Banda ultralarga: accordo Infratel-TIM per fibra ottica in Calabria

 

Infratel-TIM banda ultralargaÈ in fase esecutiva l'accordo tra TIM e Infratel per accendere le infrastrutture di accesso alla rete pubblica in fibra ottica realizzate dalla società in house del Ministero dello Sviluppo economico in 142 comuni della Calabria.

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In questi comuni si potrà progressivamente fruire dei servizi a banda ultralarga di TIM. Con il modello d'intervento diretto si accelererà lo sviluppo delle reti ultrabroadband nelle cosiddette aree bianche, ovvero i territori a fallimento di mercato in cui gli operatori privati non investirebbero senza sostegno pubblico, non oggetto di bandi in precedenza.

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I termini dell'accordo TIM-Infratel

L'intesa vuole dar vita ad una sinergia virtuosa tra pubblico e privato, al fine di superare il digital divide presente in Italia, coerentemente con la strategia nazionale per la diffusione della banda ultralarga.

Infratel e TIM condivideranno infatti con le amministrazioni regionali e locali una road map per l'attivazione dei servizi commerciali a banda ultralarga ai cittadini, alle PA e alle aziende dei territori interessati.

L’accordo fissa un cronoprogramma di attivazioni certo sulla base della disponibilità della fibra all’effettivo completamento dei lavori. Parallelamente ai negoziati che definiscono gli aspetti contrattuali, è già iniziato il piano di attivazione, il cui completamento è previsto nel biennio 2020-2021.

L'operatore ha deciso di utilizzare ed integrare le infrastrutture in fibra spenta, realizzate dalla società in-house del MiSE, per fornire il servizio di banda ultralarga in tecnologia FTTC e FTTH ad oltre un milione di utenti dei Comuni interessati.

Nello specifico le infrastrutture per l'accesso alla rete in fibra sono localizzate in 600 Comuni di otto Regioni - Abruzzo, Calabria, Lazio, Lombardia, Marche, Puglia, Sardegna e Toscana – classificati come aree a fallimento di mercato.

Per quanto riguarda la Calabria, i comuni interessati sono appartenenti principalmente alle province di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria.L'accordo comprende anche comuni appartenenti alle province di Crotone e Vibo Valentia, ma si tratta di una quota residuale rispetto alle altre tre.

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