ETS – rapporto annuale GSE sulle aste di CO2

 

Nel 2015, l’Italia ha collocato oltre 69 milioni di quote di emissioni, valide per il periodo 2013-2020, con un ricavo di oltre 527 milioni di euro

ETS - Author: Aristocrats-hat / photo on flickr

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Il GSE pubblica il rapporto annuale sulle aste di quote europee di emissione 2015: un’analisi quantitativa e qualitativa dei risultati delle aste “primarie” di quote CO2 registrati nel 2015 su tutte le piattaforme attive in Europa. Il rapporto, inoltre, tiene conto del dibattito sulla riforma dell’EU ETS a livello nazionale ed europeo.

EU ETS

Cos'è. Il Sistema europeo di scambio delle quote di emissione (European Union Emissions Trading Scheme - EU ETS) è il principale strumento adottato dall’Ue, in attuazione del Protocollo di Kyoto, per ridurre le emissioni di gas a effetto serra nei settori energivori.

Istituito con la direttiva 2003/87/CE, meglio nota come direttiva ETS, il sistema prevede che, dal 2005, gli impianti europei con elevati volumi di emissioni non possano funzionare senza un’autorizzazione ad emettere gas serra. Ogni impianto autorizzato deve monitorare annualmente le proprie emissioni e compensarle con quote di emissione europee (European Union Allowances, EUA, e European Union Aviation Allowances, EUA A - equivalenti entrambi a 1 tonnellata di CO2) che possono essere comprate e vendute sul mercato.

L'EU ETS è un sistema "cap&trade" perché fissa un tetto massimo ("cap") al livello totale delle emissioni consentite a tutti i soggetti vincolati dal sistema, ma consente ai partecipanti di acquistare e vendere sul mercato ("trade") diritti di emissione di CO2 ("quote") secondo le loro necessità, all'interno del limite stabilito.

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Come funziona. Gli Stati membri assegnano le quote agli operatori a titolo oneroso attraverso aste pubbliche europee. Gli impianti manifatturieri, in particolare quelli esposti a rischio di delocalizzazione a causa dei costi del carbonio (rischio di carbon leakage), ricevono una parte di quote a titolo gratuito in base a parametri di riferimento armonizzati a livello europeo e quantificati in base alla performance del 10% degli impianti più efficienti per ciascun settore industriale.

Gli impianti possono comunque comprare e vendere quote tra loro, attraverso accordi privati o rivolgendosi al mercato secondario del carbonio. Le quote sono contabilizzate nel Registro unico dell’Unione europea, una banca dati in formato elettronico che tiene traccia di tutti i passaggi di proprietà delle quote e consente agli operatori di compensare, annualmente, le proprie emissioni restituendo le quote agli Stati membri.

Riforma ETS. Alla luce del crescente surplus di quote di emissione - causato da un eccesso di offerta e del rallentamento economico - si è assistito col tempo a una caduta del prezzo del carbonio ben al di sotto dei livelli stimati quando è stato creato il sistema europeo di scambio delle emissioni. Per rimediare a tale situazione, nel corso del 2015, le istituzioni Ue hanno raggiunto un accordo per riformare in parte il sistema ETS, in particolare per quanto riguarda la quota di riserva, ed eliminare gli impatti negativi dell’eccedenza di quote disponibili.

Il nuovo regolamento crea un sistema che preleva automaticamente una porzione di quote dal mercato per porle in una riserva di "stabilità", qualora l'eccedenza sia superiore a una certa soglia. Nello scenario opposto, le quote potrebbero essere restituite al mercato.

Sempre nel 2015, per la precisione a luglio, la Commissione europea ha presentato una proposta di revisione della direttiva ETS nell’ambito dell'Unione dell’energia, affinché resti lo strumento più efficiente ed efficace per ridurre le emissioni del 40% entro il 2030. L’obiettivo è salvaguardare la competitività internazionale dei settori industriali più esposti al rischio di delocalizzazione della produzione fuori dell'Ue, verso Paesi con una politica meno restrittiva in materia di gas a effetto serra. La Commissione ha inoltre proposto che gli Stati membri utilizzino gli introiti ottenuti con lo scambio di emissioni per sostenere i Paesi terzi che devono adeguarsi alle conseguenze dei cambiamenti climatici.

ETS: rapporto 2015

Il Gestore dei servizi energetici - parte del Comitato ETS, l'organo interministeriale che assolve alla funzione di Autorità nazionale competente per la gestione della direttiva ETS in Italia - pubblica il rapporto annuale sulle aste di quote europee di emissione nel 2015.

Durante tutto il 2015, l’Italia ha collocato sulla Piattaforma d’asta comune transitoria (t-CAP) gestita da EEX, oltre 69 milioni di quote EUA valevoli per il periodo 2013-2020, con proventi per oltre 527 milioni di euro, pari all'11% delle risorse generate dalle aste di quote EUA nel 2015.

I prezzi di aggiudicazione ottenuti dall’Italia sono i medesimi degli altri Stati membri aderenti alla t-CAP, con una media annua di 7,62 euro, 1,71 euro superiore rispetto a quanto fatto registrare lo scorso anno.

Le quote EUA A collocate dal Paese sulla medesima piattaforma, superano i 2 milioni, con un ricavo di oltre 14 milioni di euro, pari al 12,3% delle risorse generate dalle aste di quote EUA A nel 2015.

Il rapporto fornisce inoltre le prospettive per i proventi italiani nel 2016: secondo quanto riportato dal Calendario Aste 2016 della t-CAP (Calendario consolidato delle aste “primarie” di quote CO2 per il 2016), nel corso dell’anno l’Italia metterà all’asta oltre 77 milioni di EUA, pari a circa il 10,5% del totale di quote su tutte le piattaforme, e 749 mila quote EUA A, pari a circa il 12,5% del totale di EUA A dell’anno.

> Rapporto annuale sulle aste di quote europee di emissione nel 2015

Photo credit: Aristocrats-hat via Foter.com / CC BY-NC

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