Start up: misurare le performance degli incubatori di imprese

 

Startup - Photo credit: SalFalko / Foter / Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)Gli studi e le indagini per fornire alle start up gli strumenti di valutazione delle strutture cui rivolgersi per la creazione d'impresa in Italia.

Il contesto in cui operano le strutture, pubbliche e private, che si occupano di creazione d'impresa – incubatori, acceleratori, parchi scientifici e tecnologici, poli d'innovazione, spazi di coworking – risulta piuttosto eterogeneo quanto a dimensioni, forme organizzative e modelli operativi. E' quanto risulta da numerosi report che cercano di censire l’attività di incubazione nel nostro paese, fra cui quello realizzato dalla Banca d'Italia, dal titolo “Gli incubatori di impresa in Italia”, che delinea le principali caratteristiche dell’attività di incubazione, fornisce elementi per una valutazione dei risultati ottenuti dagli incubatori d’impresa e delle criticità tuttora esistenti mettendo a confronto la situazione italiana con quella dei principali paesi europei.

Gli incubatori italiani, rivela lo studio in questione, hanno mediamente dimensioni molto contenute e per la gran parte presentano disavanzi di gestione, ripianati prevalentemente con l’intervento degli enti pubblici, soprattutto di natura locale, o dei soci. In particolare, quelli del Mezzogiorno si caratterizzano per una dipendenza maggiore dai fondi pubblici nazionali, mentre in quelli attivi nel Nord Est è più elevato l’apporto di aziende private.

I servizi offerti alle imprese sono prevalentemente quelli di natura logistica e, con minore frequenza, quelli a più alto valore aggiunto di tutoring, mentorship e networking. Inoltre, rivela l'indagine realizzata dalla Banca d'Italia, gran parte degli incubatori italiani sono coinvolti nelle fasi preliminari di definizione dell’idea di business, mentre dopo l’ingresso delle imprese nel mercato il grado di coinvolgimento diminuisce.

Ad oggi sono 26 gli incubatori certificati in Italia, iscritti nella sezione speciale del Registro delle imprese: fra questi, H-Farm di Treviso, il padovano M31, il Polo tecnologico di Pisa, AlmaCube dell'università di Bologna e Itech, l’Incubatore sviluppato all'interno del Business Innovation Center Lazio per la creazione e lo sviluppo di nuove imprese ad alto contenuto tecnologico. E ancora, il milanese Digital magics, che si concentra sulla fase di seed stage, vale a dire la fase embrionale di una nuova azienda, da cui a sua volta è nato 56cube, incubatore di start-up innovative operanti su internet con sede a Salerno.  

Ma è possibile misurare le performance delle organizzazioni per la creazione d’impresa, i punti di forza e debolezza nel supporto alle startup? Questa la domanda alla base dell'indagine 'Incubatori di startup che crescono, modelli e prospettive per il futuro' avviata da Lattanzio Group, società specializzata nella creazione d'impresa e venture capital.

Uno studio che intende focalizzarsi sia sulle organizzazioni più efficienti, sia sugli indicatori di best practices che fanno di tali strutture altamente performanti un modello organizzativo di riferimento per il sistema.

L’indagine coinvolge le organizzazioni presenti in Italia tramite un questionario online che analizza le loro caratteristiche fondamentali, misurandone l’influenza sulle loro performance. I risultati dello studio, che vedono l'apporto di esperti, testimonial, startupper, promotori di politiche pubbliche e investitori privati, saranno presentati in autunno.

Links



Banca d'Italia - Gli incubatori di impresa in Italia

Tutti i finanziamenti per avviare una start-up: venture capital, banche, incubatori

Startup - Photo credit: SalFalko / Foter / Creative Commons Attribution-NonCommercial 2.0 Generic (CC BY-NC 2.0)

Per continuare a leggere gli articoli inserisci la tua...
o

Questo sito web utilizza i cookie! Acconsenti ai nostri cookie, se continui ad utilizzare questo sito web.