Parte dall'Etiopia il Mal d'Africa delle Pmi

 
AfricaLa parola d’ordine del nuovo Piano Africa è “diversificazione delle attività”. Nel Continente Nero il sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega al Commercio Estero, Adolfo Urso, intende operare con il supporto della Farnesina  secondo una logica di “sviluppo condiviso”. L’obiettivo è quello di creare o innovare quelle infrastrutture necessarie per l’interscambio delle risorse naturali, culturali, imprenditoriali, tecnologiche ed energetiche dei Paesi interessati al progetto.

Adolfo UrsoIl Piano Africa coinvolgerà direttamente le Regioni italiane: è infatti previsto che per ogni Paese obiettivo, non più di dieci, venga siglata una partnership specifica con una Regione italiana che, pur operando in coordinamento col resto del sistema-Italia, sarà più direttamente incaricata di garantire continuità d’azione anche nel medio-lungo periodo. Il Piano Africa verrà inaugurato il 26 e 27 febbraio 2009 con una missione di Urso in Etiopia, seguita a ruota da Tanzania (28 febbraio, 1 e 2 marzo) e Angola (luglio 2009).

“L’Etiopia è un Paese di grande interesse strategico – ha affermato Urso -  non solo per gli straordinari vincoli di amicizia con l’Italia, preziosi per intensificare i rapporti commerciali, ma anche perché è un’area con più di 80 milioni di abitanti che rappresenta uno dei mercati più grandi dell’Africa Subsahariana”.

"L'Etiopia ha grande importanza come mercato commerciale per l'Italia - ha commentato Giampaolo Bruno, responsabile dell'Ice di Johannesburg in Sudafrica, competente per Etiopia e Tanzania - essendo il secondo Paese africano per dimensioni dopo la Nigeria”.

"Importante esportatore di prodotti agricoli, tra cui caffè, frutta tropicali e fiori esotici, l’Etiopia ha bisogno di un forte sviluppo delle infrastrutture, per valorizzare il commercio interno” ha sottolineato Urso, che a fine febbraio volerà ad Addis Abeba per cercare nuove opportunità commerciali sul mercato per le aziende italiane.

Secondo le ultime statistiche dell'Ice, nel 2007 il tasso di crescita del Pil etiope è stato dell’11%, nel 2008 dell’8,5% (ben al di sopra della media del 5,8% dell’Africa sub-sahariana) e nel 2009 dovrebbe attestarsi intorno al 7,5%. Tra gennaio e settembre 2008 l’export italiano verso l’Etiopia è stato di 137 milioni di euro. Attualmente nel Paese africano sono presenti circa 200 operatori italiani attivi nei settori più disparati.  Questa forte crescita economica dovrebbe determinare, anche per quest’anno, un aumento del reddito pro capite del 9% rispetto al 2008.

La repubblica etiope è legata da più di un secolo all’Italia attraverso relazioni politiche, economiche e culturali e la presenza italiana sul territorio è molto apprezzata. L’Etiopia rappresenta un vastissimo mercato potenziale per i prodotti italiani che sono sinonimo di alto livello di qualità. Da qualche mese si stanno riscontrando grosse difficoltà a reperire valuta per pagare le importazioni. Secondo gli ultimi dati forniti della Ethiopian Customs Authority, nell’anno fiscale 2007-2008 l’Italia ha confermato la prima posizione tra i Paesi europei come fornitore dell’Etiopia, e rappresenta il primo acquirente europeo dei prodotti etiopi.

La tradizionale presenza economica italiana in Etiopia è testimoniata dall’esistenza ad Addis Abeba dall’IBCA, Italian Business Community Association, che riunisce circa 70 imprenditori residenti e non, di cui alcuni stranieri che hanno rapporti con l’Italia. L’Associazione, in attiva collaborazione con l’Ambasciata, costituisce un importante punto di riferimento per gli imprenditori italiani interessati a conoscere meglio questo Paese e le sue risorse. Gli operatori italiani residenti in Etiopia, impegnati in attività di piccole e medie imprese sono circa 200 ed operano prevalentemente nei seguenti settori: commercio, costruzioni, officine meccaniche, elettromeccaniche, metalmeccaniche, calzature, pelletteria, turismo, industria di componentistica per autoveicoli, tipografie, falegnamerie, ristorazioni, materie plastiche, agricoltura ed allevamento.

Attualmente le più interessanti opportunità di investimento per il nostro Paese si concentrano nei seguenti settori:

  1. Agricoltura, allevamento e pellame;
  2. Estrazione mineraria e di materiali da costruzione;
  3. Sviluppo infrastrutturale (strade, energia idroelettrica, telecomunicazioni);
  4. Attività industriale (tessile, abbigliamento, produzioni a telaio);
  5. Turismo.

(Alessandra Flora)

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