Automotive: la nuova politica industriale passa dalle infrastrutture

Tavolo automotiveProseguono le riunioni dei gruppi di lavoro per governare la transizione del settore automotive italiano verso l’elettrico. Mentre Confindustria propone un piano da 2 miliardi per ricerca e sviluppo su batterie, idrogeno e guida autonoma, il MISE prepara risorse e incentivi per la rete infrastrutturale.

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Misure per il sostegno alla domanda di mezzi di trasporto, offerta del settore automotive e reti infrastrutturali: sono questi i temi dei tre gruppi di lavoro istituiti nell’ambito del tavolo automotive a ottobre, nato dalla necessità di concordare un metodo di lavoro per individuare gli strumenti più funzionali a sostenere il processo di transizione del settore automotive. 

Un settore che rappresenta un asset industriale strategico per il nostro sistema Paese e che si avvia verso una transizione decisiva, il passaggio all’elettrico, che necessita di una nuova politica industriale che punti a valorizzare sia il know how aziendale e le competenze dei lavoratori.

Confindustria ha già un piano per l'automotive

L'istituzione del tavolo e dei gruppi di lavoro è stata anche frutto delle pressioni di Confindustria, che ha redatto al suo interno un documento che mette insieme le istanze di tutte le componenti imprenditoriali tentando di individuare le policy e gli investimenti necessari.

E proprio sotto il profilo degli investimenti, secondo viale dell’Astronomia, sarebbe necessario mobilitare circa 1,8 miliardi in otto anni per la ricerca e sviluppo su batterie, idrogeno e guida autonoma

Si tratta della quota Italia allo Strategic Forum for Important Projects of Common European Interest (IPCEI), il partenariato pubblico-privato di ricerca e sviluppo in ambito industriale focalizzato su un ristretto ventaglio di ambiti d’intervento, tra cui i vicoli connessi verdi e autonomi, l’industria a basse emissioni ed i sistemi ad idrogeno.

E se gli investimenti intendono rafforzare l’offerta, per agire sul fronte della domanda Confindustria propone un sistema di incentivi da 900 milioni di euro per l’acquisto di auto ecologiche, super-ammortamenti per le flotte aziendali e detrazioni per l’installazione di ricariche elettriche private.

Una terza proposta riguarda le infrastrutture dei combustibili alternativi e richiede pianificazione, semplificazioni procedurali e agevolazioni tariffarie.

Tavolo sul sostegno alla domanda di mezzi di trasporto

Obiettivo del primo tavolo - riunitosi al MISE il 4 febbraio - è sostenere il processo di transizione in atto nel settore che si sta orientando su nuovi standard tecnologici energetici e di mobilità sostenibile. All'incontro hanno partecipato i rappresentanti di associazioni, aziende, sindacati, della Conferenza delle Regioni, nonché dell’università e della ricerca.

In apertura, il Ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli ha sottolineato come “l’automotive sia uno dei settori strategici per il Paese in cui la transizione può costituire una grande opportunità di sviluppo se accompagnata da misure incentivanti, in grado di supportare i cambiamenti in atto. Per questo motivo abbiamo preso l’impegno come Governo di accompagnare la transizione energetica e produttiva del settore, partendo dall’analisi degli incentivi alla domanda, per proseguire con quella relativa sia alla produzione sia alla rete infrastrutturale a servizio del mercato. In vista della predisposizione della prossima legge di bilancio, è pertanto necessario definire un percorso condiviso”.

Nell’incontro sono stati poi illustrati gli obiettivi al 2030 relativi alla mobilità prefissati dall’Italia nel Piano nazionale energia e clima (PNIEC), in particolare sui consumi energetici e sulle emissioni nei trasporti, cui sono seguite le proposte avanzate dai soggetti coinvolti nel gruppo di lavoro.

Il confronto consentirà di definire le misure e le risorse da destinare a supporto della domanda di mobilità tenendo conto dei cambiamenti tecnologici ed economici in atto nella filiera dell’automotive. Sono stati quindi analizzati gli effetti che gli interventi tecnologici, normativi e fiscali avranno anche in ambito culturale, sociale, formativo ed occupazionale.

Infrastrutture al centro: serve un modello capace di supportare la diffusione della mobilità sostenibile

La riunione del 18 febbraio del secondo gruppo di lavoro, dedicato allo sviluppo delle reti infrastrutturali, ha visto la partecipazione di RSE, i rappresentanti di associazioni, aziende, sindacati, della Conferenza delle Regioni, nonché dell’università e della ricerca.

Nel corso dell’incontro è stato illustrato l’attuale stato delle infrastrutture di rifornimento e di ricarica, sia a livello nazionale che europeo, e il fabbisogno necessario a raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per il trasporto al 2030 prefissati dall’Italia nel PNIEC.

> Cosa prevede il Piano nazionale energia e clima (PNIEC)

Il Ministro Patuanelli ha sottolineato come “il confronto che stiamo portando avanti al MiSE consentirà di individuare le misure e le risorse da destinare alla pianificazione della rete infrastrutturale del Paese, al fine di supportare la diffusione dei nuovi servizi di mobilità sostenibile. L’obiettivo è quello di realizzare un modello di sviluppo infrastrutturale capace di realizzare sinergie tra pubblico e privato. Per questo motivo siamo impegnati ad incidere profondamente sulla transizione in atto in un settore strategico come quello dell’automotive”.

Per supportare la ricerca e l’implementazione delle reti saranno messi a disposizione incentivi, misure di semplificazione e standardizzazione delle procedure autorizzative, nonché l’obbligo di installazione di impianti di rifornimento e di ricarica negli edifici, con specifiche policy per la pubblica amministrazione.

I risultati dell’incontro confluiranno in un documento finale, insieme a quelli del gruppo di lavoro sul sostegno alla domanda già tenutosi lo scorso 4 febbraio al Ministero e a quelli che saranno definiti nell’incontro sull’offerta in programma il prossimo 4 marzo.

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