Export: l’UE verso un nuovo Sistema di preferenze generalizzate

 

Photocredit: Hella Nijssen en Pixabay Per far sì che il Sistema di preferenze generalizzate (lo strumento che favorisce le esportazioni dei paesi poveri verso il mercato europeo) sostenga sempre più una crescita sostenibile, l’UE è al lavoro per una sua riforma.

Le politiche commerciali UE favoriscono l’export dei paesi poveri

È stata adottata il 22 settembre la proposta legislativa della Commissione relativa al nuovo Sistema di preferenze generalizzate (SPG) dell'UE destinato a coprire il periodo 2024-2034

A distanza di quasi 10 anni dall’ultima revisione infatti, Bruxelles ha deciso di mettere mano al SPG per migliorarne alcuni elementi essenziali con due obiettivi principali in testa: da un lato rispondere meglio all'evoluzione delle esigenze e delle sfide dei paesi SPG; dall’altro rafforzare la dimensione del Sistema legata agli aspetti sociali, al lavoro, all'ambiente e al clima.

"Da cinquant'anni - ha infatti spiegato il commissario al commercio,Valdis Dombrovskis -  l'SPG aiuta i paesi vulnerabili a crescere in modo sostenibile concedendo un accesso preferenziale al mercato dell'UE. Oggi stiamo rinnovando l'SPG affinché continui a offrire preferenze commerciali favorevoli e a promuovere nel contempo altri cambiamenti positivi nei paesi beneficiari."

Che cos’è il Sistema di preferenze generalizzate (SPG)?

L'SPG dell'UE è uno strumento consolidato di politica commerciale e di sviluppo in vigore dal 1971, che ha l'obiettivo di sostenere la crescita dei paesi poveri consentendo loro di esportare nel mercato europeo a condizioni super vantaggiose.

Il regolamento SPG è, infatti, uno strumento commerciale unilaterale che prevede l'eliminazione o la riduzione dei dazi all'importazione sui prodotti che arrivano nell'UE da paesi vulnerabili a basso reddito, contribuendo di conseguenza all'eliminazione della povertà, allo sviluppo sostenibile e alla partecipazione di tali paesi all'economia globale. 

L'attuale quadro SPG si basa sul regolamento (UE) n. 978/2012 del 25 ottobre 2012 e prevede tre regimi:

  • l'EBA (Everything But Arms - Tutto tranne le armi), per i paesi meno sviluppati, che godono di un accesso al mercato dell'UE in esenzione da dazi e contingenti per tutti i prodotti ad eccezione di armi e munizioni;
  • l'SPG ordinario, per i paesi a reddito basso e medio basso, cui è concessa una soppressione parziale o totale dei dazi doganali su due terzi delle linee tariffarie;
  • l'SPG+, il regime speciale di incentivazione per lo sviluppo sostenibile e il buon governo, che prevede l'azzeramento dei dazi per le stesse linee tariffarie dell'SPG ordinario. Beneficiano di questo regime i paesi vulnerabili a reddito basso e medio basso che attuano 27 convenzioni internazionali (32 nella nuova proposta) riguardanti i diritti umani, i diritti del lavoro, la protezione dell'ambiente e del clima e il buon governo.

Il nuovo Sistema di preferenze generalizzate 2024-2034 dell’UE

La proposta della Commissione incentra maggiormente il nuovo SPG sulla riduzione della povertà e sull'aumento delle opportunità di esportazione per i paesi a basso reddito, alzando però l'asticella su lavoro e ambiente.

La nuova proposta, infatti, migliora ulteriormente il sistema attuale:

  • garantendo una transizione agevole per tutti i paesi che nel prossimo decennio lasceranno la categoria dei paesi meno sviluppati (PMS): essi potranno richiedere il regime speciale di incentivazione per lo sviluppo sostenibile e il buon governo (SPG+) se si impegnano a rispettare norme rigorose in materia di sostenibilità, mantenendo di conseguenza preferenze tariffarie assai favorevoli per l'accesso al mercato dell'UE;
  • offrendo ai paesi a basso reddito le più ampie possibilità di beneficiare dell'SPG grazie a un abbassamento di dieci punti percentuali delle soglie di graduazione dei prodotti (ossia la sospensione temporanea delle preferenze tariffarie per i prodotti altamente competitivi), che farà sì che i grandi produttori industrializzati lascino più spazio in settori in cui sono molto competitivi;
  • aggiungendo all'elenco delle convenzioni internazionali da rispettare due ulteriori strumenti nell'ambito dei diritti umani (concernenti i diritti delle persone con disabilità e i diritti dei minori), due convenzioni sui diritti del lavoro (concernenti le ispezioni sul lavoro e le consultazioni tripartite) e una convenzione contro la criminalità organizzata transnazionale;
  • istituendo un quadro ben definito che consente agli attuali beneficiari dell'SPG+ di adeguarsi ai nuovi requisiti, con un periodo di transizione adeguato e la presentazione di piani attuativi.

Inoltre, per rafforzare la lotta ai cambiamenti climatici, il nuovo SPG da un lato introduce la possibilità di revocare i vantaggi in caso di violazioni gravi e sistematiche delle convenzioni su clima e l'ambiente. Dall’altro amplia l'elenco delle convenzioni internazionali che i paesi SPG+ devono ratificare oltre agli attuali sette strumenti ambientali e climatici, aggiungendo l'accordo di Parigi.

Le prossime tappe

La proposta legislativa presentata il 22 settembre dalla Commissione, adesso deve essere discussa dal Parlamento europeo e dal Consiglio. 

L’obiettivo è l’adozione dello strumento in tempo utile per una sua applicazione a partire dal 1º gennaio 2024, visto che l’attuale SPG scadrà il 31 dicembre 2023.

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Photocredit: Hella Nijssen en Pixabay 

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