Lavori in corso verso il Piano nazionale per la famiglia

 

Consultazione Piano Nazionale Famiglie - Foto da PixabayIl Dipartimento per le Politiche della Famiglia ha lanciato una consultazione pubblica per raccogliere contributi sul nuovo Piano Nazionale della Famiglia, il documento che offrirà un quadro di riferimento unitario agli investimenti, ai diversi livelli di governo, volti a migliorare il welfare familiare.

Cosa prevede il Family Act

Al fine di garantire il più ampio processo partecipativo da parte di tutti i diversi stakeholder alla definizione del Piano Nazionale per la Famiglia, la consultazione pubblica intende raccogliere contributi su quattro aree tematiche specifiche che rappresenteranno gli assi portanti della futura strategia e guideranno le politiche nazionali sul tema nei prossimi anni.

I contributi raccolti, oltre ad essere delle utili indicazioni per la redazione della parte teorica e di quella operativa del Piano, saranno oggetto di discussione della prossima Conferenza Nazionale per la Famiglia, che si terrà in autunno a Roma.

Piano nazionale famiglie: le 4 aree tematiche di riferimento

La prima area tematica riguarda la questione demografica. In questa sezione si affronta il complesso fenomeno dello squilibrio demografico e delle sue implicazioni a livello sistemico, in relazione alla crescita economica, alla sostenibilità fiscale e al welfare, al sistema sanitario, al benessere e alla coesione sociale del Paese.

Vengono individuate, inoltre, le relative politiche familiari necessarie di risposta al fenomeno quali, tra le altre, la previsione di investimenti e servizi a favore delle famiglie e dei giovani, nonché di misure strutturali e concrete azioni per rilanciare l’occupazione femminile, promuovendo le pari opportunità per tutti e facilitando la conciliazione tra vita personale e vita lavorativa.

Il rapporto tra generi e generazioni è il secondo tema di interesse. In questo caso, vengono analizzate le due principali relazioni familiari, quella di coppia e quella tra le generazioni, dal punto di vista delle criticità emergenti: da una parte, l’instabilità coniugale, la violenza domestica, la difficile conciliazione tra famiglia e lavoro, che determina una non equa distribuzione dei compiti di cura, dall’altra parte, i fenomeni che oggi sembrano mettere a rischio la persistente solidarietà intergenerazionale.

Si ipotizzano, inoltre, alcune possibili strategie necessarie a rispondere a tali criticità con una specifica valorizzazione di alcune risorse già presenti, ma con funzioni da ripensare, quali i consultori, i centri per le famiglie, la scuola.

Terza area tematica è quella della disuguaglianza. Il pilastro richiama il fondamentale principio di uguaglianza sancito dall’articolo 3 della Costituzione ed esplora le politiche familiari finalizzate a contrastare tutte le disuguaglianze.

L’obiettivo da raggiungere è anche quello di favorire un sistema di interventi inclusivo che assicuri la piena fruizione dei diritti da parte di tutti, nonché offrire parità di accesso ai servizi educativi formali e informali, attivare i processi di coinvolgimento e partecipazione del mondo associativo e delle famiglie nella formazione e attuazione delle politiche, e promuovere l’equità tra famiglie con figli e famiglie senza figli.

L’ultimo tema da considerare è quello del lavoro in un’ottica di parità di genere. L’area analizza le problematiche relative all’occupazione femminile e alla parità di genere nel mercato del lavoro e descrive le politiche necessarie a raggiungere l’obiettivo della parità di genere quali, tra le altre: la previsione di maggiori investimenti pubblici nelle infrastrutture sociali per l’assistenza all’infanzia e agli altri familiari non autosufficienti, la revisione dei tempi delle città e della scuola in accordo con quelli della famiglia, la condivisione dei carichi di cura all’interno della famiglia, la promozione di strumenti per favorire l’utilizzo di forme di lavoro flessibile sia per i lavoratori che per le lavoratrici, e lo sviluppo di un percorso culturale di lotta agli stereotipi di genere.

Su ognuna delle quattro aree tematiche, che saranno affrontate pubblicamente attraverso l’organizzazione di altrettanti seminari e sui quali sono disponibili dei documenti di sintesi ad hoc elaborati dall’Osservatorio Nazionale sulla Famiglia, tutti coloro che intendono partecipare alla consultazione potranno rispondere pubblicamente con un contributo di massimo 2.000 caratteri (spazi inclusi) rispondendo alle seguenti domande-guida:

  • In merito al tema affrontato, quali sono, in base alla propria esperienza, le criticità e le principali problematiche che si sono accentuate durante la pandemia da Covid-19?
  • Quali pratiche virtuose, risposte originali e forme di resilienza sono state messe in atto dal vostro territorio al fine di superare tali criticità?

Chi può partecipare alla consultazione e come farlo?

Sono invitati a prendere parte alla consultazione pubblica:

  • Rappresentanti di enti pubblici a livello locale che si occupano di tematiche sociali e, in particolare, di politiche e servizi a sostegno della famiglia, della natalità e della genitorialità;
  • Rappresentanti di associazioni del terzo settore a livello nazionale o locale che si occupano di tematiche sociali e, in particolare, di servizi a sostegno della famiglia, della natalità e della genitorialità;
  • Rappresentanti del settore economico privato;
  • Tutti coloro che intendono contribuire con proposte e suggerimenti.

Per partecipare alle consultazioni sulla piattaforma "ParteciPa" è necessario registrarsi, cliccando in alto a destra su "Registrati". Dopo aver effettuato l’accesso si entra nella pagina dedicata alle proposte aperte relativa a questa consultazione. Qui è possibile sia leggere tutte le proposte avanzate da altri utenti, che contribuire con la propria proposta, seguendo le due domande-guida, su ognuna delle aree tematiche del Piano.

La consultazione pubblica si sviluppa nell'arco di quattro differenti fasi, di cui la prima, che si è aperta il 15 luglio e si chiude il 30 agosto, dedicata alla raccolta dei contributi sulle aree tematiche "La questione demografica" e "Il rapporto tra generi e generazioni".

A questa seguono:

  • la Fase 2, per elaborare il report intermedio;
  • la Fase 3 - dal 8 settembre al 15 ottobre - in cui è possibile inviare il proprio contributo sulle aree tematiche "Il tema della disuguaglianza" e "Il tema del lavoro in un’ottica di parità di genere";
  • la Fase 4, per la stesura del report finale dell'intero percorso di partecipazione.

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