Politica di Coesione: il punto sulla programmazione dei fondi UE 2014-2020

 

Commissione europea - foto di ZinnekeLa DG Regio della Commissione europea propone una serie di documenti sulla politica di coesione e sullo stato dell'arte della programmazione dei fondi europei 2014-2020 nei 28 Stati membri dell'Unione. Per l'Italia a disposizione ci sono oltre 32 miliardi di euro.

La politica di coesione 2014-2020

Per il settennato 2014-2020 la politica di coesione dispone di 351 miliardi di euro così ripartiti:

  • circa 63,4 miliardi di euro (provenienti dal Fondo di coesione) per le reti di trasporto transeuropee e i progetti chiave relativi a infrastrutture ambientali;
  • almeno 26,7 miliardi di euro per finanziare investimenti nell’economia a basse emissioni di carbonio;
  • non meno di 80,3 miliardi di euro per investimenti attraverso il Fondo sociale europeo (FSE).

Con la riforma della politica di coesione si è deciso di ancorare l'utilizzo dei fondi all'implementazione della strategia Europa 2020 e di migliorare l'attenzione ai risultati individuando obiettivi chiari e misurabili.

Ciascuna regione dovrà destinare una quota significativa del Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) a progetti per l’innovazione e la ricerca, l’agenda digitale, il supporto alle piccole e medie imprese e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio. Inoltre, il FSE finanzierà interventi per l'occupazione, l'istruzione, il contrasto all'esclusione sociale e la modernizzazione delle amministrazioni pubbliche.

L'Italia

Nel periodo 2014-2020, una volta approvato l'Accordo di partenariato presentato il 22 aprile alla Commissione europea, l’Italia gestirà circa 50 programmi operativi nel quadro della politica di coesione dell’Unione europea.

Le risorse a disposizione dell'Italia ammontano complessivamente a circa 32,7 miliardi di euro (a prezzi correnti), in aumento rispetto ai 28,8 miliardi di euro della scorsa programmazione, di cui:

  • 22,3 miliardi di euro destinati alle regioni meno sviluppate (Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia);
  • 1,1 miliardi di euro destinati alle regioni in transizione (Sardegna, Abruzzo e Molise);
  • 7,7 miliardi di euro destinati alle regioni più sviluppate (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Friuli Venezia-Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria e Lazio);
  • 1,1 miliardi di euro destinati alla cooperazione territoriale europea;
  • 567,5 milioni di euro destinati all’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile.

A queste risorse occorre poi aggiungere:

  • il cofinanziamento nazionale a carico del Fondo di rotazione di cui alla legge n. 183/1987 che, in base alla legge di Stabilità per il 2014, ammonta a 24 miliardi di euro,
  • la quota di cofinanziamento per i Programmi operativi regionali, che il Ministero stima in una cifra pari al 30% del cofinanziamento complessivo del programma.
  • circa 55 miliardi dal Fondo Sviluppo e Coesione, di cui l'80% per le Regioni del Centro-Sud e il 20% per il Centro-Nord.

Le priorità italiane, indicate nell’Accordo di partenariato, includono:

  • lo sviluppo di un ambiente imprenditoriale favorevole all’innovazione;
  • la realizzazione di infrastrutture a elevate prestazioni e la gestione efficiente delle risorse naturali;
  • l’aumento della partecipazione al mercato del lavoro, la promozione dell’inclusione sociale e il miglioramento qualitativo del capitale umano;
  • la qualità, l’efficacia e l’efficienza della pubblica amministrazione.

La politica di coesione 2014-2020 in altri paesi dell'Ue

Nel periodo 2014-2020, la Francia disporrà di 15,9 miliardi di euro e gestirà un totale di 41 programmi operativi nel quadro della politica di coesione dell'Ue. Di questi, 27 programmi riceveranno finanziamenti sia dal Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) che dal Fondo sociale europeo (FSE). Sette degli altri quattordici programmi operativi riceveranno i finanziamenti dal solo FESR, mentre altri sette programmi saranno finanziati dal FSE.

A valere su una dotazione di 19,2 miliardi di euro, la Germania gestirà nel settennato 2014-2020 32 programmi operativi. Un programma operativo nazionale un programma operativo per la Bassa Sassonia sarà finanziato sia dal FESR che dal FSE. Degli altri 30 programmi operativi, tutti regionali, la metà è finanziata dal solo FESR e l'altra metà dal solo FSE.

Al Regno Unito sono stati assegnati 11,8 miliardi di euro, che verranno utilizzati attraverso 13 programmi operativi. Il FESR finanzierà sette di questi programmi, di cui uno per l'Irlanda del Nord, due per la Scozia, due per il Galles, uno per Gibilterra e uno per l'Inghilterra. Il FSE, invece, finanzierà gli altri sei programmi, di cui uno a testa per Inghilterra, Scozia, Irlanda del Nord e Gibilterra e due per il Galles.

Con risorse pari a 28,6 miliardi di euro, la Spagna gestirà 44 programmi operativi. A valere sul FESR saranno implementati 21 programmi, uno per ciascuna delle 19 regioni più due programmi operativi nazionali. Il Fondo sociale europeo, invece, finanzierà 23 programmi, uno per regione più 4 programmi nazionali.

Per il periodo 2014-2020, la Polonia riceverà 77,6 miliardi di euro e gestirà 22 programmi operativi. Di questi, 16 programmi operativi regionali riceveranno finanziamenti sia dal Fondo europeo di sviluppo regionale che dal Fondo sociale europeo e un programma operativo sarà finanziato dal FESR e dal Fondo di coesione. Infine, tre programmi saranno finanziati solo dal FESR, uno solo dal Fondo di coesione e uno solo dal FSE.

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