European Stability Mechanism: operativo dal 2013 per salvaguardare la stabilità finanziaria dell'UE

 

Consiglio europeo - Credit © European Union, 2011Il Consiglio UE, riunitosi a Bruxelles il 16-17 dicembre scorso, ha dato il via al Meccanismo europeo di stabilità (ESM - European Stability Mechanism), ovvero un meccanismo permanente di salvataggio degli Stati membri in difficoltà destinato a salvaguardare la stabilità finanziaria dell'intera area euro. A partire dal 2013 l'ESM prenderà il posto del Fondo europeo di stabilità finanziaria (EFSF - European Financial Stability Facility) e del meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria, che resteranno in vigore fino al giugno 2013.

Ai fini del funzionamento del ESM, i capi di governo dei 27 Paesi UE hanno accolto con favore la relazione presentata dal presidente del Consiglio europeo a seguito delle conclusioni del 28 e 29 ottobre 2010, convenendo sulla necessità di modificare limitatamente il trattato di Lisbona, firmato nella capitale portoghese il 13 dicembre 2007 a modifica del trattato sull'Unione europea e del trattato che istituisce la Comunità europea, quest'ultimo ridenominato trattato sul funzionamento dell’Unione europea, ed entrato in vigore il 1º dicembre 2009.

In particolare, il Consiglio ha deliberato che l'articolo 122, paragrafo 2 del TFUE non sarà più necessario, dato che il meccanismo in questione è destinato a salvaguardare la stabilità finanziaria dell'euro zona (gli Stati membri la cui moneta non è l'euro saranno associati ai lavori soltanto se lo desiderano):

Art. 122
(...)
2. Qualora uno Stato membro si trovi in difficoltà o sia seriamente minacciato da gravi difficoltà a causa di calamità naturali o di circostanze eccezionali che sfuggono al suo controllo, il Consiglio, su proposta della Commissione, può concedere a determinate condizioni un'assistenza finanziaria dell'Unione allo Stato membro interessato. Il presidente del Consiglio informa il Parlamento europeo in merito alla decisione presa.

I capi di Stato hanno pertanto convenuto che non debba essere usato per tali fini.

L'emendamento sarà adottato con procedura semplificata (articoli 48, paragrafo 6 del TUE) e secondo una calendarizzazione già approvata.

La decisione formale sarà adottata nel marzo 2011 e passerà attraverso 27 ratifiche nazionali entro la fine del 2012 per giungere all'entrata in vigore del nuovo testo il 1° gennaio 2013.

Si avranno così a disposizione 6 mesi per risolvere eventuali problematiche, per poi rendere operativo il nuovo Fondo entro giugno 2013.

Inoltre il Consiglio UE ha chiesto di accelerare i lavori sulle sei proposte legislative in materia di governance economica insistendo affinché possano essere adottate entro giugno 2011, in coerenza con il nuovo quadro finanziario pluriennale e nella prospettiva della compartecipazione delle istituzioni per agevolarne l'adozione in tempo utile.

Affinchè il meccanismo europeo di stabilità risulti essere una soluzione ottimale è necessario infatti che si integri con un nuovo quadro di governance economica rafforzata, basata su una sorveglianza economica efficace che privilegi la prevenzione in modo da evitare l'emergere di crisi future.

Oltre alle decisioni prese, godono di elevato interesse anche i temi oggetto del Consiglio europeo di primavera del 2011, relativi alla possibilità, proposta da Mario Monti, di creare un'Agenzia Europea del debito che, emettendo E-bonds o obbligazioni sovrane europee, possa accellerare la risoluzione della crisi finanziaria dell'area monetaria.

Questi titoli di Stato europei, in sostanza, equivarrebbero a dei prestiti agli Stati in crisi e potrebbero anche essere utilizzati per finanziare gli investimenti delle grandi infrastrutture europee.

Vista la portata dei debiti sovrani cui sono sottoposti dalla scorsa primavera diversi Paesi europei, il 6 dicembre 2010 il Ministro italiano dell'Economia, Giulio Tremonti, e il Presidente dell'Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, hanno ripreso tale proposta.

Il Parlamento europeo, in una risoluzione approvata il 16 dicembre scorso, ha chiesto alla Commissione europea di approfondirne i contenuti a e le sue conseguenze.

Diverse le posizioni a riguardo degli Stati membri: alcune contrarie, come nel caso della Germania e della Francia che temono di dover sopportare i maggiori costi di tale operazione, altre favorevoli, come l'Italia, che l'ha appunto proposta, la Polonia e altri.

Conclusioni del Consiglio europeo del 16 e 17 dicembre 2010

Trattato di Lisbona

Versione consolidata del trattato sull'Unione europea e del trattato sul funzionamento dell'Unione europea

EFSF

European Stability Mechanism (ESM) – Q&A

Il Consiglio europeo ha inoltre invitato i ministri delle finanze della zona euro e la
Commissione a ultimare i lavori sull'accordo intergovernativo che istituisce il futuro
meccanismo entro il marzo 2011, integrandovi le caratteristiche generali contenute nella
dichiarazione dell'Eurogruppo del 28 novembre 2010, approvata dal Consiglio europeo
(allegato II). Il meccanismo sarà attivato con il comune accordo degli Stati membri della zona
euro in caso di rischio per la stabilità dell'intera zona euro.
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