CETA: Corte Giustizia UE, ok a tribunale per risoluzione controversie

 

Photocredit: StockSnap da PixabayLa Corte di giustizia europea ha dato parere positivo sulla compatibilità della procedura per la risoluzione delle controversie sugli investimenti (il meccanismo ISC), prevista all’interno dell’Accordo di libero scambio con il Canada (CETA), con il diritto dell’Unione europea.

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Si tratta di una decisione accolta con soddisfazione dal Presidente della Commissione Europea, Jean-Claude Juncker, da sempre favorevole al meccanismo ISC (Investment Court System) proposto dall’UE.

“Non posso che dare il benvenuto alla decisione della Corte che si pone come l’ultima conferma dell’approccio seguito dalla Commissione”, ha detto infatti Junker, aggiungendo che “le conclusioni della Corte di giustizia sono importanti per condurre alla piena applicazione dell’accordo commerciale con il Canada”.

Cosa prevede il meccanismo ISC

L’Investment Court System (ISC) prevede la creazione di un tribunale permanente composto da giudici di nomina pubblica, chiamati a valutare le controversie insorte in materia di investimenti tra un’azienda privata e uno Stato.

Con l’adozione del meccanismo ISC, l’Unione Europea intende sostituire l’altro meccanismo di risoluzione delle controversie sugli investimenti tra privati e Stati finora utilizzato, noto con l'acronimo di ISDS ( investor-state dispute settlement) in cui i giudici sono di nomina privata.

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In breve l’adozione dell’ISC consente di:

  • prevedere misure di protezione degli investimenti esteri e degli investitori;
  • rendere chiaro che i governi preservano il diritto di regolare e perseguire legittimi obiettivi politici come quelli nel campo della salute, sicurezza, ambiente, promozione della diversità culturale, morale pubblica.

Alla luce di ciò le principali caratteristiche dell’ISC saranno quelle di essere un tribunale permanente:

  • ispirato ai tribunali pubblici internazionali;
  • composto da una camera di prima istanza e una di appello;
  • non basato su tribunali temporanei o ad hoc;
  • composto da giudici professionali e indipendenti, nominati da entrambe le parti;
  • che lavori in piena trasparenza, garantendo l’accesso agli atti e permettendo l’intervento di terze parti (come le ONG, i rappresentanti dei cittadini, i sindacati) nei procedimenti.

Cosa ha stabilito la Corte

Con la decisione del 30 aprile 2019, la Corte di giustizia europea ha di fatto dato il proprio benestare al meccanismo ISC, ritenendo che “la competenza esclusiva della Corte a statuire sulla ripartizione delle competenze tra l'Unione e i suoi Stati membri” resta “preservata”.

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Secondo la Corte, infatti, il CETA “non attribuisce ai tribunali” istituiti al proprio interno “alcuna competenza nell'interpretazione o nell'applicazione del diritto dell'Unione diversa da quella inerente le disposizioni dell'accordo stesso".

La Corte era stata interpellata dal Belgio che aveva subordinato la ratifica del CETA al giudizio dei giudici comunitari, chiamati chiarire se l’ISC sarebbe stato compatibile o meno con il ruolo della Corte.

Il futuro del CETA e degli altri accordi commerciali

L’Accordo tra UE e il Canada è in vigore in via provvisoria da settembre 2017, in attesa di ratifica da parte di tutti gli Stati membri.

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Fino a quando tutti i Paesi non avranno completato il processo di ratifica, il meccanismo ISC non entrerà in vigore.

La Commissione europea però, anche alla luce della decisione della Corte, manterrà l’inclusione dell’ISC in molti degli accordi di libero scambio che entreranno in vigore nel prossimo futuro come quelli con Singapore, Messico e Vietnam.

Photocredit: StockSnap da Pixabay

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