Bonus energia per imprese e famiglie: il Governo valuta una proroga. Cosa aspettarsi dalla manovra 2024?

 

Aiuti energia - Foto di minka2507 da PixabayA fine settembre scadono il bonus sociale per le famiglie e gli sconti sull’Iva e sugli oneri di sistema per il gas rivolti alle imprese. Ma se i prezzi dell'energia tornassero a salire il Governo potrebbe valutare una proroga dei bonus bollette. Cosa aspettarsi nelle prossime settimane e dalla manovra 2024? 

Verso la manovra 2024. In attesa della Nadef, Meloni detta la linea

La dieta dimagrante piuttosto rigida cui sarà sottoposta la manovra 2024 non lascia molto spazio per un ritorno degli aiuti contro il caro energia. E la dinamica dei prezzi di luce e gas degli ultimi mesi è stata relativamente stabile, senza aumenti tali da giustificare un ritorno dei crediti d’imposta e di altre forme di aiuto per imprese e famiglie. 

I dati relativi al mese di agosto diffusi da Arera, che danno la bolletta del gas per la famiglia in tutela in crescita del 2,3% rispetto a luglio, potrebbero però spingere il Governo a cambiare passo. “Valutiamo la conferma del sostegno alle bollette”, ha detto il 5 settembre il ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto.

Lo stato dell’arte dei bonus energia

Al momento, vale la pena ricordarlo, le sole misure di aiuto contro i rincari energetici attive fino a fine settembre sono il bonus sociale per le famiglie con redditi bassi e gli sconti sull’Iva e sugli oneri di sistema per il gas per le imprese.

Al contrario, i crediti d’imposta energia per le imprese si sono fermati al 30 giugno, complice il calo dei prezzi.

Ci saranno nuovi aiuti contro il caro energia nel 2024?

Forse, forse no. 

Se anche gli spazi finanziari per coprire gli interventi della legge di bilancio 2024 fossero più ampi, una proroga degli aiuti per pagare le bollette sarebbe comunque poco probabile, almeno nella forma che hanno assunto finora. 

Già a marzo, negli orientamenti per le politiche di bilancio 2024, la Commissione europea aveva dato un’indicazione chiara: dato che le misure a sostegno di imprese e famiglie alle prese con il caro energia nel 2022 hanno impattato in media per l'1,2% del Pil a livello UE, d’ora in poi, alla luce della minore pressione sui prezzi dell'energia, tali misure dovranno essere gradualmente eliminate per spostare risorse sugli investimenti per la transizione green. 

Una visione confermata, mesi dopo, nel rapporto sulla politica di bilancio dell’Ufficio parlamentare di bilancio (UPB): in considerazione della prevista graduale attenuazione delle tensioni sui prezzi con un rientro rapido delle componenti energetiche -  recita il rapporto di giugno - le misure di aiuto per famiglie e imprese andrebbero calibrate meglio.  

Citando il rapporto: 

È auspicabile che i nuovi interventi siano più decisamente concentrati sulle famiglie maggiormente bisognose al fine di accentuarne il carattere redistributivo, che siano disegnati in modo tale da fornire i necessari incentivi per raggiungere, anche mediante il segnale dei prezzi di mercato, obiettivi più ambiziosi di risparmio energetico e che siano corredati da adeguate coperture finanziarie per non mettere a rischio lo stato dei conti pubblici”.

Una raccomandazione simile è arrivata il 5 settembre dai regolatori europei del settore energia ACER (l’Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia) e CEER (il Consiglio dei regolatori europei dell'energia) nel rapporto sul monitoraggio del mercato 2023

L’obiettivo, secondo i regolatori, dev’essere incentivare la riduzione della domanda garantendo al tempo stesso che il sostegno sia ben mirato: “L’adozione di misure su vasta scala per ridurre i prezzi dell’energia per tutti, come la riduzione delle tasse o dei prelievi sul consumo energetico, tende ad avvantaggiare maggiormente i consumatori ad alto consumo energetico” senza fornire “incentivi per ridurre la domanda di energia”. Ma il sostegno ai consumatori vulnerabili e a coloro che si trovano in condizioni di povertà energetica dev’essere garantito, secondo ACER e CEER, anche al di là della crisi energetica e andrebbe anzi perfezionato per includere variabili come la composizione delle famiglie e l’efficienza energetica degli edifici.

Gli aiuti contro il caro energia potrebbero cambiare?

È probabile. 

Il Documento di Economia e Finanza 2023 approvato a aprile già disegnava un possibile nuovo assetto delle misure contro il caro energia. Assetto che partiva dalla consapevolezza che i rincari dei prezzi di luce e gas si ripresenteranno ma non sarà possibile nel lungo termine continuare a sostenere imprese e famiglie con importanti iniezioni di spesa pubblica.

La Commissione europea - si legge nel DEF 2023 - ha proposto un modello di tariffazione energetica su due livelli, il cosiddetto modello two-tier. Proviamo a capire bene di cosa si tratta. 

Si tratta di un modello di tariffazione energetica che opera su due livelli: un prezzo calmierato viene applicato su un predefinito volume di consumo, mentre lo scaglione di consumo eccedente è sottoposto al prezzo di mercato, così da incentivare l'attenzione al risparmio. 

Un modello, per intenderci, simile a quello adottato nei mesi scorsi dalla Germania e in Austria. Per il periodo che va da marzo 2023 ad aprile 2024 Berlino ha garantito un prezzo scontato per il gas stabilendo una soglia massima che i tedeschi sono tenuti a pagare: 12 centesimi per le famiglie, 9 centesimi per le imprese. Il resto lo copre lo Stato. Anche Vienna prevede che una certa percentuale del consumo energetico di una famiglia standard sia fornita a una tariffa sociale, mentre il resto è esposto ai prezzi di mercato (mantenendo comunque un incentivo sui prezzi).

L’obiettivo finale della misura non è fare sconti indiscriminati ma introdurre un incentivo al risparmio dei consumi di gas. Tuttavia, “la norma tedesca che ha ispirato la proposta è stata classificata dalla Commissione come misura non targeted, indice del fatto che il modello two-tier proposto necessiti di affinamenti per garantirne un’adeguata selettività”, spiega il DEF. Secondo il documento del Governo, infatti, “ci sono altre rilevanti criticità legate all’equità della misura, alla sostenibilità per la finanza pubblica e soprattutto ai tempi di implementazione”.

Verso aiuti strutturali per le imprese?

Per le imprese l’intenzione espressa dal Governo nel DEF sarebbe quella di rendere i crediti d’imposta contro il caro energia non più una misura spot

“La politica fiscale dovrebbe orientarsi verso un processo di graduale rimozione (cd. phasing-out) delle misure emergenziali” a favore di “misure strutturali”. La cornice potrebbe essere la manovra 2024, che però ha a disposizione risorse ridotte all’osso. 

Non solo bonus sociale. Ci sarà un bonus riscaldamento per le famiglie?

Quanto ai privati, oltre alla possibile proroga del bonus sociale, attualmente previsto fino a fine settembre, a partire dall’autunno si dovrebbe aggiungere anche un altro contributo, il cosiddetto bonus riscaldamento. Il Governo lo aveva annunciato mesi fa: si tratterebbe di un aiuto agli utenti domestici qualora il prezzo del gas superi la soglia di 45 euro/MWh.

Il bonus riscaldamento non esiste ancora nella pratica e alla luce delle risorse ridotte a disposizione per la manovra 2024 non è chiaro se tale aiuto verrà confermato. 

Cosa attendersi dalla manovra 2024 per i bonus energia? 

Le domande legate al futuro delle misure per far fronte ai rincari energetici, sia per le imprese che per le famiglie, potrebbero trovare una prima risposta nella Nota di aggiornamento al Def, la Nadef, attesa entro il 27 settembre.

Il documento, che aggiorna le previsioni economiche e di finanza pubblica del DEF in relazione alla maggiore disponibilità di dati ed informazioni sull'andamento del quadro macroeconomico e di finanza pubblica, dovrebbe sciogliere i dubbi circa un ritorno o meno dei crediti d’imposta energia e dei bonus bollette. 

Nel frattempo, alla luce degli aumenti dei prezzi del gas registrati ad agosto da Arera, il Governo non esclude l'ipotesi di una conferma dei bonus bollette. Come dichiarato da Pichetto Fratin il 5 settembre, "lo valuteremo rispetto alle condizioni in cui ci troveremo, altrimenti non farei il ministro ma farei il mago".

Foto di minka2507 da Pixabay

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