Come diventare imprenditore agricolo professionale

 

Giovani agricoltori - Photo credit: Foto di Gary Barnes da PexelsI giovani italiani sono attratti dai cambiamenti in atto nel settore dell'agricoltura, sempre più segnata da innovazione, digitalizzazione, multifunzionalità. Una scelta strategica per le nuove imprese under 35 è l'acquisizione della qualifica di Imprenditore agricolo professionale (IAP). Decisiva anche per l'accesso a una serie di agevolazioni, dai finanziamenti ai contributi a fondo perduto.

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Cominciamo con il dire che, stando ai numeri, è ormai un fenomeno quello del “ritorno alla terra” da parte di giovani intraprendenti e preparati che desiderano fare impresa e avere un futuro da protagonisti in agricoltura.

Da una recente elaborazione dei dati forniti da Unioncamere, la svolta agricola delle nuove generazioni ha contribuito positivamente al trend delle registrazioni di nuove imprese gestite da giovani. Nell’ultimo quinquennio 2016-2021, infatti, l’aumento percentuale delle imprese agricole gestite da under 35 iscritte al registro delle imprese è dell'8%, dato in controtendenza rispetto a tutti gli altri settori nei quali la presenza di giovani che conducono le aziende si è ridotta dell'11%.

Come diventare Imprenditore agricolo professionale?

Nonostante le incertezze dovute alla crisi pandemica, il settore agricolo si dimostra quindi un punto di riferimento importante per le nuove generazioni. Ma perché questo rinnovato desiderio di avviare un progetto di vita e d’impresa in agricoltura?

Una prima risposta la si può trovare nella maggiore attrattività che la professione del “contadino” ha saputo conquistarsi nella società, complice una trasformazione graduale e continuata di questa tipologia di lavoro sia da un punto di vista tecnologico che normativo.

La raffigurazione classica del contadino che siamo soliti incontrare nei libri di storia - e rappresentata spesso ancora oggi in diverse arti con un approccio romantico-decadente - non appartiene alla realtà attuale. Il contadino moderno è ben lontano dal suo vecchio stereotipo medievale, vincolato ad un modello produttivo proprio dell’economia di sussistenza. È un imprenditore a tutti gli effetti, che deve confrontarsi quotidianamente con moltissimi problemi. Un mestiere complesso che non si improvvisa, in cui è necessario avere una base ampia di conoscenze e competenze che spaziano dall’economia al diritto, dall’agronomia all’informatica, passando per il marketing.

C’è da dire poi che ai tanti progetti di imprenditorialità agricola che testimoniano la vitalità e multifunzionalità del settore nel nostro Paese, non corrisponde un unico identikit di imprenditore. Fra coloro che scelgono di diventare “agricoltori” c’è chi ha terminato gli studi ed è in cerca di un’occupazione gratificante, oppure chi già ce l’ha ma vuole dedicarsi all’attività rurale e vendere i prodotti della propria terra come secondo lavoro. A questi si sommano altri profili, come chi, affrancatosi dalla famiglia e da esperienze pregresse mette le basi per avviare la propria azienda agricola multifunzionale, volendo con questa scelta mantenere un forte legame con il territorio e le comunità che lo vivono.

Sebbene non esista, quindi, un identikit unico di imprenditore agricolo, esiste sicuramente un minimo comun denominatore per far crescere il proprio progetto d’impresa: la passione per la terra. In assenza di questa passione, che è bene sia comprovata da un’esperienza maturata sul campo, anche il più ponderato business plan rischierà di vacillare di fronte ai diversi imprevisti che l’attività produttiva e l’impresa stessa potranno trovare sul cammino.

A tutto ciò, per coloro che sono interessati ad avviare un’impresa agricola, si aggiunge la necessità strategica di acquisire la qualifica di imprenditore agricolo professionale (IAP), così come sancito dal D.lgs. 99/2004.

Per fare ciò, occorre essere in possesso di specifiche conoscenze e competenze professionali agricole (es. diploma di perito o tecnico agrario, laurea in agraria oppure aver frequentato con successo appositi corsi IAP, aver esercitato attività agricola da almeno tre anni con regolare possesso di partita IVA agricola e/o iscrizione all’INPS agricola) e dedicare alle attività agricole - di cui all'articolo 2135 del codice civile - almeno il cinquanta per cento del proprio tempo di lavoro complessivo congiuntamente ad un ricavo dalle attività medesime di almeno il cinquanta per cento del proprio reddito globale da lavoro. È anche necessario iscriversi nell’apposita gestione previdenziale ed assistenziale degli agricoltori tenuta dall’INPS.

In questo modo si vedono riconosciuti i requisiti professionali dalla propria regione di appartenenza e con l’adeguato supporto consulenziale si può godere a pieno titolo delle agevolazioni fiscali e finanziarie dedicate al mondo agricolo e in particolare degli incentivi per le imprese giovanili e per l’imprenditorialità sostenibile dell’agrifood.

È infatti questo un requisito necessario per poter accedere a quei numerosi bandi costruiti intorno alle esigenze di sviluppo delle aziende agricole, come quelli che ISMEA (Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare) in accordo con le politiche del MIPAAF pubblica ogni anno sul suo portale. Tra questi, Più Impresa - Imprenditoria giovanile e femminile in agricoltura, il regime di aiuto dedicato alle imprese condotte da giovane di età compresa tra i 18 ed i 41 anni non compiuti e da donne senza limiti di età, prossimo al rifinanziamento.

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