Internazionalizzazione: al via l'operazione Montenegro

 
Milo Djukanovic, primo ministro del Montenegro - Credit © European Communities, 2009Il Made in Italy picchetta il Montenegro. La prima tappa del 2009 scelta dal sottosegretario Adolfo Urso nei Balcani occidentali è infatti Podgorica, capitale dell'attuale Repubblica che risale all'antico "regno di Zeta". Con questa missione istituzionale il governo mira ad impostare le basi per una politica di scambi con il primo ministro montenegrino, Milo Djukanovic. La visita ha visto la partecipazione di un delegazione composta da oltre sessanta imprenditori italiani hanno incontrato il premier e i rappresentanti dell’esecutivo montenegrino.

Djukanovic aveva già incontrato nel luglio 2008 il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. In quell’occasione è stato confermato l’interesse dell’Italia nei confronti della potenzialità energetica del Montenegro (soprattutto in termini di energia alternativa rinnovabile, idroelettrico ed eolico). Da allora le relazioni diplomatiche del nostro paese con il Montenegro non si sono mai interrotte, fino a che è stata definita l’opportunità di creare l’Associazione Italia-Montenegro, un primo passo per la trasformazione della stessa in Camera di Commercio. All’associazione hanno aderito i più grandi imprenditori montenegrini e sessanta tra i più importanti imprenditori italiani,  legati principalmente ai settori dell’energia, delle infrastrutture, del turismo e dell’agricoltura.

Nella seconda metà del 2008 il PIL del Montenegro ha registrato una crescita tendenziale dell’8% determinata dal forte sviluppo del settore turistico, di quello delle costruzioni e da un importante aumento dalla produzione industriale. L'espansione economica deriva anche da una significativa crescita dei consumi sostenuti dal rapido aumento dei redditi e dalle facilitazioni di accesso al credito bancario. Per fine anno la crescita acquisita è stata stimata del 7,5%. Dopo l’adozione di misure restrittive per l’accesso al credito bancario, per il 2009 e il 2010 si prevedere  un aumento annuo del PIL del 5,25%.

Le relazioni economico-commerciali bilaterali testimoniano un trend positivo: nei primi nove mesi del 2008, l’interscambio commerciale bilaterale, pari a 263 milioni di Euro, ha fatto registrare un saldo positivi  per l’Italia di 77 milioni di Euro (ISTAT). Le esportazioni montenegrine nel periodo preso in esame del 2008 si concentrano nel settore siderurgico, estrattivo (miniere e cave), elettronico e del legno; le importazioni dall’Italia riguardano prodotti energetici raffinati, industria alimentare, abbigliamento, autoveicoli e nel settore del legno.

Nell’ultimo periodo, purtroppo, il settore dell’alluminio ha risentito della crisi economica mondiale. Il Primo Ministro Djukanovic, ha infatti espresso il proprio timore a riguardo della produzione del metallo nel paese ed ha confermato che lo Stato, secondo il suo parere, ha il dovere di intervenire ed aiutare la KAP (Kombinat Aluminijuma Podgorica), il principale produttore del Montenegro.

Djukanovic ha rivelato recentemente che “la produzione di alluminio in Montenegro sta attraversando un momento molto difficile” e che è necessario l'aiuto da parte dello Stato per mantenere la produzione. Dall'altra parte, i rappresentanti dell'opposizione nel Parlamento hanno chiesto al Governo di rompere l'accordo con il proprietario della KAP, il miliardario russo Oleg Deripaska. L'industria dell'alluminio è uno dei settori che risentono particolarmente della crisi finanziaria, in quanto i costi di produzione superano largamente il costo del metallo sul mercato mondiale. Djukanovic ha comunicato che il turismo, l'edilizia e l'industria saranno fortemente colpiti dalla crisi, prevedendo un calo del PIL in questi settori. Un calo che, secondo il premier montenegrino, dovrebbe essere bilanciato da alcuni progetti come la costruzione dell'autostrada verso la Serbia, ulteriori investimenti nel settore del turismo, l'aumento del capitale della Elektroprivreda (Ente statale per la produzione di energia elettrica) e la costruzione di piccole centrali idroelettriche.

Nel settore agricolo le autorità montenegrine avvieranno dei negoziati la prossima settimana con la Banca Mondiale per un prestito da 11 milioni di euro. Il progetto mira all’armonizzazione con gli standard europei nel campo dell’agricoltura e dello sviluppo rurale. Oltre al prestito, le autorità sperano di assicurarsi un aiuto da 3,2 mln EUR dall’istituzione finanziaria, mentre ulteriori 3 mln EUR saranno forniti dal bilancio statale. Il prestito stesso, che dovrebbe essere approvato dal Consiglio direttivo della Banca mondiale il 10 marzo, maturerà in 5 anni e si avvarrà di condizioni preferenziali richiesti dal Ministero dell’agricoltura.

Dal punto di vista storico, fino al 2 giugno 2006 la Repubblica del Montenegro è stata unita alla Repubblica di Serbia con il nome di Serbia e Montenegro, dopo aver fatto parte per trent'anni della Repubblica Socialista federale di Jugoslavia, guidata fino al 1980 dal maresciallo Tito. Dal 3 giugno 2006 il Montenegro è uno stato indipendente, proclamato a seguito del referendum sull'indipendenza del 21 maggio 2006. Il 19 gennaio 2007 il paese è entrato nel Fondo Monetario Internazionale. Il più vicino ufficio Ice si trova ancora a Belgrado, in Serbia.

Questo il commento del sottosegretario Urso, a margine della visita. “Il nostro paese è il primo partner commerciale del Montenegro, subito dopo la Serbia le nostre imprese si candidano al processo in atto delle privatizzazioni che riguardano in via prioritaria il settore della raffinazione e distribuzione di prodotti petroliferi, produzione e distribuzione di energia elettrica, le telecomunicazioni e l'industria della lavorazione del legno. Senza dimenticare il ruolo che l’industria italiana potrà avere nelle grandi opere e nella logistica a partire alla realizzazione della linea ferroviaria Bar-Belgrado e dall’ammodernamento del settore aeroportuale. Infrastrutture ed energia sono i due asset portanti su cui puntano le imprese italiane e il Montenegro è un piccolo Stato dalle enormi potenzialità per il Made in Italy”.

“In questi ultimi anni nel Montenegro svariate imprese italiane hanno già realizzato importanti strutture alberghiere che hanno certamente contribuito a migliorare l’incoming turistico in quest’area – ha affermato invece il sottosegretario Brambilla - Proprio sul versante turistico può svilupparsi una stretta collaborazione tra le due sponde dell’Adriatico per far sì che i flussi turistici verso l’Italia e verso questa parte dell’area mediterranea possano il più possibile incrementarsi. Collaborazione che ha tutti i presupposti per essere produttiva di risultati. Di certo dobbiamo ambire alla realizzazione di strutture ricettive moderne, capaci di  far fronte ai bisogni di una domanda turistica che nel mondo sta crescendo in misura esponenziale”.

(a cura di Alessandra Flora)

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