Bilancio UE: Parlamento pronto a vie legali per difendere stato di diritto

Plenaria - Foto di Jan Van De Vel © European Union 2021 - Source : EPSe il regolamento sulla condizionalità di bilancio basata sullo stato di diritto non verrà applicato entro due settimane, gli eurodeputati avvieranno un procedimento giudiziario contro la Commissione europea.

Stato di diritto: come funziona il meccanismo di protezione del bilancio UE

Un vero e proprio ultimatum per l'Esecutivo UE, dopo l'avvertimento inviato dagli eurodeputati con la risoluzione votata a marzo. Nel mirino i nuovi ritardi nell'applicazione del meccanismo che permette di sospendere i fondi europei in caso di violazioni dello stato di diritto da parte degli Stati membri, fortemente voluto dal Parlamento europeo e osteggiato da Ungheria e Polonia che, nel tentativo di ottenerne lo stralcio, hanno tenuto in stallo per settimane il negoziato sul Quadro finanziario pluriennale 2021-27.

Eurodeputati pronti a portare in tribunale la Commissione UE

Come la risoluzione di marzo, anche quella approvata dall'Aula il 10 giugno parte dal fatto che il regolamento che disciplina il meccanismo di condizionalità dello stato di diritto è già in vigore dal 1° gennaio 2021 e che le sue disposizioni sono ormai giuridicamente vincolanti da diversi mesi, a differenza della posizione adottata dal Consiglio europeo per chiudere l'accordo sul bilancio UE.

Il compromesso concordato dai paesi UE con la presidenza tedesca subordina infatti l'avvio di eventuali procedure sanzionatorie da parte della Commissione europea all'adozione delle linee guida per l'applicazione del meccanismo di condizionalità che però, sempre in base all'accordo in Consiglio, non possono essere redatte qualora uno Stato membro presenti un ricorso di annullamento in relazione al regolamento alla Corte di giustizia europea. Cosa che Polonia e Ungheria hanno fatto immediatamente per bloccare qualsiasi tentativo di sanzione nei loro confronti.

Per approfondire: Cosa prevede l'accordo sul Bilancio UE 2021-27

Per il Parlamento europeo però, dal momento che questi paletti non figurano nel testo del regolamento concordato dai negoziati di PE e Consiglio, la posizione adottata dal Consiglio europeo non ha alcun effetto giuridico e le azioni legali in corso presso la Corte di giustizia dell'Unione europea non hanno alcun effetto sospensivo.

L'applicazione del regolamento sulla condizionalità dello Stato di diritto non può essere subordinata all'adozione degli orientamenti attualmente in preparazione da parte della Commissione, precisano gli eurodeputati. E in ogni caso, il PE aveva chiesto all'Esecutivo di adottare queste linee guida entro il 1° giugno. Di fronte ai ritardi della Commissione, che il 26 maggio, nel corso di riunione delle commissioni parlamentari competenti, ha indicato che intende consultare il Parlamento sulla materia nella prima metà di giugno, gli eurodeputati hanno deciso di alzare i toni.

Con la nuova risoluzione hanno quindi incaricato il presidente Sassoli di invitare la Commissione, al più tardi entro due settimane, ad “adempiere agli obblighi” del regolamento e, nel frattempo, di avviare i preparativi per un'azione legale, utilizzando lo spazio di manovra previsto dall'articolo 265 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.

La norma del TFUE stabilisce infatti che, “qualora, in violazione dei trattati, il Parlamento europeo, il Consiglio europeo, il Consiglio, la Commissione o la Banca centrale europea si astengano dal pronunciarsi, gli Stati membri e le altre istituzioni dell'Unione possono adire la Corte di giustizia dell'Unione europea per far constatare tale violazione”.

La condizionalità di bilancio, secondo il PE, dovrebbe inoltre essere applicata anche alle risorse del pacchetto per la ripresa Next Generation EU.

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