Banda ultralarga - accordo Conferenza Stato-Regioni sblocca fondi FSC

 

A disposizione 1,6 miliardi di euro del Fondo Sviluppo e Coesione, cui si aggiungono fondi Ue per un totale di circa 3 miliardi

Banda ultralarga

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Via libera della Conferenza Stato-Regioni all'accordo quadro per lo sviluppo della banda ultralarga sul territorio nazionale. Con questo accordo, ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, saranno immediatamente disponibili 1,6 miliardi di euro dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC).

Quella sbloccata dall'intesa è la prima quota dei 2,2 miliardi stanziati ad agosto 2015, con la Delibera CIPE 65-2015, e si aggiunge a circa 1,1 miliardi a valere sul FESR e sul FEASR e a 233 milioni di euro nell'ambito del PON Imprese e competitività 2014-2020, per un totale di circa 3 miliardi.

"Per la prima volta - ha sottolineato il sottosegretario allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni Antonello Giacomelli - non solo tutte le Regioni condividono un piano nazionale, i suoi obiettivi e la decisione di una rete pubblica in tutte le aree bianche, ma sono d’accordo sull’utilizzo congiunto delle risorse regionali e nazionali e sul criterio di ripartizione delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione sulla base dei diversi fabbisogni territoriali”.

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Intesa sulla distribuzione dei fondi tra le Regioni

Al centro della trattative c'è stato soprattutto il nodo risorse, dal momento che la dotazione del FSC è riservata per l'80% al Sud, ma il 20% restante è insufficiente a coprire le esigenze infrastrutturali del Centro-Nord.

La soluzione formalizzata oggi stabilisce che dei 2,2 miliardi previsti dalla Delibera CIPE n. 65-2015 saranno inizialmente assegnati 1,6 miliardi di euro a valere sul Fondo Sviluppo e Coesione. Questi fondi saranno distribuiti non in base al criterio dell'80/20 nella distribuzione delle risorse FSC tra Sud e Centro-Nord, ma secondo una ripartizione territoriale che tiene conto tanto del fabbisogno stimato per gli interventi pubblici nelle aree bianche dei Cluster C e D, cioè le zone a fallimento di mercato in cui i privati non sono disposti a investire, quanto delle altre risorse disponibili per il finanziamento del piano banda ultralarga in ciascuna Regione, ha spiegato Giacomelli.

Le Regioni del Sud quindi cederanno parte dei fondi di loro competenza alle Regioni del Centro-Nord che hanno fabbisogni infrastrutturali significativi. Per rispettare l’equilibrio complessivo 80/20, però, il Governo si impegna a fare in modo che entro il 30 aprile 2016 un’ulteriore delibera CIPE assegni alle sole Regioni del Mezzogiorno un miliardo e 184.022.398 euro, che saranno utilizzabili anche per altre opere infrastrutturali.

La ripartizione delle risorse FSC:

  • Abruzzo: 69.948.879 euro
  • Emilia Romagna: 180.758.862 euro,
  • Friuli Venezia Giulia: 86.412.642 euro,
  • Lazio: 28.417.849 euro,
  • Liguria: 41.851.216 euro,
  • Lombardia: 381.700.459 euro,
  • Marche: 72.052.277 euro,
  • Molise: 10.136.953 euro,
  • Piemonte: 193.824.685 euro,
  • Sardegna: 306.485 euro,
  • Toscana: 132.966.792 euro,
  • Provincia Trento: 47.691.697 euro,
  • Umbria: 3.791.764 euro,
  • Valle D'Aosta: 2.175.687 euro,
  • Veneto: 315.810.955 euro.

Intervento diretto nelle aree bianche

Secondo quanto spiegato da Giacomelli, l'intenzione è quella di partire dalle aree bianche attraverso un intervento diretto per la realizzazione di infrastrutture che resteranno di proprietà pubblica. I Comuni interessati in questa prima fase saranno 7300 in tutto il territorio nazionale.

Successivamente, nell’arco temporale 2016-2020, si passerà alle aree grigie, utilizzando ulteriori risorse e strumenti finanziari previsti dalla Delibera CIPE, quali:

  • contributi in conto capitale agli investimenti privati;
  • contributi in forma di voucher agli utenti finali;
  • credito d'imposta per gli interventi infrastrutturali;
  • garanzia dello Stato sui mutui stipulati o sulle obbligazioni di progetto emesse per il finanziamento degli investimenti finalizzati all'attuazione del piano;
  • forme di Partnership pubblico-privato (PPP) per la realizzazione delle infrastrutture di accesso.

L'Esecutivo attiverà una cabina di regia per il coordinamento dei piani di infrastrutturazione, con Infratel Spa in veste di soggetto attuatore.

L'obiettivo è garantire entro il 2020 la copertura dell’85% della popolazione con infrastrutture in grado di supportare servizi a 100Mbps e superiori e la copertura del 100% con connessioni ad almeno 30Mbps.

Author: Ministerio TIC Colombia / photo on flickr

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