Terremoto Centro Italia – primi finanziamenti per emergenza

Convocato il Consiglio dei Ministri che dovrebbe stanziare 50 milioni per il sisma. Possibile ricorso al Fondo di solidarietà Ue

Terremoto

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In arrivo un primo stanziamento da 50 milioni di euro in risposta al sisma di magnitudo 6 che ha colpito il Centro Italia. Mentre la terra continua a tremare e aumenta il bilancio delle vittime, il Consiglio dei Ministri dovrebbe sbloccare questa sera i primi fondi per fronteggiare l'emergenza e avviare la ricostruzione. Data l'entità dei danni, con interi centri distrutti tra Lazio, Umbria e Marche, l'Italia potrebbe anche fare ricorso al Fondo di solidarietà Ue.

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Primo stanziamento da 50 milioni di euro

Dopo aver visitato la cittadina di Amatrice, devastata dal terremoto, mercoledì il presidente del Consiglio Matteo Renzi si è recato a Rieti, nella sede della Prefettura, dove ha partecipato a una riunione tecnico-operativa. Incontrando la stampa, Renzi ha annunciato la convocazione del Consiglio dei Ministri che si terrà oggi alle 18.00 per stanziare i primi fondi e approvare i provvedimenti che saranno immediatamente operativi.

A disposizione ci sono i 234 milioni del Fondo per le emergenze nazionali, di cui i primi 50 milioni dovrebbero essere stanziati dal CdM già questa sera. Il Ministero dell'Economia, intanto, sta studiando un provvedimento per sospendere i versamenti tributari e contributivi per i terremotati e altre misure dovrebbero venire dal Dipartimento della Protezione civile.

Dal coordinatore della task force per gli interventi antidissesto idrogeologico della Presidenza del Consiglio dei Ministri Mauro Grassi è arrivata poi la proposta di mettere in campo, passata la fase di prima gestione dell'emergenza, un Piano di prevenzione che per 20 anni metta a disposizione annualmente 4 miliardi di euro, 2 miliardi per il rischio idrogeologico e 2 miliardi per quello sismico.

Possibile ricorso al Fondo di solidarietà dell'Ue

Alla gestione dell'emergenza potranno contribuire anche le risorse del Fondo di solidarietà dell'Ue, che sostiene i territori dell'Unione colpiti da grandi calamità naturali come terremoti, inondazioni, incendi forestali, tempeste e siccità, ha ricordato l'alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Federica Mogherini.

L'Italia ha già fatto ricorso a questo strumento per il sisma in Abruzzo e in Emilia e per l'alluvione in Liguria e il vicepresidente del Parlamento europeo David Sassoli ha annunciato di aver già chiesto al presidente del Pe Martin Schulz “di prendere contatti col presidente della Commissione Ue Jean Claude Juncker al fine di assumere un'iniziativa per uno stanziamento utile all'emergenza e alla ricostruzione”. Iniziativa sostenuta anche dal vicepresidente vicario del Parlamento europeo Antonio Tajani, che ha sollecitato il Governo e le Regioni ad attivare la richiesta all'Ue per l'utilizzo dei fondi di emergenza per le calamità.

Per accedere al sostegno del Fondo Ue, infatti, gli Stati membri colpiti da gravi catastrofi devono presentare una domanda d’intervento alla Commissione europea entro dodici settimane dalla data in cui si sono verificati i primi eventi calamitosi. Lo Stato deve stimare i danni diretti totali provocati dalla catastrofe naturale, il loro impatto e il costo delle misure programmate, indicando ogni altra eventuale fonte di finanziamento che potrà concorrere alla realizzazione degli interventi.

Dopo l'approvazione della proposta di aiuto della Commissione da parte del Consiglio e del Parlamento, lo Stato membro interessato ha 18 mesi di tempo a decorrere dalla data di erogazione per utilizzare le risorse ottenute, mentre a sei mesi da questa scadenza è tenuto a presentare all'Esecutivo Ue una relazione sull'utilizzo dei fondi.

L'intervento del Fondo di solidarietà Ue può arrivare a un massimo di 500 milioni di euro l'anno e coprire costi relativi ai soccorsi, all'assistenza alla popolazione sfollata e al ripristino delle infrastrutture. Dalla sua istituzione, nel 2002, lo strumento ha già erogato oltre 3,7 miliardi di euro a favore di 24 Paesi Ue.

Come già accaduto per il terremoto in Abruzzo, l'Italia può infine attivare il Meccanismo Ue per la Protezione civile, che agevola la cooperazione negli interventi di soccorso cofinanziando alcuni costi di gestione dell'emergenza e assegnando alla Commissione europea il coordinamento degli aiuti provenienti da altri Paesi.

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Photo credit: enpasedecentrale

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