltori indebolirebbe il compito della Commissione UE di render conto del proprio operato.

Pronta la replica di Bruxelles, secondo cui le conclusioni della Corte dei Conti UE sono "basate su un fraintendimento o un'interpretazione errata delle proposte". La Commissione fornirà alla Corte "una risposta dettagliata e attende l'opportunità di incontrare i membri competenti per esporre una sua valutazione del parere", ha fatto sapere un portavoce dell'Esecutivo comunitario.

Opinion No 7/2018: concerning Commission proposals for regulations relating to the Common Agricultural Policy for the post-2020 period

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