Altagamma: Andrea Illy, whatever it takes anche per industria italiana

 

Photo credit Andrea Illy - fondazione AltagammaIl “whatever it takes” di Draghi dovrebbe valere anche per il sostegno alle imprese italiane. E' uno dei messaggi lanciati dal presidente di Altagamma Andrea Illy, in occasione della presentazione del libro della fondazione sulle strategie per l'Italia di eccellenza, a Roma.

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La crisi istituzionale italiana è una crisi tardiva, che arriva in un momento in cui il peggio sembra alle spalle e a fronte di segnali di ripresa incoraggianti, ma non per questo va sottovalutata, ha esordito il presidente di Altagamma, e di illycaffè, Andrea Illy, aprendo la presentazione del volume della fondazione sulle strategie per l'Italia di eccellenza, che raccoglie 78 contributi di rappresentanti del mondo delle imprese ed esperti, tra cui il premio Nobel per l'economia Michael Spence.

La situazione politica è il convitato di pietra al convegno della fondazione Altagamma, che però, ha detto Illy, ha deciso di guardare al doppio significato di crisi in cinese - pericolo e opportunità - e di concentrarsi sul versante delle opportunità. Il volume quindi, da una parte, analizza i gap di competitività e di competenze da colmare per consolidare la crescita italiana, e in particolare dell'industria culturale e della creatività, dall'altra propone possibili soluzioni a partire dal valore aggiunto del modello di business italiano, fondato su ecosistemi collettivi, come i distretti, i consorzi, le cooperative.

Un quadro a luci e ombre

La situazione italiana è segnata da luci e ombre, ha spiegato l'economista della London Business School Lucrezia Reichlin: da una parte, un quadro di bassa produttività e crescita rispetto a nostri partner storici come la Germania, che ha avuto origine dagli anni Novanta, quando l'Italia ha deciso di non competere più sulla base del tasso di cambio, ma sulle leve della competitività e dell'innovazione, e ha perso la sfida tecnologica legata all'Ict; dall'altra, ci sono tante imprese medie e grandi che già dal 2010 hanno intrapreso un percorso di riscatto e di crescita.

La sfida resta quella di creare le condizioni per la crescita delle imprese più piccole, meno produttive non solo delle medio-grandi nostrane, ma anche delle omologhe dei nostri partner UE, ha aggiunto Reichlin. Il modello proposto da Altagamma nel volume, con ecosistemi che intrecciano settori diversi e attori che operano insieme sulla base del principio “cooperare per competere” può essere vincente, ma non bisogna sottovalutare il problema dell'emigrazione giovanile che ha portato via dall'Italia skill e talenti, soprattutto al Sud, ha avvertito.

Il ruolo degli incentivi a supporto degli investimenti

L'Italia sfiora il primato in più di un ambito – siamo secondi alla Germania come paese manifatturiero europeo, alla Spagna per pernottamenti di turisti stranieri, alla Francia nell'agricoltura – ma è prima per numero di settori dell'industria culturale e creativa, grazie a brand di eccellenza che detengono il 10% dei consumi mondiali, ha spiegato il vicepresidente della Fondazione Edison Marco Fortis, ricordando che siamo con la Germania l'unico Paese ad avere un surplus commerciale sia con paesi UE che extra UE (100 miliardi di dollari).

Per quanto incompiute, secondo Fortis, un contributo importante è venuto dalle politiche economiche degli ultimi anni dirette a stimolare gli investimenti, dal rifinanziamento della Nuova Sabatini al super e iper ammortamento, dal Patent box a Impresa 4.0. La scelta politica di agevolare gli investimenti indipendentemente da chi li realizza, senza che il pubblico decida quali settori sostenere e in cosa si deve investire, ha continuato Fortis, ha portato l'Italia al terzo posto per crescita cumulata degli investimenti negli ultimi tre anni (+22%), più della Germania.

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Le politiche strategiche per l'eccellenza made in Italy

Il libro di Altagamma contiene quindi una serie di proposte per consolidare i segnali di ripresa e valorizzare gli ecosistemi produttivi italiani, renderli più aperti al digitale e alle opportunità della finanza evoluta, e meglio attrezzati dal punto di vista della governance, ha spiegato il presidente della fondazione, che dal 1992 riunisce le imprese italiane che rappresentano l'alta industria creativa e culturale, dalla moda al wellness, dall'alimentare al design.

Quattro raccomandazioni sono poi rivolte a tutti gli stakeholder e in particolare al mondo della politica.

La prima riguarda la necessità di politiche industriali che privilegino l'industria ad alto valore aggiunto, ha detto Illy. Il modello italiano basato sugli ecosistemi resta efficace, basti pensare che il più famoso ecosistema globale, la Silicon Valley, è nato dallo studio dei distretti industriali italiani, ha ricordato Illy, ma deve essere potenziato. Da qui l'accordo di collaborazione siglato da Altagamma con il Politecnico di Milano, per studiare proposte concrete in questa direzione.

Il secondo campo di intervento è quello delle politiche fiscali, che devono mirare alla crescita delle imprese con ogni mezzo e al rinnovamento tramite il sostegno all'imprenditoria giovanile. Per Illy il “whatever it takes” che ha mosso l'azione di Mario Draghi alla guida della BCE deve valere anche per le scelte rivolte all'industria italiana, guardando soprattutto alle piccole imprese familiari, fragili e sottocapitalizzate. Una delle strade per incentivare il passaggio a un modello aperto di capitalismo familiare passa per la partecipazione al programma Elite di Borsa italiana, che prepara le imprese alla quotazione, ha detto Illy, secondo cui può essere utile al rafforzamento delle imprese a prescindere dalla decisione finale circa il quotarsi o meno.

Vi è poi il tema dello sviluppo dei talenti indispensabili per promuovere l'innovazione, a cominciare dall'aumento del numero dei diplomati negli istituti tecnici superiori e dei laureati nei settori tecnologici. Un gap da colmare con urgenza, se si pensa che nelle nostre filiere ci sono almeno 100mila posti di lavoro non coperti per mancanza di competenze, a fronte di una disoccupazione giovanile che negli anni più duri della crisi ha toccato il 44% nella fascia sotto i 25 anni, ha ricordato Illy.

Infine, le politiche promozionali a sostegno dell'export e del turismo, sfruttando la digitalizzazione e i nuovi media, e creando un concept coerente che valorizzi tutto il made in Italy e comunichi la bellezza e lo stile di vita italiano. A questo proposito Altagamma ha in cantiere un altro progetto, dedicato alla promozione dei tesori dell'Italia.

Tra gli strumenti a sostegno dell'export anche il programma Alti potenziali dell'ICE, illustrato dal presidente Michele Scannavini, nel corso di uno tre panel della conferenza, dedicati rispettivamente alle strategie industriali, per la formazione e per la promozione. Il programma Alti potenziali è dedicato alle imprese che pur avendo sviluppato prodotti o servizi competitivi non riescono a consolidare la loro posizione sui mercati internazionali, ha spiegato Scannavini. L'ICE supporta queste aziende aiutandole nella definizione di un piano operativo, accompagnandole sui mercati e mettendo a disposizione le proprie strutture per realizzare il piano strategico concordato.

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