UE: un accordo per tutelare la privacy dei cittadini europei e il copyright

Copyright - immagine di Xander
Rafforzare la protezione dei dati e il diritto alla privacy dei cittadini europei, questo il messaggio promosso dal Parlamento europeo nell'ultima risoluzione sull'Accordo commerciale anti-contraffazione (ACTA). Il nuovo accordo, una volta approvato, permetterà di migliorare l'applicazione dei diritti sulla proprietà intellettuale, la lotta alla contraffazione e alla pirateria dei prodotti (come benidi lusso, musica e film). 

Per mettere in atto questo progetto, hanno affermato gli europarlamentari, occorre maggiore trasparenza nelle procedure di negoziazione, soprattutto tra le istituzioni comunitarie. 

Nella risoluzione il Parlamento ha ribadito che:

  • per tutelare la libertà di espressione e il diritto alla privacy, l'Accordo non dovrebbe consentire l'imposizione delle cosiddette procedure "three strikes", le quali prevedono il divieto di accesso ad Internet per gli utenti che hanno violato il diritto di copyright per tre volte; 
  • l'Accordo garantirà il rispetto dei diritti di proprietà intellettuale esistenti, senza pregiudicare lo sviluppo del diritto di proprietà intellettuale nell'Unione europea;
  • le disposizioni dell'Accordo non dovranno condizionare l'accesso globale a medicinali legali, sicuri e a un prezzo ragionevole (compresi i prodotti innovativi e quelli generici) con il pretesto della lotta alla contraffazione.

Gli europarlamentari, oltre ad invitare la Commissione nel proseguimento dei negoziati, hanno richiesto che:

  • i futuri negoziati sull'ACTA includano un maggior numero di Paesi emergenti e in via di sviluppo, al fine di raggiungere un livello di negoziazione multilaterale;
  • non vengano svolte perquisizioni alle frontiere dell'UE;
  • si possano ottenere chiarimenti sulle clausole che consentirebbero alle autorità di frontiera e doganali di perquisire e confiscare, senza mandato, dispositivi di memorizzazione di informazioni (computer portatili, telefoni cellulari e lettori MP3).

Il Parlamento, infine, ha ricordato che sin dall'entrata in vigore del Trattato di Lisbona (1° dicembre 2009) è obbligo della Commissione informare il Parlamento sull'evoluzione dei processi negoziali in corso.

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