Politica Coesione – i finanziamenti per il recupero di beni confiscati

 

I progetti di recupero di beni confiscati alla criminalità finanziati da fondi SIE e FSC possono dare risposte all'emergenza casa

Beni Confiscati

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La programmazione 2007-2013 dei fondi strutturali e di investimento europei e le risorse del Fondo Sviluppo e Coesione e del Piano Azione e Coesione hanno contribuito a oltre 230 progetti di recupero di beni confiscati alla criminalità. Nel settennato 2014-2020 queste politiche andranno avanti, con il piano d'azione nazionale 'Beni confiscati e politica di coesione', progettato dal Governo in collaborazione con 'Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie'. Un percorso che, contando sulla disponibilità di 3.498 aziende e 23.517 immobili sottoposti a sequestro e confisca, anche non definitiva, può contribuire ad affrontare l'emergenza abitativa.

Oltre 230 progetti finanziati dalla Politica di Coesione 2007-2013

Se i dati del portale OpenCoesione aggiornati al 31 dicembre 2014 individuavano quasi 200 interventi in materia di recupero di beni confiscati alla criminalità, il nuovo aggiornamento, al 31 dicembre 2015, conta 232 progetti, per un valore totale di circa 125 milioni di euro di finanziamenti pubblici.

Nella maggior parte dei casi (oltre il 90% del totale) si tratta della ristrutturazione e della riqualificazione di immobili confiscati a fini di riutilizzo civile, anche alla luce dell'emergenza casa. E' il caso, ad esempio, dei Comuni di Palermo e Reggio Calabria, che hanno incluso gli immobili confiscati tra quelli utilizzabili a fini abitativi, mentre sempre nella provincia di Reggio Calabria, a Locri, è stata avviata la procedura per l'affidamento a titolo gratuito di un Ostello della gioventù realizzato con il cofinanziamento del FESR, il Fondo europeo per lo sviluppo regionale. In Campania, invece, è in corso un intervento di riqualificazione delle aree litorali e del patrimonio confiscato alla camorra, sostenuto dal Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) con 12 milioni di euro.

Vi sono poi una serie di iniziative per migliorare la capacità istituzionale nella gestione dei beni confiscati e diversi progetti di educazione alla legalità e per l'inclusione sociale. Tra questi il progetto REGIO, finanziato dal PON Sicurezza 2007-2013, che ha dotato l’Agenzia nazionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) di un sistema per l'informatizzazione delle procedure di amministrazione e destinazione di questi immobili.

Cresce la quota di interventi a valere su risorse nazionali

Per lo più i progetti sono cofinanziati da fondi europei, ma l'ultimo aggiornamento di OpenCoesione rivela che sono in aumento di circa il 20% quelli esclusivamente a valere su risorse nazionali del Fondo per lo Sviluppo la Coesione e del Piano d’Azione per la Coesione.

Quanto all'avanzamento della spesa, il dato relativo ai progetti relativi ai beni confiscati finanziati con risorse nazionali che risultano conclusi o liquidati è pari al 54% del totale, quindi supera di gran lunga la media degli interventi a valere sulle Politiche di Coesione, che si ferma al 30% del totale.

Rispetto alla localizzazione degli interventi, su 232 progetti, 82 riguardano la Sicilia, seguita dalla Calabria (61) e dalla Puglia (43). In termini di costo in cima alla lista c'è però la Campania, con una spesa pari a 34,65 milioni di euro, seguita dalla Sicilia (30,95 milioni) e dalla Calabria (29,37 milioni di euro).

La programmazione 2014-2020 e il piano d'azione nazionale

Il tema del recupero dei patrimoni sottratti alla criminalità organizzata trova spazio anche nel settennato 2014-2020, attraverso l'integrazione dei fondi strutturali e di investimento europei (FESR, FSE, FEASR e FEAMP) con le Politiche di Coesione nazionali (FSC e PAC), sia a livello dei Programmi Operativi Regionali, che mediante i PON Città metropolitane, Governance, Inclusione e Legalità.

Nel caso del PON Legalità, in particolare, l'Asse III è interamente dedicato al tema dell'utilizzo dei beni confiscati per promuovere l’inclusione e l’innovazione sociale, ad esempio per la realizzazione di centri per donne vittime di violenza o per minori non accompagnati oppure per la creazione di strutture di servizio in aree caratterizzate da alti tassi di dispersione scolastica.

Questo orientamento trova conferma anche nella legge di Stabilità 2016 e nel Documento di Economia e Finanza (DEF) che prevedono l’attuazione di interventi in materia anche attraverso i Programmi operativi nazionali e regionali 2014-2020.

Inoltre, con decreto ministeriale del 30 gennaio 2015 il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha lanciato un programma di recupero degli immobili confiscati alla criminalità organizzata da conferire ai Comuni per incrementare il patrimonio di edilizia residenziale pubblica da attribuire alle categorie sociali più svantaggiate, con una dotazione di oltre 18 milioni di euro. Le risorse previste per il 2016 ammontano a oltre 3 milioni e 671mila euro, mentre per il 2017 sono stati stanziati più di 3,8 milioni di euro.

L'attuazione degli interventi potrà contare anche sugli indirizzi operativi forniti dal Piano di azione nazionale “Beni Confiscati e Coesione Territoriale” realizzato su iniziativa del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, in collaborazione l'associazione Libera.

Al centro del piano ci sono tre linee di azione: governance, cooperazione istituzionale e sviluppo delle competenze; utilizzo dei beni confiscati per l'economia sociale; transizione alla legalità delle aziende sequestrate e confiscate e difesa dei posti di lavoro.

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Author: 20centesimi / photo on flickr

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